[eccovi un racconto che mi è piaciuto della scrittrice italo-svedese Emilia Dagmar tratto dalla raccolta La seduzione rudimentale, Senza Patria editore, € 5,00, già recensito ad esempio qui, a.s.]

Decima
Oh, sì, stavolta è quella buona, certamente e finalmente. D’altronde mi dice che mi ama e mi ha anche dedicato I was born to love you dei Queen. Gli è addirittura balenata l’idea di avere un figlio con me, attempata signora che ha archiviato da tempo il capitolo della riproduzione, e me l’ha svelata con esitante commozione.
È uscita fuori un po’ per caso questa storia. Archivio tiepida il primo incontro. Svolazza un inizio di corteggiamento che si appollaia tenace su due labbra incollate una sera di fine novembre sotto la pioggia. Toh, quanto mi piace questo uomo fresco, appassionato, tenero, riflessivo. Toh, quanto gli piace questa donna navigata, arguta, scostumata e romantica. Ne ammira l’intelletto e il corpo competente. È valsa la pena solcare così tanti letti sfatti, orfani d’amore, per approdare qui. Certo è un guaio vivere questa storia nella clandestinità, ma presto tutte le cose si aggiusteranno. Sicuro. Col dovuto tatto sapremo gestire la fine del suo ventennale matrimonio. Come no. E poi siamo innamorati e invincibili.
















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