Andrea Raos
…pensando che c’è un scrittore capace di questo :
“Ci sono molte possibilità, perché la provvidenza non ammette alcun limite”, disse,
Andrea Raos
…pensando che c’è un scrittore capace di questo :
“Ci sono molte possibilità, perché la provvidenza non ammette alcun limite”, disse,
di Renzo Martinelli
“Valentino Rossi non aveva gradito quelle voci di crisi che gli avevano appiccicato dopo gli ultimi passi falsi (due terzi e due secondi posti, alla faccia della crisi…). Anche la critica più feroce lo pungeva per “colpa” sua: aveva abituato tutti a stravincere e questo gli si è quasi ritorto contro. Valentino se n’è accorto, si è sfogato reclamando solo un po’ più di obiettività e domenica si è levato parecchi sassolini dalle scarpe.
di Teatro Aperto
E’ da mesi che aspettano una mia mossa.
La torcia accesa in mano, li tengo in scacco e loro sanno che tutto dipende da un mio gesto.
di Antonio Moresco
Cari amici,
è da un po’ di tempo che vorrei dire anch’io la mia su alcuni degli importanti argomenti che sono stati affrontati ultimamente su “Nazione Indiana”. Ma ero tenuto per la gola da altre cose e non ce l’ho fatta. Ci provo adesso, che sono qui per una breve vacanza, come potrò, a piccoli pezzi, a strappi, a intervalli.
I blog, l’identità, ecc…
di Antonio Moresco
Ma sì, prendiamo ad esempio il caso di Simenon, che è assolutamente eloquente. Con una simile operazione di rovesciamento e legittimazione “alta” di Simenon -ma non solo di Simenon- è un’intera epoca che parla, che si presenta, che fornisce i suoi codici, esibisce il suo nauseante conformismo e la normalizzazione cui è sottoposta la letteratura, come qualsiasi altra cosa vivente. Hanno messo in testa a Simenon la parrucca di “grande scrittore”, il mantello coi gradi, e siccome la mossa viene fatta da un certo tipo di casa editrice, viene ripetuta a pappagallo su giornali, riviste, ogni recensore e mediatore, per mostrarsi aggiornato, alla page, non fa che ripetere che Simenon è un grande scrittore.
di Zibaldoni e altre meraviglie
Molti dei commenti ricevuti, anche dei più critici verso Nazione Indiana, contengono riflessioni importanti che vorrei riprendere, con i miei tempi, e con i miei modi, superando quel tono conflittuale che, a un certo punto, sembra aver preso il sopravvento. Così mi auguro che facciano anche gli altri collaboratori di Nazione Indiana. Intanto, prima di congedarci per le ferie, pubblico questa interessante doppia lettera mandata da Zibaldoni e altre meraviglie, la prima indirizzata a me, la seconda ai Lettori e scrittori di Nazione indiana (C.B.)
Cara Carla Benedetti,
noi, come vedrà anche da questa doppia missiva, non abbiamo alcuna fretta televisiva, quindi non si affretti a bacchettarci. Abbiamo urgenza, che è un’altra cosa.
Giorgio Mascitelli
Nei giorni scorsi sono andato a vedere La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana. Come è noto, si tratta di un film di 6 ore originariamente prodotto per la televisione e poi, in seguito a vicissitudini politico-aziendali, approdato alle sale cinematografiche diviso in due parti.
di Dario Voltolini
A Mantova, durante il festival della letteratura del 2001, avevo letto questo mio personale alfabeto in un incontro con il pubblico in compagnia di Alessandro Baricco e Sandro Veronesi. C’era un sacco di gente. Baricco e Veronesi ne hanno approfittato, perché tutto quel pubblico era evidentemente lì per me!
In ogni modo, questo era l’Alfabeto.
[file audio di circa 16 minuti]
di Raul Montanari
Lo so, il posto più adatto per parlare di ciò che gli uomini vogliono veramente dalle donne sarebbe un locale pieno di fumo e superalcolici. Invece siamo nel mio appartamento milanese, ordinato come un lager; sono le sette di sera e i cinque maschi presenti si sono divisi fra acqua minerale naturale e gasata. Alberto, il fotografo, fa da sesto. Prima ci mette a nostro agio dicendo: “Fate conto che io sia invisibile” (risultato: qualche minuto di pura paralisi nel gruppo), poi entra nel dibattito e parla più degli altri. Copriamo un arco di età che va dai 24 anni di Nick ai 44 miei. A proposito: abbiamo ben due Nicola. Chiameremo Nick il più giovane, studente universitario, Nicola il 43enne molto in forma che insegna filosofia. Completano la squadra Elvis, informatico 39enne, e Lorenzo, che di anni ne ha 31 e fa l’attuario (nessuno ha capito cosa vuol dire).
di Carla Benedetti
In televisione tutti ridono. Nella cronaca politica ognuno fa battute. Il capo del governo, anche quando non racconta barzellette, pretende di essere preso con ironia. Il presidente del maggiore partito di opposizione gli replica con battute. In libreria i libri più in vista sono raccolte di battute, di sketch, di barzellette.
