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Miti Moderni

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Miti Moderni/21: violent femmes

di Francesca Fiorletta   L’odore intenso di dopobarba, fra le pieghe delle lenzuola, l’alba che stenta ancora un attimo fuori dai vetri, l’umidità pesante di un nuovo fine settimana. Era sembrato troppo facile, svegliarsi, persino per un’assassina come lei, seriale. Aveva trovato il modo di liberarsi, e definitivamente, di tutti gli uomini con cui aveva avuto a che fare: insegnanti di scuola elementare, maestri di yoga e pianoforte, istruttori di tennis e...

Miti Moderni/20: ipocondria

di Francesca Fiorletta I put a spell on you. 
I turni di lavoro non esistono. Punta la sveglia alle 7:45 per aspettare una telefonata, il cellulare tra le coperte; lo schermo nel buio è troppo luminoso, posticipa il trillo di dieci minuti. Si riaddormenta come al solito, continua a rigirarsi ancora un poco dentro al letto, "cinque minuti, cinque minuti"; le mani chiuse a pugno sotto i cuscini, i capelli viscosi sul naso. Vede...

Miti Moderni/19: ritorni

di Francesca Fiorletta Il mare era calmissimo, agitato. Le nuvole alte nel cielo, pesanti, si aprivano su un pomeriggio assolato di fine estate. Nelle orecchie il mugolio delle cicale, l’abbaiare dei gatti in calore dentro i vicoli deserti del centro storico, le terrazze di vetro, abbandonate, coi panni stesi ad asciugare, le tovaglie del giorno prima. Fare l’amore sotto le stelle, la via lattea in lontananza, l’abat-jour ben salda, appoggiata sul tavolino...

Miti moderni/18: Visite di cortesia

di Francesca Fiorletta Separa i fiori dall’armadio, la vita scorre come un filtro d’immagini. Leggi le stelle, parla alle nuvole: segui i consigli del buon vicinato. Ogni notte è una tappa, una scalinata bolognese, su cui baciarsi piano, toccarsi bene sotto i vestiti, e poi sparire piano, sopra un giubbotto di pelle sciupata. “Guardami negli occhi”, le ripeteva. Guardami dentro, la testa.  La telefonata dei sicari, quando arriva, ha un dialetto improvvisato; squillano...

Miti Moderni/17 : di pietra

di Francesca Fiorletta Non esiste il ricordo. Le passioni tutte uguali. Ridere per dimenticare, nella tazzina del caffè. Sperare di incontrarsi, dimenticare il futuro, una caduta libera. Fino alla sazietà. Pensi di essere libero, il pericolo scampato; sono ancora tutte armi di pietra. Il monte di pietà spalma un gran foro nell’ignoto. Appendi il badge alle pareti, gli angoli di vimini, stropicciati. Sai arredare la notte con grandi favole erotiche, apri gli occhi nel buio, senza voce nella gola. La paura. La paura ti fa restare immobile. Il vetro non ti preme abbastanza, le nocche. La notte, poi passa. I...

Miti Moderni/16: api

di Francesca Fiorletta Ti svegli per partire, vuoi continuare a dormire, decidi di non fare proprio niente. Ti prepari per lavorare, rimanda quell’appuntamento, ti alzi di corsa dal letto e non capisci dove sei. Asciuga gli occhi senza un senso, si lacera l’abbraccio, quel sogno fatto all’alba l'hai già dimenticato. Traduci piano l’abc, i bugiardini elettrici, la luce sul display sbarra il supermercato del futuro. C’è tanta strada davanti, le teche di vetro...

Miti Moderni/15: tempo massimo

di Francesca Fiorletta Sei sempre fuori tempo massimo, mangi un panino, non hai voglia di spostarti dall’oblò, fumi una sigaretta, ti dovrai arrangiare, ti consigliano severi, infila al collo la cordicella, penzola al vento il cartellino, sei un impiegato, sei una massaia, bisogna accontentarsi, ti ripetono, troppo seri, che a questo mondo siamo sempre soli, in mezzo a tutti, non si riesce a stare da soli mai.  E prendi svelto una...

Miti Moderni/14: esposizione

di Francesca Fiorletta La devastazione che si posa, con calma, davanti. Prendi sotto braccio gli idranti e sguinzaglia i cani da alleggerimento, sono già scattate le manette, mentre fervono gli ultimi preparativi per la festa, restano blindati gli ingressi, la regressione è stupefacente, che sia chiara la nostra determinazione, nel cuore degli scontri si scambiano di fretta i vestiti, abbandonano il campo di battaglia, i giovanili concorrenti, ma la...

Miti Moderni/13: il primo sole

di Francesca Fiorletta “Certe cose si capiscono al volo”, ripete lei, spegne una sigaretta, cerca un comico americano prima di andare a dormire, senza piangere, e intanto il piatto resta sporco, la cena ferma da due giorni, quante parole contate, che non devi usare, per spiegare, il disavanzo.  “L’anno prossimo partiamo noi”, dicono alla tv, quando consegnano un premio, e la notte diventa verde, non si tengono più insieme i...

Miti Moderni/12: c’è tempo…

di Francesca Fiorletta «Che ore sono?» disse Michèle sbadigliando. «Insisti, dopo tutto quello che ti ho detto?» rispose Adam. «Sì, che ore sono?». «È l’ora in cui, chiara nella notte, vaga intorno alla terra errante con la sua luce altèra…» Il tempo non c’è, non avanza mai, s’è perduto, piano piano, il tempo.  Il tempo non insiste, per fare tutte le cose che vuoi fare, e nemmeno una piccola parte, la zona minima, che resta...

