guida supercompressa al pop indipendente italiano a cura di Enrico Veronese
Tagliare subito la testa al topic è uno sporco lavoro ma lo devo pur fare, un indizio “severo ma giusto” di ciò che aspetta nelle prossime righe. Checché possa apparire cool per simpatia o malcompresa sovraesposizione, la musica indipendente italiana è uno stagno profondissimo verso il basso e piuttosto chiuso verso l'alto, poco comunicato e meno ancora cittadino dell'immaginario...
di Giacomo Bottà
Ho abitato a Pavia dal 1993 al 1999. Levando un paio di semestri di Erasmus, la città sul Ticino è stata la mia casa ammobiliata, la mia stanza condivisa, la mia aula magna, la mia sala studio, il mio bar mal frequentato e la mia pizza al metro.
Contemporaneamente gli 883 di Pavia andavano in televisione, alla radio, al Festivalbar, su Sorrisi e Canzoni e magari qualcuno diceva...
di Giacomo Bottà
ANGELA: Il signor La Morte, gente. Beh, vuoi dargli qualcosa da bere, caro?
GEOFFREY: Certo.
ANGELA: È un mietitore il signor La Morte.
TRISTO MIETITORE: Il Tristo Mietitore.
da ‘Mony Python. Il senso della vita’
New York City è come un cimitero
A tutti i cadaveri piace come suono la chitarra
Devi essere carino se vuoi andare lontano
New York City è come un cimitero
‘New York City’s like a graveyard’ / The Moldy Peaches
Un’intervista con...
di Gianluca Veltri
Mariano Deidda, che canta poemi d’altri – Pessoa, Deledda, Pavese –, ama pensare che i grandi poeti abbiano scritto quei versi proprio perché lui li cantasse, né più né meno di come Mogol creava strofe per Battisti.
Senza dover ricorrere a Deidda, fautore di un’intrinseca necessità letteraria nella musica leggera (e che peraltro appartiene a un’altra leva), è forte l’impressione che i cantautori delle ultime generazioni si...
di Michele Monina
Ho cominciato a scrivere professionalmente di musica proprio con Michael Jackson. Era il 2000, e la rivista Tutto Musica mi affidò la recensione di Invincible. Armato dell'arroganza di chi è ancora giovane, e pensa che tutto sia consentito, fui spietato. Dissi che con quel cd ci si sarebbe dovuto fare un poggia bicchiere, che lo si sarebbe dovuto legare allo specchietto della macchina, per fregare gli autovelox....
di Gianluca Veltri
Non lo chiamavano ancora Myanmar, quando vi nacque il cantautore Nick Drake. Né Yangoon. Nel 1948 era ancora Birmania, era ancora Rangoon. Nick era il rampollo di una famiglia britannica benestante, papà ingegnere. Il suo destino era una privilegiata vita coloniale, in quel lembo di Sudest asiatico post-bellico gravido di futuri conflitti. Ma il destino si diverte a invertire le rotte, a sparigliare le giocate, e Nick...