a cura di Enrico Minardi
Sara Paretsky è una straordinaria scrittrice di romanzi gialli, conosciuta in tutto il mondo, e tradotta in venticinque lingue. Paretsky deve in gran parte la sua fama all’investigatrice privata, di origine italo-polacca, V.I. Warshawski, protagonista di oltre quindici romanzi, e di un film (intitolato semplicemente V.I. Warshawski), interpretato da Katleen Turner nel 1991. Ciò che in specie ci ha affascinato di questo personaggio è il suo idealismo – di marca anche femminista – e la capacità di comunicare una chiara – ma nel contempo articolata e ricca di chiaroscuri – visione della realtà. Anzi, secondo quello che è ormai diventato un luogo comune della letteratura poliziesca, fin dall’inizio, ogni romanzo di Sara Paretsky è stato – e continua ad essere – in realtà un pretesto per parlare, e condannare, le ingiustizie della società americana (che si tratti delle ineguaglianze sociali o dell’isteria paranoica diffusa nell’era Bush). Tradotta in Italia da Sonzogno e Sperling & Kupfer, la incontriamo una fredda domenica mattina di fine marzo in un piccolo bar a Chicago dowtown, dove vive, e dove fra l’altro si svolgono le vicende della sua eroina.
D: Trovo la protagonista dei suoi romanzi molto interessante: una investigatrice, V. I. Warshawski, che sul lavoro non può mai mettere da parte il fatto di essere prima di tutto una donna. Ho letto in un’intervista che per lei era importante creare un investigatore donna. Può parlarne un po’?