Miti Moderni/11: violini

di Francesca Fiorletta La violinista ha un vestito azzurro, con le balze, sale sul palcoscenico, il teatro è pieno ma nessuno batte le mani, è prima mattina e nessuno batte le mani, si aspetta soltanto, in silenzio, si sbadiglia e si aspetta, l’inizio del concerto. Anche gli altri musicisti restano immobili, nessuno parla, nessuno incomincia a suonare, è prima mattina, il teatro è pieno, e il vestito, con le...

Miti Moderni/10: la rete

di Francesca Fiorletta I giorni della ripresa sono così. Aveva provato a raggiungere il concerto, c’era il sound check, gli artisti con la chitarra, gli artisti obesi, svaccati, a bere birra intorno a un tavolo, giocare a carte, con le nuvole grosse dietro, pesanti, marroni, un brutto effetto dell’ iPhone, aveva addosso i pantaloni verdi, un top nero sdrucito dai carichi in lavatrice, senza ammorbidente, continuava a sudare, ha tolto i...

Miti Moderni/9: strade

di Francesca Fiorletta andare per le strade, a sbattere. i viali illuminati nella notte, stretti e lunghi, le rotaie accese, larghe,  i lampioni blu, come stormi di primavera. le conifere ai lati delimitano un percorso che non conosci, ancora. segnano un perimetro di ingordigia, il metabolismo è lento, la digestione prima di andare a dormire, l’ingestione di amminoacidi complessi va tenuta sotto controllo, medico.  smetti di fumare, guardare dalla finestra...

Miti Moderni/8: fine di un amore noir

di Francesca Fiorletta Non si dovrebbe tenere un diario, quando si soffre, si rischia di ricordarlo sempre, quanto fa bene, quel dolore. Si rischia la confessione, e lo sparo. Senti come pulsa, la lingua gonfia, l’amianto sterile non ha sapore, dopo il caffè, resta ancora lì accucciato nel giardino dei ricordi di mammà, anche un secolo va bene. Hai sempre la bocca bagnata, perdi l’udito, senti fischiare, continuamente, starai piangendo, ti...

Miti Moderni/7: l’uscita di scena

di: Francesca Fiorletta Una vera specialità, nei film: la scelta, sublime, dei tempi. Smettere di parlare, spiegare, giustificarsi, indagare, approfondire, sviscerare tematiche e situazioni, estrapolare sentimenti e paure, speranze e delusioni, preconizzare e verbalizzare e dissimulare e arrivare persino alle mani, troppi lividi bui, le borse sotto gli occhi, lo spigolo dell’armadio, e poi chiedersi scusa, ancora mi dispiace, e piangere e gridare e mordersi le orecchie e fare l'amore e...

Miti Moderni/6: movimento fuori

di: Francesca Fiorletta tutto intorno è movimento, tutto è suono, spari di clacson, luci intermittenti del bistrot, tutto si tollera a voce alta, il vento e il pulviscolo, e quel prurito ghiacciato sulle mani, come grattano le dita, una per una, negli spazi intolleranti dell'attesa. intorno tutto è in movimento, gli abbracci dei congiunti per la strada, le telefonate anonime alle tre del pomeriggio, gli altarini della patria, le bandiere...

Miti Moderni/ 5: viaggiare a casa

di: Francesca Fiorletta Le parole del supermercato: vai a prendere le acciughe, le olive in salsa piccante, la salamoia che è scoscesa, dentro ai sacchetti di plastica ermetica sembra quasi un punto di fuga, un capannone sul molo, l’altopiano vicino al parco naturale che ricorda i confini della tua nuova casa di famiglia. Puoi dormire ancora nel mio letto, se ti va, puoi spazzolare bene le asole della giacca, gli...

Miti Moderni/ 4: mondi possibili

di: Francesca Fiorletta Nei mondi possibili non esiste il passato, ciascuno si sveglia ogni mattina con gli occhi lividi e caldi, vuoti di sogni, le ciglia lucenti come una tabula rasa, e le giornate trascorrono tutte uguali, tutte diverse, all’insegna di un infaticabile e soporifero istinto di conservazione, lungo la linea gotica del presente progressivo. Nei mondi possibili l’amore di giacenza si fa in mezzo alle stelle, col profumo di tiglio...

Miti Moderni/3: catturare l’attenzione

di: Francesca Fiorletta L’attenzione non si cattura, non si suscita, non si solletica, l’attenzione è un concetto innaturale, transitorio, pieghevole, un organismo fluido, un lento dipanar, l’attenzione, non si solidifica, non si incancrenisce, non salta di palo in frasca, non si abbevera alla fonte, non segue necessariamente un percorso espositivo, l’attenzione, non è di preferenza un’attitudine oppositiva, l’attenzione, tanto spesso, non c’è. L’attenzione al suolo pubblico, al tessuto urbano, l’attenzione...

Miti Moderni/2: Il dovere della lamentela

di: Francesca Fiorletta Si sa, siamo tutti figli della grande umanità che si lamenta. Chi non si è mai lamentato, scagli la prima pietra. Lamentarsi è certamente un diritto, ma ancora più spesso sembra diventato un dovere. Il dovere della lamentela. Ci lamentiamo per la disoccupazione, ci lamentiamo per l’allarme ebola, ci lamentiamo per la Tasi, 11 euro pro capite, ci lamentiamo per i politici corrotti, per la Juventus che compra...

Miti Moderni/1: che non sa fare niente

di: Francesca Fiorletta Tu non vuoi fare mai niente, tu, glielo ripete piano, un’altra volta, tu non vuoi mai fare niente, stai sempre ferma e zitta e stai, ti rallenti, sei ferma e zitta, e non vuoi fare mai niente, tu, perché non fai mai niente? sei zitta e mosca, come i delitti popolari, tu che abiti vicino all’ospedale, lo dice la mappa, che non vuoi fare mai niente, di...
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