Spazio aperto alle discussioni e alle segnalazioni.
venerdìrewound
Rivedrò domani le banchine
e la muraglia e l’usata strada.
Nel futuro che s’apre le mattine
sono ancorate come barche in rada.
Ossi di seppia, E. MONTALE
A cinque anni ho preso in mano un coltello per affettare il pane e mi sono tagliato un dito. Una brutta ferita, la falangetta del dito medio pencolava spaventosamente. Mio padre mi ha portato all’ospedale come se una spada mi avesse trafitto il cuore e io stessi morendo. Non ero preoccupato, sapevo che tutto sarebbe andato per il verso giusto e il medio avrebbe perso quella piega innaturale per tornare in asse con le dita di tutti. Il pane di grano duro sarebbe stato il mio ultimo desiderio cosciente. Anche adesso lo è. Non ho mai più toccato un coltello e o una posata. Mangio con le bacchette di legno. Chi mi invita lo sa. Non ho mai più fatto niente, avvitato o martellato o fissato o incollato. Sono stato e sto.
La fine del lavoro
di Stefano Palmisano
Qualcuno fino a qualche giorno fa si lamentava che in questa campagna elettorale si parlasse poco di programmi, dopo le pregnanti discussioni, le “fabbriche” e le relative, enciclopediche produzioni che in questo campo ne erano scaturite in occasione delle scorse elezioni.
Questa gravissima lacuna democratica è stata finalmente colmata: adesso il programma c’è.
Ovviamente, non è quello del centrodestra, e men che meno quello del cosiddetto partito democratico.
È quello di Confindustria; il vero programma di governo della prossima legislatura è questo. Qualunque sia la sfumatura cromatica del prossimo esecutivo.
Ultima corsa all’Avana
di Dante Castro
traduzione di Marco Ottaiano
Gli proposi di fondare insieme il marxismo magico: metà ragione, metà passione, e una terza metà di mistero.
Eduardo Galeano
Quella notte fu dura per entrambi. Decisi di dirle la verità, che nel giro di una settimana me ne sarei tornato a Lima, che non ci saremmo più rivisti. Avevamo in sospeso un viaggio verso le province orientali, prima Santa Clara, Ciego De Ávila, Camagüey, e infine Santiago de Cuba. Avevamo dunque un sogno difficile da realizzare. Difficile almeno quanto trovare un autobus all’Avana dopo le undici di sera. Ed erano le undici.
Avevamo visto passare l’ultimo una mezz’ora prima. Avevamo provato a prenderlo al volo, inutilmente.
Appello all’OSCE

una segnalazione preoccupata
Quando leggo queste notizie penso che i miei amici che dovranno votare in alcune regioni d’Italia – tipo appunto la Sicilia – non stanno affatto esagerando, disfattisti, quando lanciano un appello come questo, firmato da Antonio Pagliaro.
(Ringrazio Nicolò La Rocca che me l’ha segnalato).
Disperato amore senza fine
di Franz Krauspenhaar
toh, prendi, dai, oh, dai, godi, toh, tiè tiè tiè, oh, sì, dai, oh, dai, godi, tiè, puttana, tiè, troia, toh, toh, toh, prendilo, dai, tiè, dai, godi troia dai, prendilo prendilo dai, oh sì, vacca puttana schifosa dai, oh sì dai, troia schifosa sì dai, oh prendilo dai, in bocca, toh, in culo ora dai, oh, sì, aspetta, dai, sì, oh dai sì, vacca dai sì, davanti ora dai, oh sì prendilo dai, oh sì prendilo tutto questo cazzone schifoso dai, tieni dai prendi il cazzo dai, il cazzo del porco dai, tiè toh toh toh dai, oh sì prendilo prendilo dai, dai su prendi dai toh tiè tiè, oh sì dai che vengo toh, dai che sborro dai toh, dai puttana dai muoviti dai toh, sì oh sì godo sì vengo oh, sì
Un padre, un secolo
di Marco Lodoli
Un uomo su un letto di cenere, lungo come un secolo
E corto come un addio: ed è mio padre.
Lui l’Etiopia e la Spagna, Lubiana e Salò
Giovinezza giovinezza e morte morte
Ma insieme a me poche cose, un’altalena
Forse qualche afosa sfilata del due giugno
Coi carri pesanti e i bersaglieri sudati
Io piccolo accanto a lui e lui muto nei ricordi.
Processo a Dio

di Giuseppe Rizzo
Capelli di donna. Biondi, scuri, grigi, secchi. Ossa. Femori, clavicole, crani. Denti. Di adulti, di bambini. Valigie. Vestiti. Scarpe, libri, collanine, anelli. Centinaia di lettere mai spedite. Fascicoli. Schedari, numeri. Report di esperimenti. (Tagli coscia destra, soggetto morto per dissanguamento. Ripeti).
