Nello stato di natura l’idillio è mancato, fatalmente. E l’essere umano, che di tale stato è vertice e in un modo termine, non sfugge alla legge, si piega anzi, ne è piegato. L’umanità descritta da Angelici ha una mestizia infusa d’orgoglio, la dignità sopra tutto della presa di coscienza, dell’accettazione d’una condizione non invertibile, non negoziabile. Un fatalismo che non è però abbandono o rassegnazione a un destino segnato, ma interrogativo inesausto e rovello, pungolo che scava così nel profondo da deformare, gentilmente a volte, a volte tanto da renderli maschere d’un mistero tutt’altro che buffo, i visi, le sembianze, dei personaggi che di questa irrequietudine assorta si fanno modelli e campioni.
Una poesia d’amore / A Love Poem
di Adriano Spatola
traduzione di Paul Vangelisti
1
Scrivere una poesia d’amore
è già una poesia d’amore
ma invertebrata ma viva
gettata nell’acqua bollente
asciugamani un po’ malmenati
saponetta a forma di cuore
2
Scrivere una poesia d’amore
questa è una poesia d’amore
in camera d’albergo pagata
solita con il solito odore
ma modesta ma lacrimosa
guardona con sguardo da topo
Overbooking for Sarajevo!
Azra Nuhefendic mi ha scritto quest’oggi chiedendomi di aiutarla a diffondere questo importante appello. Chiedo allora ai lettori di NI, agli scrittori e ai blogger, di far circolare a loro volta quest’appello e di aiutare i lettori di Sarajevo ad esaudire un desiderio che ben conosce chi ama quello strano mondo abitato dai libri e che in molti si ostinano a chiamare letteratura. effeffe
L´organizzazione “Humanity in Action Senior Fellow Network”, da Sarajevo ha lanciato l’ appello “Books 4 Vijecnica” per rinnovare il fondo bibliotecario della biblioteca universitaria e nazionale della BiH, conosciuta come Vijecnica.
Il 25 agosto 1992 la Vijecnica fu bombardata e nel rogo sono andati persi un milione e mezzo dei libri, rari manoscritti e documenti. S´invitano tutti coloro che desiderino sostenere l’iniziativa, ad inviare non soldi ma due volumi. Un libro in qualsiasi lingua del mondo, per le seguenti materie: medicina, legge, economia, letteratura, l’arte e filosofia e un altro nella lingua materna dei donatori con contenuti specifici legati alla sua regione, alla gente di quel paese, o altri libri che si ritengano socialmente utili. I libri, bisognerà mandarli al seguente indirizzo: University of Sarajevo – Campus Zmaja od Bosne, bb. 71000 Sarajevo, Bosna i Hercegovina
Caro Maroni, ecco che succede appaltando gli immigrati alle dittature
di Andrea Segre
Devo ringraziare il Ministro Maroni, perché nella sua indubitale intelligenza di uomo politico offre sempre l’occasione di smascherare l’ipocrisia delle politiche italiche sull’immigrazione.
Stanno arrivando centinaia di ragazzi tunisini sulle coste italiane.
E come li definisce Maroni? “Esodo biblico di fronte al quale l’Europa non può lasciarci soli”.
Ci sono tre motivi che spingono un uomo politico a pronunciare rapidamente la definizione di un problema: per alimentare un’emozione, per indicarne una soluzione e per coprirne altre spiegazioni.
2 poesie da Fedi nuziali
di Ferruccio Benzoni
Viale dei Mille
Dunque di nuovo qui,
le stesse imponderabili stanze
lapidata l’infanzia dilapidata
e i nomi le voci e quanto di una vita
smottando duramente si ravviva.
…………………………………….…….Da qui
da un terrazzo fiorito ventilato
mortalmente intravedo
tra due siepi infine del medesimo pitosforo
del tempo passato e derisorio
il guizzo bruciante del gabbiano – l’angelo
o il sembiante che additava
lo sfacelo del volo e l’allegria.
sought poem
di Marco Simonelli
Spirava
in quel ballo a Lisbona
un’aria di fine d’epoca
di tramonto dell’Europa ripartita in classi
prepotente e raffinata
ingiusta e stravagante.
Il mio vestito arancio roteava
nel mezzo della pista.
In quegli anni quasi tutti gli artisti divoravano
la vita come per farla finita al più presto:
usavano il sesso come una droga
e la droga come il sesso.
