Articolo precedente
Articolo successivo

Gradazioni di Viola

(alfabeto)
di
Viola Amarelli

S’affanna, è importante
telefona, scrive
solleciti fili di ragnatela
il saggio, il racconto, la presentazione
polemiche a freddo contando i contatti,
corteggia editori, spia critici e amici
schernisce new entry e le top dei successi,
tra scambi e contratti giurie e recensioni
blandisce, recide, esibisce pulsioni,
la sera è stanchezza
però soddisfatta,
in fondo qualcuno lo chiama scrittore.

Print Friendly, PDF & Email

102 Commenti

  1. questa filastrocca mi pare alquanto banale. sarà che preferisco lo scrittore che alla sera si fa ‘na bella pera o se ne va a puttane o torna a casa sbronzo e vomita e rimane sempre solo come un cane. in questa filastrocca lo scrittore sembra lavori a discoring.

  2. secondo grado? diciamo, gg, uno scalino in più e vedi qualcosa di diverso, un verso…
    effeffe

  3. non so se ignorarvi, come fate spesso nei confronti di chi non la scrive come voi, se ricordarvi che il mio racconto l’avete smerdato senza (forse) nemmeno leggerlo, se ricordarvi che non tutti devono esprimersi in linea retta, se spiegarvi il concetto di bipolarismo, se includervi nella mia deriva psicotica, se darvi ragione o se chiedere scusa a viola.
    non so, scegliete voi. la fase maniaco-depressiva non concede ulteriore tregua alla mia chiarezza, quindi un abbraccio! in certi giorni, lì per lì, a tentare di volare verso il cielo, senza sapere perché si sa volare, è meglio asciugarsi gli angoli della bocca sporchi di poesia e gettare il tovagliolo addosso ai pronostici dei giorni ferali.
    buon ferragosto!
    e non pensiate che sia un persona da prendere sul serio, né una locusta ambigua delle canarie.
    io sono un tasto rubicondo che attraversa sentieri a pugno sinistro alzato.
    e non pensiate che ci sia la vostra logica in tutto questo.
    ancora,
    buone cose.

  4. gianluca
    detto tra noi fraternamente
    è la logica del voi ed io (e dio)
    che non va
    io leggo (ti leggo) e non cestino
    anche tu però leggi prima di gettare il sasso
    che per la poesia la pensiamo non molto diversamente
    non amo neppur io i poeti astemi
    ma non è questo il caso
    effeffe

  5. scusa effeffe,
    scusa viola,
    paranoie indipendenti e transitorie
    non c’entrate
    voi.
    spesso nemmeno io.
    psiche mia sempre più
    fatiscente, stress da trasloco
    devo lasciare il mio corpo
    certi giorni
    anche se non vorrei.
    etnomoria di pensieri
    persecutori. non posso
    dire altro. loro gestiscono
    i miei umori.
    :)

  6. gg., mi spiace molto, e non mi devi alcuna scusa, questa era ed è una “filastrocca”, volutamente..forse la forma primaria con cui da bambini ci avviciniamo alla poesia..che può essere anche, divertissement., ..qui non c’entrano gli autori *sinceri* – siano o meno bravi – grazie al cielo,..ma il vizio tutto italiota dell’autopromozione..o per dirla con wd la “voglia” dei risvolti da copertina…un abbraccio a te e un grazie a tutti per la lettura, Viola

  7. Viola porta tu una bottiglia – un aglianico, o ancora meglio un Taurasi – che si beve con gg
    effeffe
    ps
    tanto lo so che si dirà che nei post che io curo si beve troppo…

  8. @ gianluca g.

    tanto tempo fa [80.85]
    in una certa situazione fatisciente,
    e senza nemmeno trasloco,
    scrivevo, fra me e me, cose ben strane

    questa mi è sembrata l’occasione
    per riesumarne una

    *

    la viola senza circo circola nella
    lamenta nella mente la mente mate –
    matica tica mente canta il mente –
    catto caduto in piedi il gatto

