
di
Paolo Mossetti
Le Regole!
Va bene combattere il Tiranno, ma guai a toccare le Regole. Le Regole sono i chicchi del rosario al quale si aggrappano i martiri del berlusconismo, mentre i suoi pretoriani li gettano nella fossa coi leoni. Da una parte abbiamo un potere che corrompe giudici, paga servizi segreti deviati, usa tv e giornali come carri armati, assolda qualunque firma e volto compiacente per scatenare condanne infami anche sulle manifestazioni più innocue. Dall’altra, anime belle che si accapigliano su chi deve fare miglior figura e non guastare «una festa colorata, goliardica, fantasiosa, pacifica», come hanno detto i capetti del «Popolo Viola», in occasione delle proteste di Arcore. Ha scritto uno di loro, dopo che due ragazzi erano stati arrestati per non essersi limitati a sventolare mutandine: «Io, non-violento, sto dalla parte delle regole». E ovviamente, il PD: «Chi li conosce quelli, mica sono dei nostri, sono provocatori!».









