di Marco Rovelli
Su facebook, Teresa Ciabatti e Giuseppe Genna hanno creato il gruppo “Nina dei lupi allo Strega”. Sarebbe giusto. Nina dei lupi (Marsilio, euro 18,50) di Alessandro Bertante è un ordigno potente. Un dispositivo mitopoietico e visionario come pochi altri tra i romanzi contemporanei. Troppo spesso di mitopoiesi si parla e basta: qua il mito lo si fa, invece. Bertante sa raccontare: crea una storia che si fa metafora di una fondazione dell’umano, che ci dice ciò che siamo e ciò che non siamo, che si struttura su una evidente dimensione simbolica, ma che prima di tutto crea un mondo in cui chi legge vive per il tempo della lettura. L’autore non ha paura, diversamente da molti della sua generazione, di sommuovere i sentimenti, con la misura precisa necessaria.