    *

    a me la filastrocca di viola piace molto,
    forse perché mi piacciono le filastrocche,
    ma questo, come vedi, non ci fa diversi

    naturalmente
    risparmio a te, a me e a viola,
    tutti gli altri fiori

  9. è come per le inaugurazioni delle mostre. basta mettere “aperitivo in serata” e tutti accorrono. Viò un paio di bottiglie ci sono? Non c’è un cazzo da festeggiare, lo so, però, talvolta, si beve per dimenticare, no?
    effeffe

  10. Viola mette il metro al memento: “mandare a memoria” per mandare a.
    Tramandare a. Quel “vizio tutto italiota”. Per dirsi/sentirsi dire. L’importanza di chiamarsi/essere chiamati [ “in fondo qualcuno lo chiama scrittore” ]. E nel suono – incide. Una personale e potente “gnosi delle fanfole”. Perché Viola conosce il “come si canta”, perché Viola riconosce [ anche ] quel chi che s’incanta, s’inceppa, s’incensa.

    Un abbraccio sullo spartito Viola e grazie
    Chiara
    [ P.s. nel caso, per me, per favore: un cuba chiaro pestato… ]

  11. La poesia di Viola ha la grazia leggera di una rondina.
    Questa danza delle parole completa il racconto di Giacomo Sartori.

    E per me un liquore alla mandorla(amaretto)!

  12. Taurasi e Fiano per la mia parte/irpina e Falerno, Lachryma Christi per quella parte/nopea. Per il resto, sui long drinks mi affido a effeeffe. Bere piano e poco fa bene..grazie delle vostre filastrocche e della condivisione, V.

  13. Non male i poeti astemi e astenuti se a volte a sera hanno bisogno di riposare. E per riposare ci si può anche ripetere a mente una filastrocca.
    Tanto è cosa che non pesa e non scalfisce lo stomaco, pronto per accettare anche ciò che rigetteremmo volentieri nel cesso.
    Anche perché, per inciso, quando si è sobri si sta meglio in guardia.

    Per me, un vino cotto marchigiano… bello robusto.

    MDP

  14. a me le filastrocche son sempre piaciute, quella di viola ancor di più, ciò non toglie che possan piacere altere cose

    @ gianluca
    questa minuta prosa era dedicata a roi arthur:

    Minuta langue!

    “Feu! Feu sur moi!” – disse il Signore.
    Il signore, che non aveva più desiderio di vita, e di Tutto quel che ne concerne, aveva espresso, la banalità della formula non aveva certo nulla di magico, quest’ultimo desiderio: di non desiderare. Certo che il fuoco lo potesse infine esaudire, non immaginava affatto che, una volta che codesto fuoco avesse compiuto il suo tragitto, di guizzi e crepiti, di fiamme e favelle, di lingua e lingue, – l ame – avrebbe viceversa fatto scintillare eternamente. Era forse un sant’uomo, o più semplicemente un poveruomo.
    Le pauvre! le pauvre christ! Un pauvre diable?

    @ soldato blu
    mi è dispiaciuto non scambiare qualche parola con te, l’altra sera, ma ero talmente emozionato per l’occasione e per il cicloneffeffe… e poi sei subito andato via… spero non mancheranno altre occasioni: un abbraccio di vera stima

  15. Un bel po’ di spirito rodariano, ci ho sentito in questa filastrocca – che, oltretutto: “quanto” dice il vero! – il demone del nome, un nome a contrario, calzato dall’estremità sbagliata, il rovescio del nome – il nome che si rovescia – recitato come in un disco dei Christian Death – ma Satana sta in Gigi D’Alessio, nelle sue pallide sembianze così simili a quelli di coloro che si trovano nel rovescio di quel pallido nome, “scrittore”.
    Detto questo, come potevo mancare in cotanta compagnia a bere cotali vini e cotanto cuba…

  16. per il blondil una bionda , Gianni, ovvero una “gialla” :-)
    per quanto rigurda la nota di viola mi pare assai dolente visto che nel manifesto del comunismo dandy affermo cose ben precise. per non fare dell’arte oblio e oblio dell’arte lo ripropongo in home page dedicandolo a Viola per festeggiare le sue gradazioni.
    effeffe