Questo è il mondo del padiglione 41 del campo di concentramento nazista di Lublino-Maidanek fino al momento della liberazione.
La traduzione del testo poetico
Roma, sabato 29 marzo 2008
Teatro dei Dioscuri, via Piacenza 1
LA TRADUZIONE DEL TESTO POETICO
GIORNATA DI STUDIO
PER IL VENTENNALE DELL’ISTITUZIONE
DEI PREMI NAZIONALI PER LA TRADUZIONE
Gioventù tedesca I
Verso la fine del 1839 un 26nne Wagner giunse alle porte di Parigi, e subito… (ma lasciamo parlare lui, auf englisch visto che siamo in rete) I made the acquaintance of Meyerbeer. I brought under his notice the two finished Acts of my Rienzi; he promised me, in the friendliest fashion, his support in Paris. Entirely without any personal references, I could rely on no one but Meyerbeer.
Turritani
di Giovanni Cossu
Anche se a dire la verità, non tutta la vita di Titto trascorreva tra la casa e la mescita.
Anche lui coltivava le proprie lattughe, come si sarebbe detto, con espressione idiomatica, in quella terra, Turritania, chiusa, a sud, tra gli orti che circondavano il ricco capoluogo, Tattari, il cui nome sembrava trarre significato, a detta di alcuni, da un’originaria occupazione del luogo da parte di certe popolazioni tartare, ma che in seguito, per un’inopinata civilizzazione, a detta di altri, si era trovato a perdere, stando almeno alla lettera, assieme all’originaria fierezza, anche la r, e, ad est, le vigne di male amati cugini, di cui si diceva che non tanto per ragioni storiche, e attualmente economiche, coltivassero quella pianta dagli oscuri quando non del tutto chiari e rigogliosi grappoli, ma per poter nascondere, dietro gli indubitabili effetti di una non moderata ingestione dei succhi fermentati di questi, una loro genetica mollezza di cervello, escogitando a questo fine la stessa denominazione del paese, che proprio con la determinata rimozione dell’articolo – determinato o indeterminato che fosse, ma piú indeterminato che determinato nella sua assenza – lasciava intendere, nella sua reiterata affermazione letterale: Sorso… Sorso… Sorso…, esattamente quello che speravano gli altri bevessero, e cioè che in quello, e solo in quello, si trovava il segreto dell’idiozia collettiva di cui da sempre era stati accusati da parte dei circonvicini parenti.
I cantieri del romanzo – 2
di Giacomo Sartori
5. I cantieri del romanzo
L’arte del romanzo può in effetti essere vista come un vasto territorio di sperimentazione, un vasto cantiere, dove convergono gli strumenti specialistici provenienti dalle discipline umanistiche e dalla scienza. O meglio, il romanzo si spinge nelle zone d’ombra non ancora esplorate, spesso anticipando (in particolare nel campo della psicologia, o anche in quello scientifico), crea dei corti circuiti tra approcci diversi, alligna sulle contraddizioni che li oppongono. Questo rapporto è di solito più facilmente rinvenibile nelle narrazioni di tipo mimetico o realista. Ma anche le narrazioni più lontane dalla mimesi (il Beckett romanziere, o Cortázar, o la Ortese, per intenderci) a ben guardare non prescindono mai – e sempre astraendo dalle influenze più strettamente letterarie – da un ben maturato posizionamento rispetto a tali saperi. Calvino, con la sua curiosità intellettuale e il continuo sforzo di capire cosa succedeva in discipline anche molto lontane dalla sua formazione, e di tradurre le evoluzioni di queste nella propria poetica (o comunque di adattare quest’ultima alle prime), è per me un ottimo esempio (indipendentemente dall’affinità che si può provare o meno per l’universo delle sue opere) della necessità e della fecondità di questo confronto.
La pausa pranzo è la merenda d’ogni morte
di Franz Krauspenhaar
Quando puntualmente tornai in sedia a rotelle dall’ultima presentazione del mio Memorie di due vecchi blogger pentiti, scritto in collaborazione con Loredana Lipperini, ero completamente sfinito.
L’infermiera Korrada Iordanescu m’infilò la flebo in bocca per alimentarmi coi soliti quadrucci liofilizzati del Mulino Bianco.
Una volta ripreso un po’ di tono, Korrada mi condusse a letto. Con le ultime forze tentai di palparle la natica destra di bianco coperta, poi la mia piccola mano grinzosa cadde nel freddo vuoto bianco del letto ospedaliero. Deve dormire dotore Kappa, disse la simpatica sessantenne spiegando un sorriso transilvanico.
