Sabato 4 alle ore 16 in Sala Ametista durante la fiera della piccola e media editoria di Roma, PiùLibriPiùLiberi, Piero Manni presenta La scomparsa del corpo, la raccolta di racconti di Antonio Porta, con Andrea Cortellessa, Angelo Guglielmi e Rosemary Liedl Porta.
Ho letto il libro tutto d’un fiato da una stazione all’altra – non ricordo da dove e dove andassi ma è poi così importante? I racconti letti quasi a voce alta si mescolavano ai rumori di fondo, alla resistenza dell’aria del locomotore, al succedersi dei paesaggi, alle voci sussurrate dai vicini o quelle amplificate dagli altoparlanti, come in un dialogo costante. Se dovessi tentare una fenomenologia del leggere, applicata per esempio a quella compagine, il gruppo ’63, a cui Antonio Porta partecipò dalla sua fondazione, direi che se Nanni Balestrini ed Edoardo Sanguineti, per esempio, sono scrittori da leggere negli spazi interni, voci da camera, Antonio Porta e Adriano Spatola sono stati sicuramente degli autori dell’en plein air, da interni alla vita. Di qui l’inafferrabilità, talvolta, dei percorsi, il multiversum che ha reso difficile l’alfabetizzazione delle loro opere. Di qui la loro inattualità da “intempestivi”. Ho chiesto così a Rosemary Liedl Porta di accompagnare con una nota l’annuncio di questa presentazione. Eccola, insieme al pensiero manoscritto di Antonio Porta, usato in apertura. effeffe
Una nota di accompagnamento
di
Rosemary Liedl Porta
Lo so che sono passati venti e più anni, ma per me Antonio è intorno a me e ogni libro che arriva a voi lettori è come una prova per sapere se quello che io provo è qualcosa di così personale o se può essere invece condiviso. Ma io non so trovare la strada, il modo della condivisione e contemporaneamente mi viene chiesto scrivere ma non so come fare, le parole si gelano.
Posso farti delle domande?













