Tre poesie inedite di Annachiara Atzei
I piatti la sera, il letto raddrizzato al mattino: ho fatto tutto il necessario per scordare - i morti non abitano più qui, ma c'è una fessura, una scheggiatura dell'osso dove rimangono impigliati. Allora dico non vedete? Non sentite le voci che risalgono dal mercato - dicono che anche noi ce ne siamo andati. ___ Tale è il nodo, il volto chiuso che non c'è più il corpo ma solo lo spazio tra le cose - l'incastro del vuoto al vuoto. Un vento da tempia a tempia - l'emergere del vero. Qualcuno ti parli, qualcuno dica togli le mani dagli occhi - quello che ancora conosci. ___ Tutto ciò che si fa qui lo si fa pensandoti. Non sono mai stata più di questo - un organo cessato, un lembo da ricomporre. Il mondo resta lontano - intorno qualcosa ha ceduto. Credo che l'estate sia l'unica stagione - quella in cui la sera cantano le rane.
Foto di Christopher Campbell su Unsplash
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I piatti la sera, il letto raddrizzato
al mattino: ho fatto tutto il necessario
per scordare - i morti
non abitano più qui, ma
c'è una fessura,
una scheggiatura dell'osso
dove rimangono impigliati.
Allora dico non vedete?
Non sentite le voci che risalgono
dal mercato - dicono che anche noi
ce ne siamo andati.
___
Tale è il nodo, il volto chiuso
che non c'è più il corpo
ma solo lo spazio tra le cose -
l'incastro del vuoto
al vuoto.
Un vento da tempia a tempia -
l'emergere del vero.
Qualcuno ti parli,
qualcuno dica togli le mani dagli occhi -
quello che ancora conosci.
___
Tutto ciò che si fa qui
lo si fa pensandoti.
Non sono mai stata più di questo -
un organo cessato, un lembo
da ricomporre.
Il mondo resta
lontano - intorno qualcosa ha ceduto.
Credo che l'estate sia l'unica
stagione - quella in cui la sera
cantano le rane.
Che belle!