Il problema centrale delle nostre esistenze
era quello di organizzare in modo impeccabile
le nostre cene.
Arrivavano Letizia Paolozzi e Nanni Balestrini
Laura Betti e Dario Bellezza, Pier Paolo Pasolini
e Sandro Penna, Marco Pannella, Marco Bellocchio.
* * * * *
Questo testo è stato asportato da Marina Ripa di Meana, I miei primi quarant’anni, (Euroclub, 1984) presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nel novembre del 2010.
Mostrare una piccola emozione
di Stephen Rodefer traduzione di Marilena Renda
per il granito
E’ costoso sprecare questo spirito sfrontato nel tempo e nella solitudine, quando la stagione è così breve e l’applauso schiacciante. Facciamola finita e andiamo a vedere qualcosa di perfettamente bello, come la Turandot. Ascolta il ruggito. Puoi farcela al di sotto del mormorio degli eterni mandarini vestiti delle vesti più brillanti che si possano immaginare?
Ti amo perché in origine è nato il mondo. Il mio ospite nell’interludio intollerabile dev’essere l’equilibrio che dà il via all’innegabile svelarsi dei suoi esiti. E io mi rivelerò per te come sicuramente ti sei rivelato per nient’altro che la tua stessa forza distante.
KEATS E LEOPARDI – II parte
di FRANCO BUFFONI
Leopardi, nel trattato sugli errori popolari degli antichi, facendo risalire all’ignoranza e alla credulità acritica l’origine delle credenze magico-oracolari pagane, in realtà liberò se stesso da tutte le nozioni che non reggevano alla luce della ragione. Liberò se stesso per assoluta onestà intellettuale. Ma non gli altri. Tanto è vero che definisce la religione “una illusione necessaria”. Proprio come Keats che parla volterrianamente di “una pia frode”. Per riassumere la posizione di entrambi può valere la superba sintesi che nel Trecento diede Marsilio da Padova nel Primo Libro del Defensor Pacis: “Sebbene alcuni filosofi che stabilirono tali leggi o religioni non credessero a quella vita futura che chiamavano eterna e alla resurrezione umana, nondimeno finsero e persuasero gli altri che questa vita esistesse, e che in essa i piaceri e le pene fossero proporzionali alla qualità degli atti compiuti in questa vita mortale”.
“… Non io / Con tal vergogna scenderò sotterra”. Qual è, quindi, la vergogna di cui, nella “Ginestra”, Leopardi giura che non si sarebbe mai macchiato? Certamente la vergogna di avere ceduto ad una credenza finalistica, ad una concezione teleologica dell’esistenza. Nella convinzione che la vera alterigia è quella di chi, non sapendo accettare umilmente il proprio stato di mero caso biologico, giunge a ritenersi un essere in qualche modo “eletto”, e – spregiando il “finito” – persegue la propria finalistica elezione sopra a tutte le altre specie. “Io tengo per fermo”, afferma il Folletto nel “Dialogo di un Folletto e di uno Gnomo”, “che anche le lucertole e i moscherini si credano che tutto il mondo sia fatto a posta per uso della loro specie”.
E che cosa significa quel “alone” che appare nel penultimo verso del keatsiano “Can Death be Sleep, when Life is but a Dream”, se non “senza il pensiero consolante della esistenza di Dio”?
Radio Kapital: ottimista e di sinistra
Intervista a Jean Claude Michéa (I/III)
Filosofo, Professore presso il Liceo Joffre, Montpellier
Quadro teorico
Le origini della società liberale
Traduzione a cura di Edoardo Frezet e Francesco Forlani
Un interrogativo che si pone per un numero sempre più grande di nostri contemporanei, in particolare nelle classi popolari del mondo intero, è come sia possibile che il progresso del mondo materiale e tecnologico generi un mondo in cui si moltiplicano gli eventi moralmente inaccettabili.
In effetti, credo che si debba ritornare alle radici dell’Occidente stesso, e rendersi conto che il suo atto fondatore è il trauma delle guerre di religione; la guerra civile ideologica è la guerra de-socializzante per antonomasia. Fondare una nuova società presuppone che si trovi una soluzione: poiché gli uomini si uccidono a vicenda in nome della morale, della religione e della filosofia, bisognerà trovare un modo per neutralizzare le cause dei conflitti e delle ostilità e fondare la vita in società su tutt’altra base.
da Soqquadri del pane vieto
di Marina Pizzi
1.