  17. Gradazioni del comunismo dandy
    dedicato a Viola

    Articolo 7 : cocktail e molotov

    Il comunista dandy posto di fronte al dilemma, vino (rosso) o cocktail sceglierà senza alcuna esitazione il primo, ovvero il vino. Il cocktail infatti si addice piuttosto al dandy per l’artificiosità che lo caratterizza, la complessità delle materie in gioco e soprattutto per la verticalità dei rapporti. Il cocktail infatti si esprime attraverso un rapporto temporale che prevede al massimo due persone, nel tempo reale dello scambio e non puo’ superare il numero massimo di dieci persone , shaker permettendo. Esattamente come nei locali, il cocktail si ispira ad un rapporto capitalista utopistico, come scambio dove il barman interpreta alla perfezione il desiderio del cliente facendolo sentire come unico. L’invenzione poetica del nome che accompagna la bevanda ammanta di eleganza il lungo viaggio del bevitore. Il vino rosso invece stabilisce rituali e convivialità date in partenza come collettive.

    È infatti possibile immaginare una sagra del vino di Montesarchio ma non un equivalente in Alexander! È altresi’ vero che la ritualità presupposta dal vino reinterpreta tutti i grandi miti dal greco-latino Bacco fino ai situazionisti passando per il corpo – il sangue- di Cristo. L’esclusione del vino ad opera della cultura mussulmana porta ad una immediata sospensione dell’inclusione di tale movimento nell’area comunista dandy. Ve lo immaginate un comunista dandy festeggiare la vittoria rivoluzionaria con un succo di frutta o un’aranciata? Un qualche problema politico è posto dall’amata Cuba, piuttosto incline al cocktail che al vino rosso, ma sono anche altri i problemi di cui parleremo in sede opportuna e in presenza di avvocati. Poco importa come ci è dato sapere che nessuna rivoluzione avrà mai luogo e dunque per conseguenza nessuna vittoria rivoluzionaria, resta il fatto che ci si allena e ci si allena con il vino, e con calici di cristallo- l’uso di bicchieri di carta comporta una naturale espulsione dal movimento.

    Come accade nella civile Francia , il comunista dandy si presenterà sempre accompagnato da una bottiglia e di buon vino. La forza di tale cultura risiede nel fatto che si rende partecipe l’altro dell’attenzione con cui si sarà scelta la bottiglia da portare. Resa pertinente attraverso un complesso studio delle personalità presenti al banchetto e su un’ipotesi di quello che sarà servito a tavola. Vini particolarmente comunisti dandy sono i vini siciliani e quelli piemontesi. Perché sono densi e macchiano. Perché la consistenza di montagne e mare non evapora alla prima incertezza. Nero d’Avola dunque e Bricco dell’Uccellone. Nelle serate comuniste dandy la Common Decency è tutta racchiusa nella frase di chiusura fragile come ogni constatazione e annunciatrice del congedo: “non c’è più niente da bere”. Gli anticomunisti dandy, invece, possono restare a lungo nel con-mortio anche senza bere e parlare fino alle prime luci dell’alba. Ecco, mi sono detto, il vino è come il desiderio nella coppia, ovvero che vale la pena, teneramente dirsi, : non c’è più niente da bere”, e avviarsi verso la notte, ognuno per la propria strada, nel rifiuto dell’amare senza amore. Ma per i più, cosi’ non è. Ed allora anche quando non c’è più niente da bere, si resta. Per parlare. Parlare, ovvero quando non si ha più niente da dire.

  18. Almeno sul vino si concorda…come suppongo, ascendendo per li rami (vasto e folto è l’albero dei mondo) su Villon, Khayyam e Cecco…merci, V.

  19. apprezzano anche i lettori che non commentano, e se poi c’è da bere anche se non macchia pulito e intenso il Blanc de morgex della Valle d’Aosta può essere portato senza vergogna. Ed è quasi la tua poesia in liquido

  20. provocazione!
    per tutti i commentatori che non commentano.
    scrivete ora qui in questo thread:
    salve. io sono un commentatore / commentatrice che non commenta.
    Colui o colei che farà il più bel commento da non commentatore
    riceverà una copia autografata di uno degli intervenuti fin qui
    (non ho chiesto loro alcuna autorizzazione ma saranno d’accordo)
    in primis, bien evidemment di Viola e a seguire,
    gianni biondillo
    marco rovelli
    giovanni cossu
    effeffe
    chiara daino
    mario bianco
    nadia augustoni
    e di quanti intervenuti abbiano un libro (o un manoscritto) da mettere a disposizione del vincitore o della vincitrice.
    effeffe

