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Grido di dolore

Franco Buffoni   In un incontro pubblico con Adonis - il maggior poeta vivente di lingua araba - avvenuto a Roma la scorsa primavera, convenimmo che l’ostacolo maggiore allo scatto antropologico di cui necessita oggi la Sapiens-sapiens di cultura abramitica è proprio il monoteismo. Che si tratti – come in questi giorni – di E vs M, o come spesso accade di M vs C o di C vs M o di...

Lo stato delle cose in Occidente II

di Massimo Rizzante «All’inizio il dono dell’arte si manifesta attraverso la malattia. A volte mi sento una creatura in cui coesistono innumerevoli spiriti: l’artista 1, l’artista 2, l’artista 3...» Di ritorno dal Sud Tirolo, trovo queste parole registrate da una voce umana nella mia segreteria telefonica. La riconosco: è quella di Nedko Serbajenov, un «essere scelto», un «eletto», un «veggente», un «pittore» sintonizzato con ’universo. Ogni sua opera possiede un suo stile....

Insomma, questi poveri cristiani…

Vorrei sapessero che già il dio Mitra nasceva da una vergine in una grotta in concomitanza con il solstizio di inverno e veniva adorato dai pastori. Ma i sacerdoti del dio Mitra scelsero quella data perché nei precedenti secoli e millenni quello era stato il giorno della celebrazione della nascita di Osiride, e in altre civiltà di Attis, di Adonis, di Dioniso. Quindi papa Giulio I che, nel IV...

La fame di realtà e l’immaginazione romanzesca

di Massimo Rizzante Questo pezzo è uscito quest'anno con molti altri in "Finzione e documento nel romanzo" a cura mia, di Walter Nardon e Stefano Zangrando, Università di Trento, Trento. Il libro raccoglie il frutto di un anno di studi e incontri organizzati dal SIR (Seminario Internazionale sul Romanzo). Spero possa contribuire al dibattito su romanzo e realtà che da qualche tempo arricchisce le pagine di nazioneindiana. 1. Una volta...

Un dio idiota

    (In occasione dell'uscita di "Iggy Pop - Lust for life" di Paul Trynka, Arcana edizioni). The worse thing in this world is a rockstar. And the only good rockstar is a dead rockstar. Si tratta di rock’n’roll. Si tratta di presenze. L’Iguana appare, salmodia le sue immense litanie, in un'infinita rappresentazione. E noi che lo adoriamo, siamo rapiti nella contemplazione idiota di un’icona. Idiota, perché lui è un messia che non...

Nella fabbrica del gesto

di Franz Krauspenhaar e Nina Maroccolo Chiamalo Chiamalo attenzione, e dispersione e disperazione e fiore nero e caduta e innalzarsi, invece; e speranza, e mirto, e i tuoi occhi e la cascata di dolore che mi prese al solo pensare di lei e di te; e poi consumazione, e stanco io non di te ma di me; e chiamalo sonno come un romanzo, e chiamalo emozione come una canzone, e chiamalo turno nella fabbrica del gesto, nell'imperante guazzabuglio, nell'intrico selvatico del desiderio,...

Un ricordo improbabile

di Massimo Rizzante Dirò subito che ho incontrato una sola volta il grande “Jaufrè”, come lo chiamava Montale. Ricordate: Jaufrè passa le notti incapsulato in una botte. Alla primalba s’alza un fischione e lo sbaglia. Poco dopo c’è troppa luce e lui si riaddormenta Quando un incontro importante resta unico, ogni gesto, ogni parola, ogni dettaglio della scena prende un’aria poetica. Era l’estate del 1982. Credo luglio o agosto. Non avevo ancora diciannove anni. Ero seduto...

Dove guarda l’uccello a forma di domanda

Sul De Bestiarum Naturis di Andrea Pedrazzini di Massimo Rizzante Pedrazzini disegna come Rabelais, sente come Plutarco. Di qui, in primo luogo, il lato comico, non burlesco, non vignettistico, non caricaturale del suo tratto. Il comico si fonda su un’acuta osservazione dell’infinita varietas della natura e sull’altrettanto infinita potenzialità della fantasia di mettere alla prova ogni travestimento dell’umano, ogni suo irrigidimento moralistico, ogni suo atteggiamento pedagogico, ogni sua pretesa astratta di giudicare...

La bellezza andrà all’inferno? Lettera a Ornela Vorpsi

di Massimo Rizzante 1 Cara Ornela, ho letto Il paese dove non si muore mai (2004). Ho letto anche la tua seconda opera, Buvez du cacao Van Houten! (2005), che non è ancora stata pubblicata in Italia. Infine, La mano che non mordi (2007). Nel primo romanzo, dedicato interamente al tuo paese d’origine, l’Albania, il paese in cui la parola «paura» è priva di significato – mentre la parola «umiltà» è perfino assente...

I liquidi di Dio

di Anne Carson traduzione di Antonella Anedda IO Sento un leggero click nel sogno. La notte scroscia il suo rubinetto d’argento lungo il dorso. Ore 4. Mi sveglio. Pensando all’uomo che andò via in Settembre. Il suo nome era Legge. Il mio viso nello specchio del bagno è striato di bianco. Mi lavo e torno a letto. Domani andrò da mia madre. LEI Lei vive in una brughiera del nord. Vive sola. La primavera laggiù si apre a rasoio. Viaggio tutto il giorno in treno con...

Flaubert Dry

di Omar Viel L’éducation sentimentale era un pre-dinner a base di bourbon e Martini servito in un’ampolla chiusa a forma di mammella. Qualcuno lo ordinava solo per l’ampolla. Era un contenitore grosso come la tetta di una vacca olandese, molto leggero, e si maneggiava usando una sottile impugnatura simile a quella dei boccali da birra. Tra i riflessi del cristallo il liquido fluttuava e schiumava, uscendo a spruzzi da un...

Processo a Dio

di Giuseppe Rizzo Capelli di donna. Biondi, scuri, grigi, secchi. Ossa. Femori, clavicole, crani. Denti. Di adulti, di bambini. Valigie. Vestiti. Scarpe, libri, collanine, anelli. Centinaia di lettere mai spedite. Fascicoli. Schedari, numeri. Report di esperimenti. (Tagli coscia destra, soggetto morto per dissanguamento. Ripeti). Questo è il mondo del padiglione 41 del campo di concentramento nazista di Lublino-Maidanek fino al momento della liberazione. Un secondo dopo, è un’aula di tribunale...

Inocenza e realtà

  di Fabio Franzin (Innocenza e realtà) Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell’Opitergino-Mottense (a mio figlio Jacopo) ‘A paròea “mort” E cussì, cussìta, fra noàntri dó te ‘à tocà pròpio de dirla par primo a tì chea paròea chea paròea che senpre fa paura, che ne paréa de ‘vértea sconta par ben, pa’l tó ben. Senpi sol a pensar che bastésse no’ usarla drento casa pa’ riussìr a seràrla davero fòra, fòra da tì par sempre magari, pa’ tègnerte tel bonbàso el pì possìbie, drento a...

Lettera all’amico miscredente

di Valter Binaghi  La prima volta che ti ho incontrato eri uno scolaro sporco e malvestito, l’abominio della maestra di terza elementare, quello che graffiava le pagine col pennino spuntato e regolarmente prendeva due in calligrafia. Te ne fottevi del bello scrivere, e succhiavi castagne secche fregate al cartolaio: mentre col mio sussiego di bravo figlio d’impiegati ti mettevo in guardia dalle spaventose reprimende della zitella, allargavi il tuo sorriso...
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