di Antonio Sparzani
Lunga è la memoria dell’acqua al passaggio di una gondola – sciaborda per molti minuti alla luce undivaga di qualche lampione sulle scalette del ponte de san Sebastian. Non inquieta la notte di Venezia, anche sulle fondamenta più dimenticate c’è sempre un palazzo che ti sorride e che puoi accarezzare con lo sguardo. Un’occasione unica per i pensieri che si possono accavallare a piacimento, non c’è computer a portata di mano, non c’è l’ansia delle mail urgenti – l’urgenza sfuma senza fatica – non c’è il sito da curare – ore senza tempo per camminare piano e perdersi un po’.
Perdersi è facile a Venezia: non perdere la strada, è facile mantenere l’orientamento almeno per raggiungere una delle mete più note, el vaga drio a la zente m’ha detto un passante una volta e non ho mai dimenticato l’insegnamento, no, è facile invece perdersi sulle strade nelle quali ti trascina il pensiero quando non lo sorvegli, e a Venezia passa facilmente la voglia di sorvegliarlo.
Il corso sul tè – io sono qui per quello – si svolge a palazzo Foscarini – sestièr Dorsoduro – in una accogliente stanzetta










Provai altre volte durante quel mese di agosto a incontrare l’uomo veloce, altri sabati mattina, altre domeniche, mi piazzavo all’ingresso del paese, dove soleva passar lui, salutavo le macchine, e speravo: ora spunta, ora arriva. Cosa ci fai che ora passa?