  21. poveri noi, pure in campionato…! e chi ha più il coraggio di scrivere qualche cosa? e poi come fare se ci sembra troppo bella la scemenza scritta? diventiamo scrittori pure noi?(almeno per me è meglio proprio di no) I vostri libri me li comprerò. In bocca al lupo ai coraggiosi

  22. Amaretto, invenzione poetica, dalla mandorla dolce, ha un essenza di antica nobiltà, di piacer gustativo lungo, in un tempo dell’eternità, di firma aristocratica, résolument aristocratique.
    Festa del languore, allontanata della festa allegra del vino rosso, condiviso.
    L’Amaretto chiede meditazione, réminiscence del paradiso zuccheroso,
    ma brucia la nostalgia. Chiede solitudine nel la luce onirica del liquore.

  23. nè poeta, nè scrittore, forse solo un po’ cantastorie ma di sicuro di/vino non ne capisco nulla…
    A piace Viola, perchè la conosco, e mi piace perchè è autentica!

  24. …………………….°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°………………………………….
    …………………..°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°………………………………..
    …………………..°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°……………………………….
    ………………….°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°……………………………..
    ………………….^^^^^………..^^^^^^……………………………..
    …………………(…..O…………………O….)……………………………..
    …………………(………….===………….)……………………………….
    ………………….(…………===…………)…………………………………
    ……………………(……….===………..)……………..commentatore..
    …………………….(……..====………)………………non………………..
    ……………………..\……._____ ……../………………con mento….

  25. salve. io sono un commentatore / commentatrice che non commenta.

    Sapete cosa dice un daino ad un altro daino? “Dai dai, giochiamo a nascondaino?”
    (mi pareva carina..)
    (mi è venuta in mente leggendo di chiara daino. lo ammetto.)

  26. effeffe è lieto di comunicare a maria bonelli che ha appena sentito Gianni biondillo che si è messo a disposizione per farle avere un suo libro con dedica. Si prega allora maria di scrivere in redazione perchè possa esserle mandata la copia.
    effeffe

  27. effeffe è lieto di annunciare a Elena che riceverà un libro con dedica di Viola Amarelli. Interverrà a breve per lasciare l’indirizzo a cui scrivere
    effeffe

  28. Io non so se “sono un commentatore / commentatrice che non commenta”, ma se non l’ho fatto ho debito con la mia sudicia coscienza…
    Io non amo particolarmente la nenia delle filastrocche, fin da quando ero bambino, ma questa mi sembra arguta nel mettere in burletta alcuni tic e paranoie tipici dell’animale-poeta (che tanto tutti siamo classificabili come fauna…).
    Forse manca per chiudere il cerchio, ma soltanto in alcuni punti l’intreccio assonante, ma nel complesso carina e intelligente.

    mdp

  29. Ho molto apprezzato i versi di Viola, davvero frizzanti. Brindo allora anch’io, se permettete, con una Lacrima di Morro D’Alba, o con una Vernaccia di
    Serraperona, Plinio Acquabona
    Bruno Fonzi, Libero Bigiaretti
    Luigi Di Ruscio, Massimo Ferretti :-)

    sono fuori concorso anche perché ideologicamente contrario ai concorsi.
    Non contrario ai libri, quelli li gradirei anchh’io.

  30. MDP
    mi dispiace ma…
    hai vinto il mio con dedica!!!!
    (spero di non averti deluso)
    ti scrivo per avere il tuo indirizzo.
    effeffe

  31. carissimo Manuel sono veramente mortificato ma…
    proprio perchè odi i concorsi avrai il libro con dedica dell’anarchico marco Rovelli (l’ho appena sentito) e ti prego allora di scrivere alla redazione per lasciare il tuo indirizzo
    un abbraccio
    effeffe

  32. già son passata per scroccona di aperitivi :)
    non vorrei passare anche per scroccona di libri.

    alla vostra!