è qui l’altrove del rantolo di fame
questo statuto che sa di Colosseo
verso i cani bastardi, randagi quanto
un dì del mese scorso. scorribanda
di eclissi starti accanto io che ti amo
oca di mamma guardarti nel passo.
dove ti ammacchi io so che mi ami
ugualmente lo stesso e senza ansia
bambina darsena col cerchio senza avaria di salto.
viadotto della cometa chiedere asilo
ai quartieri proletari dove i tarli ammucchiano
e le madonne scempiano. io spendo dio
per dirti del canile abbandonato al dolo.
i comatosi stanno zitti e i morenti urlano
come mio padre erto sulla fronte ubriache le guance
gli occhi spicchi di coltelli per la bramosia di pace
Preghiera ai naviganti (da «il Fatto Quotidiano»)
Ques’articolo è uscito sabato 29 gennaio 2011 su «il Fatto Quotidiano».
Qui ho solo aggiunto una riflessione della Arendt, che credo ci riguardi molto.
Prendetelo come uno dei tanti segni con cui donne e uomini sul web (e non solo) in un unico coro stanno rivendicando il diritto a restituire un’altra storia, evocando le tante donne forti di immaginazione, intelligenza e coraggio che hanno contribuito in tutti i tempi, ovunque, a edificare la comune umana civiltà.
Hannah Arendt: «Il declino delle nazioni comincia con il venir meno della legalità… Qualsiasi incidente può distruggere i costumi e la moralità una volta privati del loro ancoraggio nella legalità; qualsiasi evento contingente è destinato a minacciare una società non più garantita dai suoi cittadini»
di Evelina Santangelo
Da quando è uscita la notizia che il presidente del Consiglio è indagato per prostituzione minorile, i commenti e l’ironia nel web si sono scatenati come non mai. Sarà il tema pruriginoso, sarà che ci siamo a nostro modo assuefatti e quasi affezionati a questo genere di amenità, sarà che tutti si è diventati un po’ così, propensi all’ironia più “grassa” e “crassa”… Per questo, vorrei fare un appello modesto ai naviganti. Come fosse una preghiera di un navigante ad altri naviganti.
pop muzik (everybody talk about) #9
Maljciki / Idoli. 1981
Perché sarò in piazza
da il Fatto Quotidiano – giovedì 10 febbraio 2011
Quel che è più umiliante è il fatto stesso di dover rivendicare quella dignità della donna che dovrebbe essere un prerequisito di ogni Paese che si voglia dire civile
di Evelina Santangelo
Sarò in piazza il 13 febbraio, e sono sicura che insieme alle donne ci saranno moltissimi uomini. Ho firmato l’appello della direttrice dell’Unità, Concita De Gregorio, perché anch’io ritengo che sia il momento di dire basta all’umiliazione ormai «istituzionalizzata». Condivido la critica di Natalia Aspesi, quando si chiede se «c’è una sola delle belle signore governative che abbia avanzato qualche discreta critica al bunga bunga in tema di dignità delle donne». E, prima di adesso, ho guardato con sconcerto il documentario Il corpo delle donne in cui Lorella Zanardo ha, tra le prime, denunciato la quotidiana umiliazione della dignità femminile perpetrata in televisione dove la donna è stata ridotta a creatura ottusa, grottesca, a lacerti anatomici ipertrofici.
sul gusto nazionale
di Paolo Morelli
Stavo proprio pensando che un perseguitato che non ha la gentilezza di farlo dimenticare che è perseguitato allora se lo merita di essere perseguitato, almeno un po’, quando è risuccesso.
Chissà come mai, ma ogni volta, proprio ogni volta che tiro fuori di tasca il mio caro e venerabile pacchetto di nazionali senza filtro, ogni volta ma proprio o-gni volta da almeno trent’anni a questa parte c’è sempre ma dico sempre qualcuno che se ne viene fuori con, Nazionali! No?!? Esistono ancora? Ma dove le trovi?
