di Flavio Stroppini Il bianco è accecante, i raggi del sole riverberano ovunque. Non ci sono ombre. Il buio è un sipario nero quando non si vedono le stelle
di Oreste Verrini La parola, l’immagine, il riferimento casuale in grado di accendere il ricordo di una storia arriva improvviso, come sempre del resto.
di Nick Casini È tradizione che ogni anno, alla fine degli ottantadue giorni di buio che calano sull’arcipelago delle Svalbard tra novembre e febbraio, gli abitanti di Longyearbyen si ritrovino sugli scalini del vecchio ospedale cittadino per festeggiare il ritorno del sole.
di Nick Casini “L’Africa è una droga che prendi per non ammazzarti, un’evasione”, diceva Pasolini, che in Uganda era andato in cerca di luoghi e di volti per un film (mai fatto) e ne era rimasto folgorato. Ti seduce e poi non ti lascia più andare.
di Barbara Lisci
Io quando sono nata me lo ricordo. Mia madre strinse le labbra fra i denti, che tanto sapeva che gridare non le sarebbe servito a nulla. E nemmeno imprecare. Io ero il suo secondo, atroce, dolore. Lo sapeva dal primo: mio fratello. Aveva sputato, gridato infamie, pregato Iddio. Ma il dolore non era cessato. Anzi, era stato un crescendo vorticoso che la faceva impazzire. In quelle grida...
Domani 1 marzo esce il romanzo di Paolo Pecere, filosofo e ricercatore, "La vita lontana", edito da LiberAria, nella collana Meduse curata da Alessandra Minervini.
Di seguito, l'incipit in anteprima. Buona lettura.
di Paolo Pecere
Il giorno d’agosto in cui Livio e Marzio sono nati ci alzammo presto e scendemmo a vagare per le vie deserte, come una coppia di palombari nello scafandro dell’auto, sonnolenti e senza direzione. Elio guidava piano,...
di Eloisa Morra
Misi piede a Cambridge la prima volta per inseguire un amore; avevo da poco compiuto vent’anni, autunno inoltrato: foglie fradice affogavano il porch della casetta di East Cambridge condivisa con il figlio d’un rifugiato iraniano (con cui, ricordo, discutemmo a lungo sull’origine della pasta Alfredo) e con Brad, un ricercatore della Divinity School che passava il giorno a pensare a Adorno e Marx. L’inclinazione del pavimento della...
di Giacomo Sartori
Come tutti gli uomini io sono sempre vissuto di speranze, e vivo ancora di speranze. Spero che la mia malattia abbia una remissione e che sarò liberato dal dolore, spero che la data cosa e la tal altra abbiano un buon esito, spero che non si abbatta la data catastrofe che prima o poi so si abbatterà. Spero che le cose che scrivo incontrino interlocutori a esse...