  33. OT
    fingo di aver bevuto -e in vino veritas-: ambisco ad un premio più sostanzioso: l’eliminazione del mio racconto da NI pubblicato dal compagno Rovelli -senza che vi dia alcuna spiegazione (nemmeno via e-mail) e con tutto il diritto di una vostra (non) risposta a questo commento.
    con anarchica stima e sacrosanta autodistruzione, spero possiate assecondare il mio istinto di non-esserci.
    ;)

  34. ennò Gianluca, niente affatto. ma ti scrivo in privato per dirti quanto sia necessaria la tua presenza. un abraz
    effeffe

  35. Per un tal titolo (scrittore… ) e un tal destino (passare ore della vita al tavolo, battere sui tasti, mentre la gente salta, corre, si arrampica, ruba, incendia, ride tirandosi i capelli) si può ben farsi fotografare con dietro una libreria (questo solo aggiungerei all’elenco di Viola). Mento sopra il pugno chiuso, pugno chiuso su avambraccio, gomito sulla scrivania.

  36. ebbene si, carissimo Andrea, stavo proprio per dirtelo e te lo dico, il tuo libro, va a Stalker, e allora cara stalker ti prego di scrivere alla redazione per lasciare l’indirizzo cui far recapitare l’ultimissima fatica letteraria dell’ala poetica di nazione indiana
    effeffe

  37. @Francesco Forlani: ti ringrazio moltissimo, non vedo l’ora di riceverlo. Se poi è anarchico davvero, il piacere nel leggerlo sarà doppio. Non inviarmi l’ultimo di a.Inglese. L’ho appena acquistato. ciao ciao :-)

    p.s. ovviamente ringrazio punto Marco Rovelli :-)

  38. effeffe,
    dalle mie parti, dove vivo adesso, si dice
    ma è babbìo o v’aiu a scriviri vieru?
    non vorrei vi si intasasse la posta con tutti sti questuanti!

    comunque sia bella fiesta
    muchas gracias!

  39. “corteggia editori, … …”, ma che bello, soprattutto se l’editore è una seducente fanciulla, il che accade di rado, però, una volta, un editore napoletano….
    Grazie Viola, io ti leggo sempre volentieri e anche volentieri commento; mi sembra tu abbia molte vene diverse, il che è sano assai.

  40. effeffe carissimo:
    io sono commentatore che non commenta (e pure in ritardo :-)
    sono l’editore di sartori che ce l’ha sempre spento (il telefono, confesso
    :-)
    sono quello che promette di venire in libreria da spartaco smcv ad ascoltarti- comprarti-farti gli auguri a natale, e tira pacco :-)
    sono l’incallito bevitore che se la sogna la bevuta in compagnia e poi non sa resistere alla tentazione di maledire tutto e tutti, specialmente gli uomini, nel solitario :-)
    sono lo scrittore della viola cara che si vorrebbe pure affanna’ a fa’ lo scrittore perché di mestiere non fa lo scrittore, ma la segretaria, nella vita precedente ha fatto cameriere per catering, solo 3 vite fa gettava la spugna all’università e nella vita futura vorrebbe fare il camionista oppure il guardiano del cimitero, o meglio ancora vorrebbe rinascere col pisello che porta bene :-)

    sono quello che c’ha la finestra che affaccia su santangelo in formis e MAI che c’avisse vist’ ‘e passà ‘n’anima… mo’ vedi che ci vanno tutti a pellegrinà da diego a pinto a lavieri a sparz a te!
    se mai a qualcuno venisse in testa di fare una pazzia (=’na strunzata) come ascendere al monte santangelo, con un’impresa eroica alla jaster-raos tipo il “disgaggista”, e mi facesse un fischio, ‘na pernacchia, un segnale di fumo, porgesse una mano o la chioma sì che m’ affacci alla finestra… giuro solennemente che per la gioia, al massimo urlerei “bicchiere”, mai “pitale”, che è pure better ;-)

    aìza aìza aìza
    acàla acàla acàla
    accosta accosta accosta
    a’ facci’ ‘e chi nun ‘to….ehm ehm ehm,
    …scusate… volevo dire… alla salute vosta :-)))
    -ho vinto qualche cosa? :-)

