di Bijoy M. Trentin
È noto ormai a tutti che in Italia discutere di diritti civili
significa dibattere di temi cosiddetti “eticamente sensibili”: anche
se, in realtà, bisognerebbe parlare di problemi eticamente
“suscettibili”, sia perché questi sono ancora suscettibili di
influenze tradizionali prevalentemente di marca religiosa sia perché,
metonimicamente, i vessilli della difesa di questi valori
“tradizionali” sono di particolare suscettibilità se si parla di
ampliamento dei diritti. E cosí, puntuale, si risveglia Giovanardi,
che parte all’attacco delle pubblicità dell’Ikea e di Eataly, che
presentano rispettivamente due uomini e due donne di spalle che si
tengono per mano (il testo della prima «Siamo aperti a tutte le
famiglie», della seconda «Anche noi siamo aperti a tutte le famiglie»
con altre espressioni dai modi piú burocratici), della campagna 2011
Arcigay per la giornata contro l’omofobia, in cui vi sono due donne o
due uomini che si baciano (lo slogan è «Civiltà Prodotto tipico
italiano) e di una rappresentazione teatrale che reinterpreta Romeo e
Giulietta in chiave lgbt (si prevede l’epurazione o la distruzione
anche di tutte le altre opere prodotte dall’antichità a oggi?).







