di Giacomo Sartori
La prima sera le aveva solo augurato la buona notte attraverso la porta socchiusa: dopotutto all’università si erano conosciuti quasi solo di vista. La seconda invece entrò nella camera con le travi a vista e la finestrella di arenaria affacciata sugli oliveti ostentatamente indifferenti alla prossimità della nobile e cesellata città. Lei sotto il lenzuolo del tatami matrimoniale era completamente nuda. La sua pelle era elastica e nello stesso tempo lievissimamente ruvida, gli ricordava la gomma per matita alle elementari. Facendo l’amore non produceva alcun rumore, ma le vampe umide sulle sue gote e il turgore delle labbra erano prove inequivocabili del suo piacere. Il ragazzo le raccontò che era quasi solo per lei che all’università era venuto alle riunioni del collettivo politico. La cosiddetta politica