  41. effeffe!
    ma come?
    il mio tributo al libello tuo s’intitola ‘scommento’ (t’ho mai detto il sottotitolo? per saperlo vai alla pagina…) e dunque ho diritto al rovescio della medaglia: una seconda copia d’autore verse auto graffiata, stavo per dire griffata, o greffeffata: che tu sia una fata? potrei fare un cambio però, i libellissimi degli altri tutti, e va bene, un cossu visto che ancora non l’hai dato mi tocca? così che al prossimo incontro potrei scommentare anche lui… e magari potresti offrire a gianluca un mio manoscritto, lo dico con simpatia, veramente non vorrei che andasse via… un abbraccio a tutti

  42. effeffe è molto lieto di annunciare a Maria v di aver vinto il libro di antonio sparzani ampiamente dedicato e a teqnofobico di essersi guadagnato sul campo il libro incredibile e imprescindibile di giovanni cossu con apposita dedicace
    effeffe

  43. e a gianluca?

    p.s. che tiratardi che siamo!

    un grazie particolare a viola e alle sue poesie, e alla sua fila fila strocca

  44. a gianluca lo libello di Nadia augustoni
    autrice di autentiche chicche poetiche
    cum dedica (naturally)
    effeffe
    ps
    nadia se ci sei batti un colpo! che te giro lo adresso de gg

  45. ohps
    letto solo ora lo final nun triste nun sulitario de Teqnofobico
    et alors cher gg
    oltre a lo libello de la nadia teni pure lo manuscritto de Jean Teqnofobico
    che lo furlen leggette ma tanto tanto tempo fa
    e poiché me parette ca si state nu poco viziate da sto concurso
    minimo minimo tu ce regali allo jean lo manuscritto de li cunti tuoi
    ok?
    effeffe

  46. a giacomo cerrai magari lo libello de mario. OMMario, hai ancora una copia del tuo ruggine in rugiada da mandare con dedica a Giacomo?
    effeffe

  47. a natalia?
    na copia de sud 12 appena uscita
    autografata da carmine vitale commentatore su NI (suo il battesimo su rivista)
    carmine ci sei???
    la mandi una copia a natalia?
    effeffe

  48. ringrazio effeffe, viola, sparz, tutti quelli che scrivono e commentano, quelli che scrivono e non ricevono commento, (senza alcun motivo), gli scrittori che non scrivono, i commentatori che non commentano e aggiungo che devo regalare un libro a Jan Reister per aver storpiato in maniera indecente e incomprensibile il suo nome. sorry :-)

  49. Nessuno mi ha avvisato, sabato scorso, quando mi trovavo a Sant’Angelo in Formis – non mi muovo spesso – che sarebbe bastato un fischio, perché potessi incontrare Maria v. o, perlomeno, vederla affacciarsi alla finestra.

    Questo mancato incontro rende vero l’impossibile: che il felice ricordo dei posti e della bellissima gente che lì ho incontrato, sarebbe potuto essere ancora più grande.

  50. avviso a tutti i non commentatori: avete tempo fino al 31 marzo per continuare a non commentare un mio testicolo (li chiamo così i miei minuti testi un pò coglioni): lo potete trovare qui
    https://www.nazioneindiana.com/2008/12/31/trip-tryque-trac/#comments
    è quello in mezzo agli alteri due: un dialoghetto impossibile tra un rivenditore e un passante, il cui incipit ricorda un pò questa serie di scommenti
    “Rivenditore: – Astrologari strologanti! Antiquitari oracolanti! Per le necessità tutte!
    Passante: – Mi scusi, Signore, non Le pare che questi prodotti non siano beni di prima necessità? che queste cose che desidera vendere siano un po’, come dire, superflue, inutili, senza alcuna necessità, o, quanto meno, fuori dal comune?”

  51. o soldato, allora ditelo che è una congiura!!!!
    tutti devoti a diana tifatina a scorazzarmi sotto casa e io reclusa il sabato sera come tutti i sabati a far pippe? meno male che c’è tegnofobico che mi lancia il testicolo per il prossimo weekend, in attesa che mi spuntino anche a me le ali :-)
    a tutti i santangiolesi acquisiti: non abbiate paura a manifestarvi, ombre, non mordo né da cane né da ianara
    abbraccio tutti

  52. caspita che scambi! che baratti! e io che avevo capito che il/la vincitrice doveva essere uno solo! ma allora l’era vera! ma se lo sapevo mi impegnavo, altro che nascondaino.
    Viola, ti scrivo?