Piccoli uomini crescono
Questa è una critica sociale. Immagini della storia commentate da Wilhelm Reich. La canzone è et moi et moi et moi, di Jacques Dutronc, con testo tradotto da me e cantato da Rosario Tedesco. effeffe
Lettera a un magistrato
Aleksej Meshkov (Mosca, 1966). Da diversi anni in Italia, è musicista. È autore del thriller politico Il cane Iodok, romanzo che sarà pubblicato in Francia nel 2011.
di Aleksej Meshkov
Illustrissimo Kubacic,
da anni siamo vicini di casa. Probabilmente un magistrato del suo rango non si sarà neppure accorto della mia presenza, eppure abitiamo nello stesso palazzo: il condominio 14 costruito dalla Cassa privata dei dipendenti del tribunale, a cui tutti dobbiamo qualcosa per il privilegio concessoci di vivere in un ambiente tanto elegante e pulito.
Fra noi condomini, è ovvio, c’è chi più di altri si è impegnato nello studio della legge, meritando di assumere cariche prestigiose e di occupare i piani più alti all’interno della residenza. Questo è il suo caso, illustre collega. Quanto a me mi sono sempre arrangiato con cause civili di poca importanza, nulla che possa paragonarsi ai reati squisitamente ideologici sottoposti al giudizio della sua corte. Non per niente i dirigenti della nostra cassa di assistenza le hanno riservato l’ottantacinquesimo piano, mentre a me hanno concesso il più modesto privilegio di vivere al settimo, cosa che, comunque, mi riempie di orgoglio.
Una piccola nota sulla distribuzione
[Mi piacerebbe che questo intervento sulla distribuzione fosse letto tenendo d’occhio questo intervento di Vincenzo Ostuni sulla qualità nell’editoria, ecc. a. i.]
Enrico Piscitelli
Qualche tempo fa, Andrea Inglese ha pubblicato su Alfabeta2 una mia piccola nota, sulla situazione attuale della narrativa italiana – non di major. Scrivevo, in quella nota: “la narrativa italiana ha un riscontro bassissimo. Al momento, il più basso degli ultimi anni. I librai prenotano pochissime copie dei libri di narrativa. Non si fidano. Sanno, o qualcuno ha detto loro, che venderanno solo un piccolissimo numero di romanzi italiani, e solo di alcuni autori. Qui stiamo parlando di numeri così bassi, che cinquecento copie vendute di un libro di una piccola casa editrice, sono un successo clamoroso, roba da brindare col prosecco”.
Questa nota è stata ripubblicata da molti. Per esempio da Loredana Lipperini, nel suo blog. Lì, nei commenti, Federico Guglielmi (Wu Ming 4), scrive: “quanto all’intervento di cui sopra, non mi sembra (più) vero che nessuno scrive questa verità. Forse non è sbandierata a titoli cubitali sui giornali, ma in realtà è risaputa e sotto gli occhi di tutti”. Ma, soprattutto, Guglielmi si chiede cosa fare e come agire. Domande impegnative, e importanti. Senza dubbio.
Parole e musica all’Arci Bellezza
CONCERTO presentazione del cd libertAria e INCONTRO su Servi
Sabato 12 febbraio 2011 – Arci Bellezza Milano, via Bellezza 16A
[ore 18.00] SERVI – il paese sommerso dei clandestini al lavoro
Discussione con l’autore MARCO ROVELLI. Interverranno gli scrittori GIANNI BIONDILLO e ALESSANDRO BERTANTE, il critico letterario DANIELE GIGLIOLI e l’attore MOHAMED BA
[ore 22.00] CONCERTO
MARCO ROVELLI – voce e chitarra acustica
MAURO AVANZINI – sax e flauto
LARA VECOLI – violoncello
27-31
27-31 / gherardo bortolotti
27. Seguivamo le vicende delle nostre settimane come storie di un’età parallela, come intrecci secondari in cui la merce era innocente, le immagini infinite. Nel corso delle giornate, alcuni accettavano di assistere alle cose dal punto di vista di chi non ha ragione, di chi riconosce al mondo le sue necessità, i suoi bisogni, anche crudeli. Non capivamo fino in fondo perché eppure eravamo in vita, in visita presso il reale, presso le notizie di cronaca, le fattispecie del capitale.
28. Come tracce di una civiltà scomparsa, ritrovavamo al mattino il senso delle nostre giornate, dei mesi a venire, mentre ascoltavamo in radio gli editoriali sull’accordo a Mirafiori, sulle rivolte tunisine. Sentivamo, nel petto, il peso di ciò che era in corso, di ciò che era vero, e guardavamo al futuro dalla cucina, quasi avendo il sospetto di un finale diverso.