Succede che l’Italia
di Christian Raimo
Succede che l’Italia, come dicono i manifesti elettorali, sta cambiando, è vero. Se come cerca di illustrare la famosa teoria di Girard sul meccanismo vittimario, una società si costruisce su un modello di persecuzione, è vero che la nostra società sta cambiando. Emergono nuovi capri espiatori, emergono nuove categorie di vittime, emerge un nuovo bisogno di regole fondanti. L’altro giorno per dire ero in metropolitana a Roma e un’inedita security si è avvicinata un po’ minacciosa a un vecchio suonatore di fisarmonica e l’ha invitato a smettere e a scendere. Nuove e precise regole, ho pensato.
Il silenzio della poesia
di Francesco Accattoli
Dai quattro angoli di quattro piazze di questa terra
un silenzio quadrato
un solido platonico che ora si smussa
nel torpore. E corre ingombrato
dai neon, dalle porporine, dalle teste di plastilina,
dalla vigilia di quest’altro secolo.
E poi con questa poesia ho fatto un aeroplanino

di Zachary Schomburg traduzione di Marco Simonelli
PIENO DI COLTELLI
1) La sua schiena è piena di coltelli. Sulle lame sono incise delle scritte.
2) La notte dorme a faccia in giù nel suo perimetro di gesso.
3) Ha dei problemi con i metal detector.
4) Alle feste di compleanno c’è sempre qualcuno che gli chiede educatamente scusi, mi passerebbe un coltello per tagliare la torta al cioccolato?
5) Preferisce stare con le spalle al muro, al ristorante si siede ai tavoli nell’angolo.
L’ACROBATA di Sylvia Plath

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Ogni notte quest’agile giovane donna
Tutta la notte in equilibrio
Dorata, avanza precisa
Addestrata a tal punto, la ragazza
Poi, finito il difficile esercizio, fa un inchino
Alti carri rotolano dentro
Ma lei s’accorge dello stratagemma
Ora come punizione per il suo talento |
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AERIALIST
Each night this adroit young lady
Nightly she balances
Gilded, coming correct
Lessoned thus, the girl
Then, this tough stint done, she curtsies
Tall trucks roll in
Sighting the stratagem
Now as penalty for her skill, |
(traduzione di Orsola Puecher)
Musica da qui
Perché la mafia ha vinto
di Giancarlo Caselli
Più di un secolo fa, nel suo saggio “Che cosa è la mafia” Gaetano Mosca scriveva: “È strano notare come coloro che discorrono e scrivono di mafia […] raramente abbiano un concetto preciso ed esatto della cosa, o delle cose, che colla mafia vogliono indicare». Un vecchio vizio, tutto italiano, che per fortuna contempla vistose ed importanti eccezioni. Tra queste – indubbiamente – le ricerche e gli studi di Nicola Tranfaglia, ormai patrimonio consolidato per tutti coloro che di mafia vogliano sapere qualcosa di più serio rispetto alle…fiction televisive di moda. L’ultima fatica di Nicola Tranfaglia (preziosa come le precedenti) si intitola “Perchè la mafia ha vinto”. In realtà si tratta di una storia della mafia che ci aiuta a capire meglio che cos’è la mafia oggi, nel terzo millennio, a quindici anni dalle tremende stragi palermitane del ’92.
I cantieri del romanzo – 1
di Giacomo Sartori
1. Il romanziere e le sue materie prime
Come moltissimi altri autori contemporanei di narrativa, anch’io per ogni testo che scrivo, e naturalmente a maggior ragione per i testi lunghi, per i romanzi, utilizzo molti materiali che mi servono per attingere delle idee e delle informazioni di vario tipo. Che mi servono quindi come ‘documentazione di base’, come ‘materia prima’. Dando a questo termine un senso lato: si va da testi teorici che poi si riflettono nelle tesi di fondo/assi centrali del testo, a scritti tecnici molto specialistici legati appunto a qualche dettaglio di minore importanza (testi sul linguaggio corporale per descrivere un determinato e non ricorrente gesto di un personaggio, testi sulle armi da fuoco per descrivere un fucile che appare nelle mani di un personaggio…).
L’insieme di questi materiali comprende a seconda dei casi testi di storia, di filosofia, di psicologia e di psicanalisi, di etologia, scientifici, tecnico-specialistici, iconografici, biografici e autobiografici… (Naturalmente tra i materiali di documentazione ci sono anche quelli che provengono da internet, che io stesso come molti altri scrittori utilizzo in modo sempre più massiccio. E qui, proprio per il carattere aleatorio della navigazione, la ricostruzione dei percorsi, dell’ordine temporale e della gerarchizzazione dei vari strati di informazione, delle quali parlerò nei paragrafi seguenti, si farebbe ancora più difficile).