  53. Lieta di questa materializzazione di libri sul web e della centralità dei lettori… un grazie a effeeffe Viola

    @ elena, certo che sì, aspetto,

  54. Lieta di questa materializzazione di libri sul web e della centralità dei lettori… un grazie a effeeffe Viola

    @ elena, certo che sì, aspetto,

  55. grazie teqnofobico e grazie effeffe.
    un abbraccio, tanti abbracci.
    non saprei come ricambiare
    con affetto :)

  56. gg
    anche con affettati
    un supporto morale al tanto vino
    :-)
    mannaggia a tte mi hai fatto prendere una di quelle paure!!!
    comunque tutto vero eh, la storia dei libri.
    mi raccomando scrivete in redazione per mettervi in contatto con gli autori che vi sono stati “attribuiti”
    effeffe

  57. cisonoinritardo ma ci sono spedisco prestissimo a natalia,con dedica ovvio
    un abbraccio a te effeffe e un ringraziamento a viola per tutte le sue parole di ogni poesia
    c.

  58. Avuto, il libro, ancora fresco di dedica. Ma bisogna affrettarsi, le ultime copie si stanno esaurendo, sennò si rischia di trovarlo solo su e-bay

  59. Ecce: Clara.

    Manifesta – [ e nella tempesta di telefonate, Francesco, credo sia più comodo e rapido – comunicare con “segnali di fumo”… ]

    Un abbraccio nell’a presto

  60. @effeffe
    il libro di Chiara Daino per simpatia di cognome lo avevi promesso alla cossu maestrina spocchiosa (e non ditemi che non sia bello avere certi cognomi).

  61. Era un’ iniziativa molto bella. Sono molto contenta per tutti, e soprattutto per Maria… Mi fa piacere!
    E ora che la festa è terminata, posso tornare, abitare la stanza vuota, respira il profumo dell’abbbandono delle cose, mi piace vagabundare nell’ambiente delle feste finite.
    Désolé, sono una cattiva conviatata… Forse mi berrei un fondo di Champagne…

  62. cara Véronique, je t’offrirais un Ca’ del Bosco Brut millesimato frais pour recommencer et se vuoi fino al fondo del vetro.

  63. ottimo spumante italiano. Perfetto per ricominciare a bere alla fine di una festa nel silenzio tra i piatti e i bicchieri abbandonati

  64. oh vèronique che dici? la festa è appena cominciata
    io scappo che sono in ritardissimo al lavoro, però lascioa te e lucia 2 cocktaiil fiammanti come aperitivo :-)

    http://www.scienceofdrink.com/wp-content/uploads/2008/01/b-52.thumbnail.jpg

    e un paio di dischi i più commerciali ma i più pelvici che mi vengono in mente

    scatenatevi femmineeee, su le gonne!! ;-)))

    http://it.youtube.com/watch?v=viF0ZOHCy2Q

    http://it.youtube.com/watch?v=LwOt-eKBh78

    http://it.youtube.com/watch?v=0S5I2ha1hps

  65. Oh grazie Maria amica! Dovrei lasciare la mia stanza vuota di dopo festa e condividere con voi un bicchiere di vino rosso, lasciare allo spogliatolo il mio carattere solitario, malinconico e imparare a apprezzare la vita, Anch’io amo ridere e cantare.
    con gli amici: tu, Maria, efffefffe, technofobico, Natalia, Andrea, Franz, Salvatore, Franco, Maria Luisa e tutti glia atri, certo!

    Buona jurnata.

    PS Vedo che ho fatto tutto alla rovescia: primo l’amaretto, poi lo spumante di Lucia, in fine il bicchiere rosso!

