Il trattamento del silenzio
Gianni Biondillo intervista Gian Andrea Cerone
Gian Andrea Cerone, Il trattamento del silenzio, Guanda, 2023
Dopo il successo del tuo primo giallo, dopo un anno, sei già in libreria. Lo stavi scrivendo prima ancora di sapere come sarebbe andato Le notti senza sonno?
È così. Qualcuno potrebbe chiamarla fiducia cieca o fede incrollabile, una cosa molto calvinista. Ma la realtà è più semplice. Mi ero appassionato alla scrittura e mi interessava proseguire le avventure del precedente romanzo. Come mio primo lettore, ero curioso.
L’Unità Analisi del Crimine Violento, più che una squadra sembra una famiglia. Che in questo episodio si sta disgregando. C’è chi se ne va, chi arriva.
Il trattamento del silenzio parte da una situazione scomoda per la famiglia della squadra. Il commissario Mandelli è uomo da tempi lunghi, non a caso ama la storia e ha un’infinita storia d’amore con sua moglie. Quindi sfugge al tempo stretto e sincopato delle indagini rifugiandosi in Università. Marica Ambrosio è alle prese con i rimorsi maturati nel primo romanzo. Casalegno, abbandonato in compagnia delle sue fragilità personali, deve occuparsi del terribile caso che gli viene affidato. Alcuni torneranno, altri se ne andranno, come nella vita. Qualcun altro arriverà. Ad esempio un’affascinante poliziotta valtellinese capace di dare più di una scossa emotiva ai nuovi colleghi.
Il libro si apre con una scena crudele, macabra. E c’è un libro segreto che scompare.
Direi volutamente gotica. Ma tutto il romanzo è una sorta di feuilleton travestito da noir moderno immerso nella Milano attuale. I crimini si prestano al racconto della vendetta famigliare, della violenza nei confronti delle donne e dell’inganno più subdolo. L’antico libro che scompare – una cinquecentina il cui titolo e autore sono veri – nasconde tra le sue pagine il segreto del titolo e la chiave per risolvere il mistero.
A questa storia se ne affianca un’altra non meno inquietante. Ce vuoi parlare, senza anticipare troppo della trama?
È una storia incidentale che coinvolge e sconvolge Mandelli, un pretesto per raccontare gli intrighi criminali che, insieme alla pioggia, inzuppano Milano. Un redde rationem per il suo tentativo di voler evadere dalla routine investigativa.
Quasi seicento pagine, e il precedente non è da meno. Sei un grafomane impenitente?
Percepisco la sofferenza dello scrittore nella tua domanda. Per ora è così, credo sia la misura corretta per raccontare trame complesse, ma non escludo futuri formati ridotti.
(pubblicato precedentemente su Cooperazione, nel 2023)
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“Dopo il successo del suo primo giallo, dopo un anno, sei già in libreria”, una accordatura un poco claudicante, ma che vuoi che sia…
I refusi capitato. Appena posso correggo.
Grazie.