di Jacopo Ramonda
CARICHI SPORGENTI (cut up n. 24)
A piedi, sotto una pioggia fine, cercavamo di camminare controcorrente nel fiume in piena di parole non dette. Per esplicitare tutti i significati di quel silenzio avremmo dovuto parlarne per un giorno intero. Eppure entrambi conoscevamo il senso dei cortei di protesta taciturna che ci attraversavano il cranio in marcia, indossando le loro museruole. I pensieri sbucavano disordinatamente dalle nostre teste; erano così reali e tangibili che avremmo dovuto appenderci un cartello carichi sporgenti, prima che qualcuno inciampasse e ci denunciasse.
RIPOSARSI (cut up n. 11)
Finalmente si era fatta ora di cena. La giornata era finita e avrei potuto riposarmi. Da che cosa, non si sa. Quando sei a terra da troppo tempo non fai niente tutto il giorno, eppure stai sempre lì a ripetere che non vedi l’ora di andare a casa, a riposarti. Quando sei a terra da così tanto tempo che hai lasciato un segno sul pavimento, l’immobilità del tuo corpo ha comunque portato a qualcosa: il tuo finire sottoterra. Il tuo impercettibile affondare, lentissimo come la deriva dei continenti. Ed ecco che realizzi a cosa assomiglia la tua vita: sabbie mobili al rallentatore.