  66. Arrivo per ultimo ma non commento.
    Scrivo ma non sono scrittore.
    Sono poeta, ma senza farlo.
    Autore senza firma, direi monco
    ma non nel naso, che porto come un
    pennacchio come Cyrano e di questo me ne vanto.
    Uso il naso come e non tronco, perché
    amo cià che leggo, e leggo ciò che odoro.
    Odoro i versi di Viola e amo i suoi commenti
    portano il profumo dei colori che si guardano,
    ma si odorano, come il suo nome.
    Odoro il nome di véronique vergé, e lo adoro
    perché preferirei avere il suo nome che scrivere un capolavoro.
    E premio io FF che più che naso ha fiuto
    perché odora ciò che legge.
    Questo non è un commento.
    E’ un saluto.
    PVIT

  67. Arrivo per ultimo ma non commento.
    Scrivo ma non sono scrittore.
    Sono poeta, ma senza farlo.
    Autore senza firma, direi monco
    ma non nel naso, che porto come un
    pennacchio come Cyrano e di questo me ne vanto.
    Uso il naso come sguardo e non tronco, perché
    amo cià che leggo, e leggo ciò che odoro.
    Odoro i versi di Viola e amo i suoi commenti
    portano il profumo dei colori che si guardano,
    ma si odorano, come il suo nome.
    Odoro il nome di véronique vergé, e lo adoro
    perché preferirei avere il suo nome che scrivere un capolavoro.
    E premio io FF che più che naso ha fiuto
    perché odora ciò che legge.
    Questo non è un commento.
    E’ un saluto.
    PVIT

  68. Ma non Francesco! il mio più grande piacere è d’avere scoperto una poesia nel mio nome, grazia alla delicatezza di Pasquale, il commento mi ha “trascinato ” verso una magnifica terra. Per la prima volta sento radici et avoir les pieds sur terre ce n’est pas si mal!

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Deus ex Makina: Maniak

di Francesco Forlani
Da un po'sto collaborando con Limina Rivista, con delle autotraduzioni dal francese di piccoli assaggi ( essais) letterari pubblicati in oltre vent’anni sulla rivista parigina l’Atelier du Roman diretta da Lakis Proguidis. Dopo Philip K Dick, Franz Kafka, Anna Maria Ortese, Charles Dickens è stata la volta di Boris Vian. Qui una nota a un libro indispensabile.

Overbooking: Eugenio Manzato

Alberto Pavan
Il romanzo narra la vita di Antonio Romani, vissuto tra la campagna trevigiana, Padova e Venezia, tra il 1757 e il 1797, l’anno in cui nella notte del 12 maggio, con Bonaparte alle porte, la narrazione si interrompe con un finale aperto che alimenta nel lettore il desiderio di un sequel.

Les nouveaux réalistes: Pierangelo Consoli

di Pierangelo Consoli
Per questo, quando mia madre divenne Alberta, tramutandosi in qualcosa di più collettivo, io non soffrii tanti cambiamenti, almeno per quello che riguardava la gestione delle faccende, perché erano già molti anni che me ne occupavo. Usciva pochissimo, come ho detto, eppure il giorno dei morti restava, nel suo calendario, un rito al quale non poteva rinunciare.

Colonna (sonora) 2024

di Claudio Loi
15 album in rigoroso ordine alfabetico per ricordare il 2023 e affrontare le insidie del quotidiano con il piglio giusto. Perché la musica, quella giusta, è la migliore medicina che si possa trovare sul mercato. Buon ascolto!

Les nouveaux réalistes: Annalisa Lombardi

di Annalisa Lombardi
Per questa nuova puntata dei nouveaux réalistes, un polittico di esistenze minime perdute tra i massimi sistemi della vita e della storia. Come nei Racconti con colonna sonora di Sergio Atzeni, la voce dei personaggi è incisa sulla musica di fondo delle cose. (effeffe)

Cose da Paz

di Massimo Rizzante
Partiamo da qui: la poesia, l’arte in genere, non ama ripetersi. Ciò non significa che non possa ripetersi. Ecco la mia teoria: quando la poesia non si accorge che si sta ripetendo, la Storia inevitabilmente si ripete. Ciò se si crede, come io mi ostino a credere che, a differenza della poesia di Omero, nessuno studio storico potrà mai dirci qualcosa di essenziale su chi sono stati gli antichi Greci.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: