Articolo precedenteSilvia è un anagramma
Articolo successivoMots-clés__Chop Suey

Un male strano. Le poesie d’amore di Ausiàs March

[Da pochi mesi è uscita per Einaudi l’antologia bilingue Un male strano. Poesie d’amore di Ausiàs March, a cura di Cèlia Nadal Pasqual e Pietro Cataldi, corredata da un’introduzione e da un ampio commento, oltre che da apparati sulla ricezione e le traduzioni di March.
Pubblico in anteprima il canto II, seguito dal testo in lingua originale, ringraziando i curatori. ot]

 

Statua di Ausiàs March a Gandia

 

a cura di Cèlia Nadal Pasqual e Pietro Cataldi

 

Mi accade come al marinaio che in rada
ha il suo naviglio e lo crede un castello;
vedendo il cielo tanto chiaro e bello,
crede per fermo che un’ancora basti.
E sente d’improvviso un temporale
tempestoso, e un tempo insopportabile;
cambia giudizio: se molto durasse,
un porto, e non resistere, gli vale.

Molte volte che un vento è fortunale
non c’è salvezza se non muta lato,
e quella chiave che ci chiude nell’armadio
la stessa porta non la riaprirà.
Cosí è per me, che mi trovo innamorato
per l’eccesso di piacere che da te mi viene, amore:
del non amare, il dispiacere ha la via,
ma un passo mio non ci si troverà.

Finché i pesci non troverai nel bosco
e i leoni nell’acqua avranno albergo,
il mio amore non ritornerà indietro,
purché ti sappia contenta di me;
e confido che ben saprai conoscermi,
e, conosciuto, non sarò scontento
di tutti i mali che ho per te sofferto;
vedrai le fiamme lí d’amore crescere.

Se il desiderio ti ho mostrato male,
credimi, amore vero non mi è lontano;
più caldo del sole nel mese di giugno
arde il mio cuore fragile senza un dono appagante.
Altri non io di ciò porta la colpa;
tu odialo, se un servitore umile
per una sua mancanza a te nasconde;
ed è l’Amore che me, amante, incolpa.

Il mio volere si avvolge della ragione
e in accordo la qualità perseguono
con atti che vanno il corpo privando
di tanta sua carne in piccolo tempo.
Il sonno scarso dà magrezza al corpo,
raddoppia il pensiero per contemplare Amore;
un corpo grasso, abbandonato al sonno,
non muove un passo in questa aspra salita.

Piena di senno, donami una crosta
del pane tuo, che l’amaro mi tolga:
di ogni cibo mi ha preso gran disgusto,
se non di quello che tanto amor mi costa.

___

Pren-me’n axí com al patró qu·en platga
té sa gran nau e pens aver castell;
vehent lo cel ésser molt clar e bell,
creu fermament d’un·àncora ssats haja.
E sent venir soptós hun temporal
de tempestat e temps incomportable;
leva son juhi: que si molt és durable,
cerquar los ports més qu·aturar li val.

Moltes veus és que·l vent és fortunal,
tant que no pot surtir sens lo contrari,
e cella clau qui us tanqua dins l’armari
no pot obrir aquell mateix portal.
Axí m’à pres, trobant-m·anamorat,
per sobresalt qui·m ve de vós, m·aymia:
del no amar desalt ne té la via,
mas hun sol pas meu no y serà trobat.

Menys que lo peix és en lo bosch trobat
e los lleons dins l’aygu·an lur sojorn,
la mi·amor per null temps pendrà torn,
sol conexent que de mi us doneu grat;
e fiu de vós que·m sabreu bé conéxer,
e, conegut, no·m serà mal grahida
tota dolor havent per vós sentida;
ladonchs veureu les flames d’amor créxer.

Si mon voler he dat mal a paréxer,
creheu de cert que ver·amor no·m luny;
pus que lo sol és calt al mes de juny,
ard mon cor flach sens algun grat meréxer.
Altre sens mi d’açò merex la colpa;
30 vullau-li mal, com tan humil servent
vos té secret per son defaliment;
cert, és Amor que mi, amant, encolpa.

Ma volentat ab la rahó s’envolpa
e fan acort, la qualitat seguint,
tals actes fent que·l cors és defallint
en poch de temps una gran part de polpa.
lo poch dormir magres·al cors m’acosta,
dobla’m l’engýn per contemplar Amor;
lo cors molt gras, trobant-se dormidor,
no pot dar pas en aquest·aspra costa.

