A proposito di “l’oro della camorra” di Rosaria Capacchione
di
Francesco Forlani
“Il daltonismo consiste in una cecità ai colori, ovvero nell’inabilità a percepire i colori.(…)
Si definisce daltonica la persona che non riesce a distinguere colori di diversa lunghezza d’onda.
Se, ad esempio, si mostra ad un daltonico un disegno con un triangolo rosso su uno sfondo verde questi non riesce a distinguere la figura.
Benché venga generalmente considerata una disabilità, in alcune situazioni il daltonismo può rivelarsi vantaggioso; un cacciatore daltonico, ad esempio, può riuscire a distinguere meglio una preda mimetizzata su uno sfondo caotico; analogamente, un soldato daltonico può evitare di essere ingannato dai camuffamenti che, al contrario, traggono in inganno persone che hanno una normale visione del colore.”
voce wikipedia
Ho un ricordo preciso, nitido, della telefonata ricevuta da Rosaria la sera in cui aveva finito di scrivere il primo capitolo del libro e aveva voglia di condividere con me quel momento. Nessuna eccitazione, euforia, nella sua voce, e man mano che procedeva nella lettura, le parole, il ritmo delle frasi, del respiro, in quella naturale punteggiatura che viene dai lunghi o brevissimi silenzi, sembravano tessere di un mosaico, ovvero pièces di un quadro generale andato distrutto e destinato al non sense, se non “ricostruito” in una narrazione. Pièces appunto di un teatro dell’assurdo.





di Alberto Pezzini




di Silvio Mignano