di Carla Benedetti
Cari amici di Nazione Indiana,
vi scrivo dopo aver letto su questo blog l’articolo “Il corpo insepolto di Pasolini“, dove Marco Belpoliti ci invita in pratica a non parlare più del suo omicidio, su cui giá si sa l’essenziale. È uno strano invito, abbastanza inquietante.
Ma come? Siamo di fronte a un delitto ancora oscuro, di cui a tanti anni di distanza non si conoscono ancora né i responsabili né i moventi, a indagini fin dall’inizio depistate, a probabili connivenze che hanno permesso per così tanto tempo di coprire i colpevoli, ancora impuniti, e un critico letterario, a cui certo non mancano le informazioni né l’intelligenza per ragionare, ci viene a dire che è meglio dimenticare? “Forse è venuto il tempo di seppellire il corpo insepolto di Pasolini … Dimenticare Pasolini per ricordarlo davvero”. Sarebbe come se qualcuno sostenesse che è inutile farsi troppe domande sulla morte di John Kennedy, tanto si sa già quasi tutto. In America sarebbe semplicemente ridicolo. In Italia lo si fa spesso.