Plena de seny, donau-me una crosta
del vostra pa, qui·m leve l’amargor;
de tot mengar m’à pres gran desabor,
sinó d’aquell qui molt·amor me costa.

 

 

Print Friendly, PDF & Email

2 Commenti

  1. Ringrazio Nazione Indiana e Ornella Tajani per questo post, che propone una canzone di uno dei maggiori poeti europei medievali (secondo Costanzo Di Girolamo, il maggiore del Quattrocento). Poco noto in Italia, March propone una visione dell’amore e della sessualità, per molti aspetti alternativa al modello petrarchesco dell’innamoramento, che sembra avere molto da dire al lettore di oggi.
    Segnalo il saggio che Cèlia Nadal ha dedicato a questo testo, leggibile qui: https://www.academia.edu/35886632/Ausi%C3%A0s_March_e_la_logica_profonda_delle_emozioni._Lettura_del_canto_II

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Raymond Depardon, una poetica dell’interstizio

di Ornella Tajani
È un mondo interstiziale quello ritratto dal grande fotografo tra il 1979 e il 2006, fatto di marciapiedi umidi, ristoranti cinesi deserti, ruote panoramiche su sfocati orizzonti, scritte murali che segnano il tempo: «Roulez moins vite, vous pourriez écraser Roland Barthes»

Certo che hai proprio una bella Backpfeifengesicht!

di Ornella Tajani
Quanti di noi soffrono di Keyjaculation, cioè della mania di prendere le chiavi dell’auto quando il parcheggio è ancora lontano? E chi non ha mai provato l’hyppytyynytyydytys, cioè il piacere di essere seduti su una sedia molto comoda?

Quel piccoloborghese di Maigret: brevissima fenomenologia di un successo

di Sergio A. Dagradi
Il commissario Maigret sembrerebbe dunque incarnare, lungo gli oltre settanta romanzi e i quasi trenta racconti scritti da Simenon, l’idealtipo del piccoloborghese. A partire, ovviamente, dall’essere un poliziotto, dall’essere tutore di un certo ordine che sembra messo in discussione...

Mots-clés__Fiammiferi

di Daniele Ruini
Io non discuto. Lo Stato sovietico non è il posto migliore al mondo. E laggiù c’erano tante cose spaventose. Tuttavia c’erano anche cose che non dimenticheremo mai. Sgozzatemi, squartatemi pure, ma i nostri fiammiferi erano meglio di quelli americani.

G come Giallo. Il sillabario di Sinigaglia

di Ezio Sinigaglia
Passare dalla parte dell’assassino: è questa necessità a rendere giallo il giallo, se davvero il giallo è il colore della follia: si tratta di oltrepassare una linea, una di quelle linee gialle che delimitano le zone proibite o di pericolo: al di qua, si è nell’area rassicurante che la società ammette e approva: al di là, si è nel mondo dei fuorilegge, degli esclusi

“Privati di Napoli. La città contesa tra beni comuni e privatizzazioni”. Introduzione

di Alessandra Caputi e Anna Fava
Nella città di Napoli convivono, fianco a fianco, modelli urbani molto diversi tra loro. Le aree situate a Occidente e a Oriente hanno le sembianze spettrali di una città postindustriale che non è ancora riuscita a ripensare la propria identità.
ornella tajani
Ornella Tajani insegna Lingua e traduzione francese all'Università per Stranieri di Siena. Si occupa prevalentemente di studi di traduzione e di letteratura francese del XX secolo. È autrice dei libri Tradurre il pastiche (Mucchi, 2018) e Après Berman. Des études de cas pour une critique des traductions littéraires (ETS, 2021). Ha tradotto, fra vari autori, le Opere di Rimbaud per Marsilio (2019), e curato i volumi: Il battello ebbro (Mucchi, 2019); L'aquila a due teste di Jean Cocteau (Marchese 2011 - premio di traduzione Monselice "Leone Traverso" 2012); Tiresia di Marcel Jouhandeau (Marchese 2013). Oltre alle pubblicazioni abituali, per Nazione Indiana cura la rubrica Mots-clés, aperta ai contributi di lettori e lettrici.
Print Friendly, PDF & Email
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: