Home Blog Pagina 508

Disorientamento

17

Considerazioni sul perdere la bussola
di Andrea Bajani

Sono affetto da una forma di inettitudine particolarmente socializzante: non ho il senso dell’orientamento. Non avere il senso dell’orientamento determina un disperante bisogno degli altri, un attaccamento istintivamente morboso nei confronti del prossimo. Soltanto gli altri, quando ci si smarrisce, sono in grado di tirarti fuori dall’impaccio, di fornirti un qualche elemento di concretezza sulla tua posizione nel mondo. Una persona che si perde la si riconosce immediatamente, camminando per strada. Sta ferma in un punto e si volta in tutte le direzioni, passando in rassegna i punti cardinali con un’ accentuata vacuità dello sguardo. Ogni direzione, si legge negli occhi dello smarrito, è ugualmente priva di senso, ma allo stesso tempo ogni direzione indica potenzialmente una via d’uscita, la fine di un incubo. Per una persona smarrita gli altri esseri umani diventano improvvisamente angeli custodi, mentre viceversa tutt’intorno lo spazio si trasforma in una intricatissima e scura foresta di simboli.

Morti bianche

22

foto_guanto_lavoro_md.jpg

Comunicato Stampa

Lavorare in sicurezza
Il lavoro, la salute e la sicurezza nelle fotografie delle collezioni Alinari
In mostra al Palazzo del Quirinale dal 18 ottobre al 25 novembre
Presentazione alla stampa
: mercoledì 17 ottobre.

Parte dalla Sala delle Bandiere del Quirinale, il prossimo 18 ottobre, la grande mostra itinerante per raccontare il lavoro, la salute e la sicurezza dei lavoratori, attraverso le collezioni degli archivi Alinari, il più importante fondo fotografico documentario esistente in Italia e uno dei maggiori su scala mondiale.

Dix-sept tentatives de poésie Canadienne

10

immagine-016.jpg Andrea Inglese

Tentativo Primo

Ecco Montréal così come l’ho lasciata. Una città che le mie sofisticate tecniche d’oblio hanno ridotto ad una semplice frase. “Non c’era la guerra.” (È più facile vivere qualche giorno in una città dove non c’è la guerra.) Questo è il ricordo più vivido, più certo. Posso essere stato manipolato, mi hanno magari rapito, per poi drogarmi, e attraverso ipnosi impormi alcune immagini o frasi fatte, e poi con sostanze non comuni hanno cancellato i ricordi del condizionamento, lasciando intatti solo quelli fittizi, ma comunque non ho visto morti, crateri per le strade, uomini armati ad ogni angolo, mezzi blindati fermi nei piazzali. È difficile anche per loro, per quanto possano essere astuti e progrediti medicalmente, neutralizzare le ramificazioni vaste, incontrollabili, di un’esperienza di guerra.

Una difficile leggerezza

8

di Giorgio Fontana

se io caco merda o se lei se la mangia; ora però qualcosa di più serio.

Wolfgang a Leopold, 3/10/1777


Anche ciò che può essere leggero può essere grande.

Leopold a Wolfgang, 13/8/1778

Le notti di Vienna. Le notti di Parigi. Le notti di Firenze e quelle di Londra. Le notti di Madrid. Tutte le notti sono uguali, la fatica è sempre la stessa, e le coperte non pesano meno se dalla finestra vedi un abete o un fiume, una piazza di gitani in festa o un lampione sbavato dalla nebbia. E nelle notti di Salisburgo sono raccolte tutte quelle passate, Leopold, è come un mazzo di carte ben stretto, pesca pure a caso, tanto non cambia nulla. Il figlio ha trent’anni. Dove si trova? L’ultima lettera veniva da Praga, ma le lettere sono strumenti menzogneri, come la luce delle stelle. Restituiscono un’immagine che è già vecchia, già libera dalla mano che l’ha tracciata.

Il tuo bene

16

di Francesca Piccoli Bianchi

a Gemma Gaetani

Io sono stata lacerata e poi
chirurgicamente infetta.

Chi parla di dolore non sa
cosa è essere il boccone degli altri.

Qualcuno ti vede per strada,
proprio nel momento
in cui stai imparando a morire
senza paura.

Allora ti prende di peso
e ti riporta sull’orlo.

Storie di Anna

55

bedchairjetlag.jpg

di Anna Lamberti Bocconi
 

Fin dalle origini…

Come il cane che ha strappato il guinzaglio
il palloncino che si è strappato dal filo
se ne vanno nell’atmosfera corrono via
nella dissoluzione irrimediabile
e il bambinetto si è strappato il cuore
suonano male anche nei versi queste cose
non sono musicali da scrivere o dire
accadono per il male ed è incredibile
l’attimo, solo un attimo, e il prato è verde
uguale, il cielo è dipinto uguale eppure
la morte ha morsicato e quello
avrà sì e no cinque anni e non guarirà mai più
ha i pantaloni corti, è per mano a suo padre,
è una bambina, piange all’asilo, è molto bella,
è orfano, è musone, si picchia con tutti,
sono gli anni Sessanta, gli anni Settanta, gli anni Ottanta
si srotolano in eterno le fratellanze invisibili
stagliate nella pietra degli incidenti da niente
ti ricomprano il palloncino, riprendono il cane
tutto va a posto tranne il dolore-terrore
il cuore resta crepato non combacia più bene
e infine siamo qui grandi, a recitare fra la gente.

Visto che qui si discute di premi letterarî…

13

mi sono detto che magari questo poteva interessare. a.r.]

Bando di concorso

Poesie erotiche (si fa per dire)

26

untitled.bmp

di
Francesco Forlani

Corri a perdere fiato
perdere terra
e i sensi
in una luminosa istanza
un imbrunire della pelle
ai primi raggi di sole
ai primi baci

*
di come ad ogni tuo respiro
pare perfino il tempo cosa viva
ed io tra dita e vita
-che poi fa lo stesso-
in duco e scorporo collana
di piccole perle
di piccole gemme
come una corona di non detti
che se mi inchino è per guardarti dentro
e tra le gambe tue
– ricordo solo le caviglie belle –

in un palmo di mano
l’anima tua farà da ostello

Io non sono qui

21

dylan_fire.jpg

di Mauro Baldrati

Io non sono qui è un film che diventa bello, a tratti molto bello con qualche picco di bellissimo o addirittura di meraviglioso: all’inizio serpeggia l’inquietudine perché sorge il sospetto che si tratti di una copia di No Direction Home, il documentario con filmati originali di Scorsese: interviste veloci, tracce di concerti, canzoni, ritmo serrato, ma il tutto filtrato dalla finzione e dalla patina del rifacimento e della posa; poi però arriva una scena – uno dei picchi di meraviglioso – in cui il primo dei sei protagonisti che interpretano personaggi ispirati alla vita di Bob Dylan

Pugni chiusi

1

sundook.JPG

di Gianluca Veltri

Se esiste un angelo della boxe, sotto la sua ala consolatrice avrà trovato pace Duk Koo Kim. È una ballata triste, quella di Duk. Che dopo essere stata anche un film, nel 2004 è diventa una chilometrica canzone dei Sun Kil Moon di Mark Kozelek (ex leader dei Red House Painters). Kozelek ha dedicato al pugile coreano un epico brano di oltre 14 minuti, Duk Koo Kim, incluso nell’album Ghosts of the Great Highway.

ARPANet – editoria innovativa multimediale.

8

L’iniziativa editoriale ideata da ARPANet rappresenta un format innovativo nel panorama editoriale italiano.
L’iniziativa punta a promovere e lanciare i più originali ed avvincenti libri di nuovi autori contemporanei, attraverso particolari modalità di selezione: ogni sei mesi, ARPANet invita tutti coloro che lo desiderino a candidare propri testi di narrativa e poesia, sottoposti (sotto forma di brevi estratti) alla valutazione libera del pubblico online. Gli autori candidati ricevono così un riscontro immediato da parte dei lettori, commenti o suggerimenti utili.

La sùrroga

134

di Andrea Capocci

Sette anni fa partecipai con successo all’ultimo concorso pubblico per diventare insegnante di fisica nelle scuole superiori del Lazio. Poi il concorso per l’insegnamento fu sostituito dalle famigerate scuole S.S.I.S. Sette anni fa, però, vivevo all’estero e dedicai poca attenzione a quel concorso. Inviai con mesi di ritardo i documenti richiesti e al Ministero della Pubblica Istruzione non risulta tuttora che io sia laureato. Anche il Ministero dedicò scarsa attenzione a me, tanto è vero che l’unica comunicazione ricevuta in questi sette anni risale a un mese fa: un telegramma mi convocava a Latina per l'”eventuale nomina in ruolo”. Credevo che il ministero mi avesse cancellato dalle liste e invece mi offriva un “eventuale lavoro”. Perciò, in una torrida alba di fine agosto di quest’anno, esco di casa e vado a Latina.

MOLOKH II

7

di Angelo Petrelli

I. 6

    - no, non è precisamente una prospettiva –
più che altro una prova di fede, una salto malfermo,
di buio/in buio: queste immagini sorgono tra i freddi
della mente, sono scuole di soprassalti, credimi,
o di ragioni più calde, mucose semenze che vengono
solo a segnarti il ventre di mille onde, sono lumache
questi cervelli, bestie senza vertebre, onde psichiche

Il negozio

8

kylix3.jpgdi Sergio Garufi

I suoi detrattori affermano che l’etimologia è il luna-park dei filologi, e che il significato originario delle parole non coincide mai con quello attuale. I suoi sostenitori ribattono che in quello scarto semantico spesso si annida il segno della decadenza dei tempi. Per gli antichi Romani, ad esempio, il “negozio”, cioè il “lavoro”, era la negazione dell’ozio (nec-otium), e in questo modo stabilivano un’eloquente priorità linguistica; mentre il ribaltamento odierno denuncia che solo una società intimamente consapevole della propria condizione di schiavitù può definire “tempo libero” il non-lavoro. Ma si sa come vanno a finire queste cose. L’idea dell’asservimento universale è ormai degradata al rango di evidenza: tutti l’ammettono e nessuno si ribella. L’orrore della rivelazione è stato domato, e una volta divenuto refrain le sbarre spariscono. Come succede nelle assemblee condominiali, in cui la dimensione pubblica si sovrappone a quella privata fino a rendersi indistinguibile, oggi ognuno è ciò che fa (il ragionier Rossi, il geometra Brambilla, l’avvocato Esposito), e questa reclusione variamente retribuita ha partorito gerarchie e conferito status symbol.

Joe Zawinul: in a silent way

8

zawinul1.jpg

di Lisa Sammarco

Stanotte prima di addormentarmi leggevo qualche pagina del libro  “Memorie di un artista della delusione” di Jonathan Lethem. È una autobiografia dello scrittore. In realtà più vado avanti e più la leggo come una dichiarazione d’amore che Lethem  rivolge a tutto quanto; nel corso degli anni che vanno dalla sua infanzia fino ad adesso, si è fuso seguendo una illogica quanto magica alchimia, che probabilmente lo ha portato alla scrittura. Lethem scompone  nel libro con amore e lucidità tutti quegli elementi : luoghi, persone, letture e la musica.

Zonetty

61

gerhard-richter-frau-180×278.jpg

di Ruggero Solmi

XI.
Mistinguett fa fuori Ugo Tognazzi
e Josephine Bakèr stupra l’Adamo
lasciando sola sul selciato Eva a urlare “t’amo!”
e a violentare affranta tanti cazzi.
Razzi
d’amo
vai mò
nazi!
Mistinguett la Bakèr Udo Juergens Rod Steiger Mirna Loy
Nanni Loy Ubaldo Lay Yves Montand Claudia Cardinale
vacca che coi
ti

anali.

Apprendo da un commento

8

zawinul.jpg lasciato su Lipperatura da Girolamo (De Michele?) che ieri è scomparso Joe (Josef) Zawinul.
Invito ad ascoltare o riascoltare questo grandissimo musicista.

https://youtube.com/results?search_query=joe+zawinul&search=Search

Gli occhi della vittima, gli occhi del nemico

3

di Christian Raimo

A Pasquetta scorsa, a Roma, a Tor Pignattara, fu ucciso a freddo Ahmed, un uomo bengalese. L’assassino era un vicino di casa che non sopportava la puzza e i rumori che venivano dal piano di sotto. Il processo deve partire in questi giorni ma il clamore che allora suscitò la notizia adesso è nullo. Si disse che il municipio si sarebbe occupato dei funerali e del rimpatrio della salma ma non fu così. Si disse che il Comune sarebbe stato vicino alla famiglia della vittima, ma chi elargiva promesse è scomparso. A vedere ammazzare Ahmed c’era anche la nipotina, sfiorata da uno dei colpi: una bambina di quattr’anni che ha le convulsioni di notte, che viene assistita saltuariamente da alcuni psicologi volontari dell’Arci, e che quando cercano di convincerla che lo zio è tornato in Bangladesh risponde: «No, no, lo zio è morto».

Proposta per fare un premio letterario al quale si possa credere

79

[riceviamo da Giulio Mozzi e pubblichiamo volentieri]

Vado per punti, così si fa prima.

1. Un certo numero di persone si associano. Una condizione necessaria
è che ciascuno degli associati dichiari pubblicamente di stimare tutti
gli altri.

2. L’associazione sceglie un certo numero di persone (direi da tre a
cinque, non di più) alle quali si riconosca una maestria nell’arte
letteraria. A queste persone, d’ora in poi chiamate “Maestri”, si
chiede la disponibilità a “tenere a bottega”, per un tempo determinato
(direi almeno un anno), una persona più giovane di loro. (In che
consista il “tenere a bottega”, è cosa di cui l’associazione discuterà
con i Maestri). Nel contempo l’associazione si impegna a coprire, in
modo e misura da determinarsi, le eventuali spese.

Language is a virus + Less is more?

9

di Piero Vereni

[riprendo questo scritto in due parti dal blog di Piero Vereni, che ringrazio. a.r.]

1. Language is a virus

Premessa-Disclaimer: Non ce l’ho con Daniele Salvini, giornalista e film-maker che non conosco e che quindi rispetto di default. Anzi, i video che ho visto di lui mi sembrano interessanti e si accavallano per tanti aspetti al mio lavoro di antropologo delle identità. Ma le cose che lui dice e che commento in questo post potrebbe averle dette chiunque, le dico anch’io in altre forme (vedi il titolo del post). E comunque, non intendo “criticare” quel che dice Salvini, semmai iniziare a riflettere grazie allo spunto delle sue riflessioni (Fine del disclaimer).

Nell’ultimo numero di Nòva24, il bellissimo inserto del giovedì del Sole24ore, Daniele Salvini scrive un pezzo, a pagina 6, titolato (lo so, non è opera sua, i titolatori sono una professione a sé nel mondo del giornalismo) “Comunità aperta (ma non per tutti)”. Si parla del ventennale di Sdf (Super dimensional fortress).

Complementarità – a mo’ di conclusione

6

di Antonio Sparzani

Bacco adolescente

Adesso voi vi sarete dimenticati quasi tutto delle puntate precedenti, e quasi anch’io. Però sarebbe bello almeno ricordarsi del motivo di quella parola che ho scelto di mettere sempre nel titolo di questi pezzi e cioè complementarità. Cosa c’entra la complementarità con tutti i discorsi successivi, mirati a comprendere la tabella periodica di Mendeleev (Dmitri Ivanovič) e a giustificare la struttura dell’atomo? Cosa c’entra?

Ciò che ha originato l’uso della parola è stato (come dicevo nella puntata introduttiva) il comportamento della luce − parola che comprende, come sapete, tutte le onde elettromagnetiche − : la luce (ma avete visto cosa Caravaggio riesce a fare con la luce?) mostra talvolta un comportamento da onda, e talvolta da particella (cioè insieme di tante particelle, ovviamente) ; è come se sia Newton (teoria corpuscolare della luce) che Huygens, Fresnel, Maxwell e tutta la fisica dell’Ottocento avessero avuto ragione. Di fronte a questa che sembra una contraddizione insanabile, e che è così come appare, non c’è nessun profondo mistero nascosto, quale atteggiamento può avere il fisico, l’attento osservatore della natura, colui che vuole ridurla a leggi, vuole imbrigliarla in quella categoria che l’encefalo di Homo sapiens sapiens denomina