è nata Maledizioni.
(i libri di noi)
di
Sparajurij
All’inizio di tutto c’era questa piccola follia di pensare i libri come
cose vive. Vivi loro, vivi noi, vive e vitali le parole di cui sono fatti,
parole come globuli rossi, piastrine inconsolabili, molecole di ossigeno
capaci di far respirare o lasciare esplodere ogni cosa.
All’inizio di tutto c’era anche questa immonda pretesa di essere un
gruppo, un branco di imberbi senza ritegno che sapesse viaggiare,
incontrare altri mondi, altri branchi, un alveare che scrivesse il più
possibile lasciandosi a sua volta scrivere; un gruppo di idioti che tra
l’altro ha perso tempo rincorrendo giochi inutili e blasfemi, quasi sempre
per il solo gusto di essere inutili e blasfemi, quasi mai riuscendoci fino
in fondo.
Ricevo e volentieri pubblico (RVP)
Bacheca di novembre 2005
Usa i commenti come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero.
Per la Chrysler
Cosa succede a un ragazzino di quattordici anni che vive nelle isole Trobriand, nella Melanesia occidentale, quando i suoi genitori decidono di non partire più per ricongiungersi a loro parenti emigrati in Europa, ma attraverso un finanziamento di una ong, di dedicarsi a gestire una piccola village guest house per turisti?
da “Prossimamente”
di Giancarlo Majorino
è bello avere parecchio da fare pitturate bene le labbra
è bello non dover resistere fuori al gelo senza poter prendere un taxi
è bello tirarsi su la mattina per un soave appuntamento
fantasie favorevoli in testa e far vacanza come gira
Colazione al Fiorucci Store (Milano)
di Massimiliano Governi
Il 9 ottobre 2004 ero lì che scorrevo la colonnina dei pezzi sul sito di Nazione Indiana per vedere se c’era qualcosa di interessante e l’occhio mi è caduto su una
Tre poesie dei vent’anni
di Franco Arminio
per Angelo
esce la morte
dalla buca
come la formica
per riportare al buio
il chicco.
IN TERRA D’ABRUZZO

Fra Pescara e Chieti, dal 2 al 16 novembre, si può rivedere tutta la produzione cinematografica di
Facciamo così, vi allego il programma.
FICTIONSCAPE. Splendori e miserie della fiction televisiva italiana #2
di Giorgio Vasta