Sono i bestseller di oggi, firmati da comici televisivi, ormai diventati un genere editoriale di punta. Vorrà dire qualcosa tutto questo?
Ho trovato il testo che segue frugando tra le carte di un Quadrato. Credo sia lo stesso Quadrato di cui parlava il reverendo Abbott in Flatlandia, un testo che risale a oltre cent’anni fa (1882) ma che mantiene intatta la sua freschezza anche ai nostri giorni. Vi si narrava, appunto, l’avventura di un Quadrato, un essere perfettamente bidimensionale, senza spessore, cittadino di un mondo a sua volta perfettamente bidimensionale e senza spessore, che un giorno ebbe la fortuna di ricevere la visita di una Sfera: l’essere tridimensionale per eccellenza.
Risposta a Helena Janeczeck
di Carla Benedetti
Cara Helena,
è importante il senso di collettività. Ma faccio fatica a identificarlo con la “società letteraria”, neanche con quella appena passata (quella dei Pontiggia, per intenderci).
di Helena Janeczek
Scusate il ritardo. Ho avuto solo oggi il tempo di leggere un po’ di commenti arretrati che mi hanno fatto tornare l’urgenza di aggiungere al mio pezzo di qualche settimana fa un paio di precisazioni.
Stefano Boeri a “99 – tutte le idee meno una”
La Biennale di Venezia
50. Esposizione Internazionale d’Arte
Archivio del Contemporaneo – ASAC
Venerdì 18 luglio, ore 17.00
Presso lo spazio Archivio del contemporaneo
Arsenale, Calle della Tana
Cos’è oggi la radicalità?
di Enrico De Vivo e Gianluca Virgilio
www.zibaldoni.it


Cos’è oggi la radicalità? Forse è da questa domanda che occorre partire per capire bene come occorra destreggiarsi nel nuovo ordine mondiale; che poi tanto nuovo non è, dal momento che ogni epoca, ogni popolo ha avuto il suo potere, più o meno invasivo, cui ha risposto appunto in questo modo, con radicalità.
Tentativo di risposta all’“ayatollah” Tiziano Scarpa
di Helena Janeczek
Robert Kagan è quel signore grassoccio che vive a Bruxelles, ma fa parte dei consiglieri di Bush, noto per una vulgata del suo libro Paradiso e Potere che sembra quasi una barzelletta: gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere. Noi abitanti delle varie nazioni europee avremmo tratto dalle devastazioni dell’ultima guerra la conclusione che è meglio coltivare il proprio orticello sperando che dia frutti buoni e redittizzi, impegnandoci per renderlo sempre più curato e piacevole sino a farlo sembrare il giardino dell’Eden, mentre loro – Kagan è americano – sono grandi, sono forti, sono una superpotenza che si identifica col proprio potere e quindi, assumendosene tutto l’onere e il rischio, considerano giusto impegnarlo quando e dove gli pare.
di Giuseppe Genna
Vorrei spezzare una lancia in favore degli americani dell’antologia di minimum fax: noi non siamo bambini bruciati, loro sì. Noi siamo esposti da una quantità inimmaginabile di decenni alle contorsioni del Leviatano di fronte al quale, proprio come bambini che finiscono nelle fiamme, gli americani reagiscono mediante balbettii avantpop.
di Dario Voltolini
Credo che bisognerebbe fare un Burned Children of Europe. Anzi, credo che bisognerebbe organizzare qualcosa di stabile per dare voce alla letteratura europea in quanto tale. E se la lingua di riferimento fosse l’inglese, tanto di guadagnato.
di Marco Cassini
Mi sento chiamato in causa.
Io ringrazio Tiziano Scarpa perché so che ha buoni gusti e buon cuore e credo non ci fosse affatto ironia nel definirci “solerti funzionari stranieri, assolutamente spontanei” (be’ se era una presa per il culo non me ne sono accorto, e lasciatemi vivere nell’illusione che fossero dei complimenti…) e capisco benissimo lo sfogo, il desiderio che succeda qualcosa di analogo per i nostri autori, under o over forty non importa.
di Carla Benedetti
Credere che possa ancora esistere l’eresia è oggi un’eresia.
Se si prende alla lettera l’ideologia dell’Occidente tardomoderno, nessuna ortodossia è infatti più immaginabile, né nella religione, né in nessun altro campo. Caduti, almeno apparentemente, i dogmi e le pretese di universalismo, ogni differenza avrebbe la possibilità di essere accettata senza conflitto e senza scandalo. Ogni religione o filosofia, ogni paradigma scientifico, ogni cultura o stile di vita, ogni modo di scrivere o di fare arte, avrebbe il suo diritto di cittadinanza nel mondo. Purché, ovviamente, diluisca la propria diversità in semplice differenza culturale.