di Marco Rovelli
Sono felice di aver conosciuto Marino Magliani prima di leggere un suo libro, e di averlo conosciuto nel suo ambiente olandese, nella sua casa nel condominio di IJmuiden, nel suo studio stretto e ingombro, di aver camminato con lui sulle sue spiagge olandesi, tra i bunker in faccia al mare. Così ho potuto riconoscerlo, nel libro che ho letto solo dopo, Quattro giorni per non morire. E ogni cosa, qui, la dico del libro e di Marino insieme, c’è come una soglia di indifferenza che mi impedisce di distinguere: perchè, in ambedue i casi, il discorso articolato è lo stesso. Un discorso che disumani.

di Ornela Vorpsi









