Soviet Mode
di Ornella Tajani
Michelle Gurevich, Russian Romance –> play
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Swimmers, Sukhum, Republic of Abkhazia, 2005 ph. Jonas Bendiksen
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da Walter Benjamin, Immagini di città, a cura di Enrico Ganni, Torino, Einaudi, 2007.
“Mosca”, pp.34-35.
Una volta avevo bisogno di esser svegliato alle sette: «Domani chiamatemi alle sette». Questo provocò nello svejcar – così si chiamano qui i portieri – il seguente monologo shakespeariano: «Se ci ricorderemo, La sveglieremo; se però non ci ricorderemo allora non la sveglieremo. In verità, di solito ci ricordiamo, e quindi in tal caso chiamiamo. È vero, qualche volta succede che ci dimentichiamo se non ci pensiamo. Allora non svegliamo. Un obbligo vero e proprio non c’è, ma se ci viene in mente al momento giusto allora lo facciamo. Dunque, a che ora vuole essere svegliato? Alle sette? Ecco, adesso lo scrivo; vede, il biglietto lo metto qua. Così lo troveranno. Naturalmente, se non se ne accorgeranno non La sveglieranno. Ma per lo più noi chiamiamo».
L’unità di tempo fondamentale è qui lo sieicias, cioè, il «subito». A seconda dei casi si può sentirselo dire dieci, venti, trenta volte, ma poi bisogna rassegnarsi a lasciar trascorrere ore, giorni e settimane prima che ciò che era stato assicurato in quel modo si verifichi. Così, non è in genere facile che ci si senta rispondere «no». La risposta negativa resta affidata al tempo. Catastrofi e collisioni temporali sono quindi all’ordine del giorno, così come i «remont». Essi rendono ricca ogni ora, pieno ogni giorno, un lampo ogni vita. […]
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[Mots-clés è una rubrica mensile a cura di Ornella Tajani. Ogni prima domenica del mese, Nazione Indiana pubblicherà un collage di un brano musicale + una fotografia o video (estratto di film, ecc.) + un breve testo in versi o in prosa, accomunati da una parola o da un’espressione chiave.La rubrica è aperta ai contributi dei lettori di NI; coloro che volessero inviare proposte possono farlo scrivendo a: tajani@nazioneindiana.com. Tutti i materiali devono essere editi; non si accettano materiali inediti né opera dell’autore o dell’autrice proponenti.]
Bellissima descrizione della concezione di “Vremya” (tempo) in Russia…dopotutto la parola piu’ usata quando vivevo li’ era “zhdat'” ossia aspettare che potrebbe durare un’eternita’..o un millesimo di secondo. Grazie!