Seconda parte della conversazione con Giovanna Koch sulla
CENSURA, AUTOCENSURA, DEVIANZA CREATIVA, MANDRIE E COW BOY
GIORGIO. Provo a precisare alcuni punti per evitare fraintendimenti.
Quando mi riferivo alla profonda differenza tra la resa drammaturgica dell’Innocenzo di Bacon rispetto a quello di Velazquez non era assolutamente mia intenzione far valere questa differenza in termini di giudizio – meglio Bacon e peggio Velazquez. Né volevo cadere nell’equivoco di immaginare che avendo Velazquez un committente, allora questo semplice fatto avrebbe limitato le sue capacità espressive, mentre Bacon, svincolato da queste pressioni, si costituirebbe come modello ideale di artista “libero”.
Parola Plurale (2)
64 poeti italiani fra due secoli
a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli e Paolo Zublena
7. Col gusto per la sintesi e la provocazione che lo contraddistingue, Sanguineti liquida la questione in maniera spiccia: «Dopo gli anni sessanta vengono a mancare due aspetti fondamentali: le tendenze e gli autori importanti». Tutte quelle seguìte alla neoavanguardia non sono che «proposte reazionarie» (Sanguineti 2004, 101).
Il sabato del villaggio (globale)
di Elio Paoloni
All’uscita del penultimo libro, il cupo, inquietante, morboso Ian Macabre – così
da Sud n°5
Il testo che segue , cone Renata Prunas racconta nell’altro post, Rocco Scotellaro lo aveva mandato a Pasquale Prunas perchè lo pubblicasse su
Una testuggine
di
Rocco Scotellaro
Sarebbe un segreto non farsi prendere dalla malinconia in queste giornate natalizie, eppure nel vicinato i camini che fumano lenti sulla strada, come i panni sparsi al sole si prendono i nostri pensieri dentro i loro pennacchi.
È morta stamane la testuggine, l’avevamo tenuta nella crusca, vicino al fuoco per conservarla calda e viva.
Contadini e Luigini
Ecco: i due veri partiti che, come direbbero nel Mezzogiorno, si lottano, le due civiltà che stanno di fronte, le due Italie, sono quella dei ‘Contadini’ e quella dei ‘Luigini’.
“[…] Ebbene: chi sono i Contadini? Sono prima di tutto i contadini: quelli del Sud, e anche quelli del Nord: quasi tutti; con la loro civiltà fuori del tempo e della storia, con la loro aderenza alle cose, con la loro vicinanza agli animali, alle forze della natura e della terra, con i loro dèi e i loro santi, pagani e pre-pagani, con la loro pazienza e la loro ira. […] Ma non sono soltanto i contadini. Sono anche, naturalmente i baroni […], quelli veri, con il castello in cima al monte: i baroni contadini. […] E poi ci sono gli industriali, gli imprenditori, i tecnici: soprattutto quelli della piccola e media industria, e anche qualcuno della grande: non quelli che vivono di protezioni, di sussidi, di colpi di borsa, di mance governative, di furti, di favoritismi, di tariffe doganali, di contingenti, di diritti di importazione, di privilegi corporativi. Gli altri, quelli che sanno creare una fabbrica, quel poco di borghesia attiva e moderna che, malgrado tutto, c’è ancora nel nostro paese, per quanto possa sembrare un anacronismo. E anche gli agrari, magari i grossi proprietari di terre, ma quelli che sanno dirigere una bonifica, ridare una faccia alla terra abbandonata e degenerata. […]
Parola Plurale (1)
64 poeti italiani fra due secoli
a cura di Giancarlo Alfano, Alessandro Baldacci, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Raffaella Scarpa, Fabio Zinelli e Paolo Zublena
(È appena uscita per l’editore Luca Sossella un’antologia di
da Sud n°5
Liberate uomini l’ergastolano
di
Rocco Scotellaro
Chiuso nel cerchio che disegni
roteando le tue mani protese
verso un segno di liberazione,
mentre insiste questa pioggia
che porta nella stanza tanta luce
quanto basta alle tiepide cappelle,
han bussato alla tua porta nel silenzio
i contadini laceri del
i calzolai tisici dipinti
come l’acqua sporca della suola.
E sul libro le parole
riacquistano il calore della fiamma.
L’ora dei falchi solitari
induce al refrigerio
dell’ombra delle acacie.
Le voci sono le maledizioni
dei mietitori contro il sole:
non è tempo che la tua mano inerte
tracci motti sibillini
sull’arena accaldata.
Hai tu ergastolano nel tuo cuore
appeso alle sue sbarre,
così solo come sei.
I mietitori si son dati
convegno questa sera
a batter pugni sulla spalla
del datore di lavoro.
E sento che t’insorge la preghiera
fra le loro canzoni e le bestemmie:
Liberate, uomini, l’ergastolano.
Arroganza
(Pubblico volentieri questo pezzo, scritto appositamente per Nazione Indiana. Mi sembra molto interessante e pieno di spunti. Vincent Raynaud è editor per la narrativa italiana di Gallimard e traduttore. Da qualche mese vive in Italia. AB)
di Vincent Raynaud
Non è sempre facile per un francese vivere in Italia. In parte perché i francesi sono arroganti, si credono più bravi di tutti, e hanno un enorme complesso di superiorità rispetto agli italiani. Sembra un cliché ma purtroppo non lo è, per quanto possa essere assurdo, visto il livello delle proposte artistiche nella Francia d’oggi. Figuriamoci in campo letterario. Ma vediamo piuttosto un paio di esempi recenti che riaccendono l’eterno conflitto fra cugini francesi e italiani.
Risposta alla lettera aperta
Caro Sherif El Sebaie,
A nome della Comunità ebraica di Torino raccolgo il suo grido d’allarme e d’angoscia spedito il 19 settembre a tutte le Comunità ebraiche.
Non solo in quanto ebrei che hanno vissuto secoli di vessazioni e persecuzioni in svariate aree geografiche, di cui la Shoa rappresenta l’apice, ma anche in quanto cittadini democratici di questo Paese, condividiamo tutte le sue preoccupazioni.
Riteniamo che la lotta al
razzismo debba essere per tutti un impegno inderogabile insieme all’impegno per la salvaguardia dellademocrazia e dellalibertà .
Un caloroso shalomTullio Levi
Presidente della Comunità ebraica di Torino
Catena di Sanlibero 307
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riccardo orioles
La Catena di San Libero
25 ottobre 2005 n. 307
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La solitudine e il coraggio. “Me ne faccio poco di questi due, tre
giorni di copertura mediatica. Me ne faccio poco della visita di Ciampi
o del cordoglio politico. L’esperienza mi ha insegnato che poi tutti
torneranno a casa propria, e della Calabria non gliene freghera’ di
nuovo niente a nessuno. O solo per due-tre giorni l’anno”.
* * *
Il buio dentro gli occhi
Lo incontri in biblioteca, Said. Mi volete
Deve essere per questo che la sera del 2 marzo gli riesce ancor più intollerabile.
E’ successo nel
PASOLINI. Corpo e Scrittura.

In concomitanza con il trentennale della morte di Pier Paolo
Di seguito il programma.
da Sud n°5
Questo testo lo ha scritto Renata Prunas, sorella di Pasquale, fondatore nel 45 della rivista
Da SUD a SUD
di
Renata Prunas
a Rocco Scotellaro
«Spett Redazione di “Sud” – Napoli
Ho partecipato al concorso Sud del 15 luglio inviando una poesia . Avrò piacere di conoscere l’esito. Intanto invio l’acclusa poesia e prego mi siano inviati in assegno i numeri di Sud che frattanto usciranno. Saluti
R. Scotellaro
Tricarico – 10 agosto 1946»


