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Hurricane downgraded

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di Helena Janeczek

Si trovano con un albero sul tetto e privi di elettricità per chissà quanto. Bernie ha i capelli bianco-cotone, Leah una pelle olivastra simile a quella di una tartaruga. Cammina con un bastone, quando sprofonda nella poltrona, non smette di parlare. “Era pieno di foglie qui dentro, insopportabile”.Ora il parquet specchiante rimanda alla fatica e al pericolo di liberarlo dall’intrusione degli eventi meteorologici straordinari. Hanno novant’anni, non occorre una bufera annunciata come uragano per rendere rischiosa la loro vita coniugale in quella casetta del New England.

DISCRIMINAZIONI ITALIANE

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di Certi Diritti

La Commissione Europea ha condannato senza mezzi termini le ripetute discriminazioni avvenute in Italia in merito ai dinieghi di concessione e rinnovo della patente a persone LGBT, ultima quella contro Cristian Friscina. La Commissione ha affermato che “in primo luogo, non vede come l’orientamento sessuale possa rientrare tra le categorie di disturbi menzionate” nelle direttive europee “e, in secondo luogo, non riesce a capire il collegamento tra l’orientamento sessuale e un’eventuale incapacità funzionale di guidare un veicolo. Inviterà pertanto le autorità italiane a chiarire la loro posizione sull’argomento”. Inoltre “la Commissione desidera ribadire il suo impegno deciso a contrastare l’omofobia e la discriminazione basata sulle tendenze sessuali avvalendosi appieno delle competenze conferitele in materia dai trattati. A tale proposito la Commissione ha spiegato che è sua priorità garantire che le norme nei singoli paesi dell’Unione si conformino totalmente alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, “nello specifico all’articolo 21 della stessa, che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata sull’orientamento sessuale”.

Antimodelli del maschile nella DDR

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[Il numero 61 della rivista Allegoria dedica la sua sezione tematica alla maschilità in letteratura. Accanto ai saggi di Anna De Biasio (sui masculinity studies), Vincenzo Bavaro (su Amiri Baraka), Fabio Andreazza (su Marco Ferreri), all’intervista di Daniele Balicco a Luigi Zoja e all’ampia recensione di Margherita Ganeri al Dominio maschile di Pierre Bourdieu, compare anche un mio saggio dal titolo Antimodelli del maschile nella DDR. Genere e campo letterario.
Prendendo spunto dal caso dei “protocolli al maschile” (Männerprotokolle) pubblicati nella DDR a metà degli anni ’80 dalle scrittrici Christine Müller e Christine Lambrecht, il saggio riflette su quanto e a quali livelli il genere influenzi il posizionamento degli autori/autrici nel campo letterario, condizionando non solo le loro traiettorie, ma anche le forme, i contenuti e il genere letterario delle loro opere. Ne emerge la tesi che il maschile, come il femminile, non è un tema, di cui esaminare le variazioni in un corpus di testi, ma un fattore che agisce a tutti i livelli della riproduzione sociale, ivi compresa la produzione di letteratura. M.S.]

di Michele Sisto

La sessualità quale noi l’intendiamo è effettivamente un’invenzione storica, un’invenzione tuttavia che si è andata operando  a mano a mano che si realizzava il processo  di differenziazione dei diversi campi,  e delle loro logiche specifiche. (P. Bourdieu, Il dominio maschile)

Verso la metà degli anni ’80 vengono pubblicati nella Repubblica Democratica Tedesca due volumi molto simili per contenuto e struttura: Männerprotokolle [Protocolli al maschile] di Christine Müller e Männerbekanntschaften [Incontri al maschile] di Christine Lambrecht. Si tratta in entrambi i casi di ‘protocolli’, ‘sbobinature’ o ‘bio-interviste’,un genere di letteratura documentaria che ebbe larga fortuna nella Germania socialista sulla scia di Ciao bella di Maxie Wander. Se le interviste di Wander testimoniavano i nuovi modi di vita delle donne nel privato e nella società, le due più giovani autrici spostano il loro interesse sugli uomini. Sul risvolto di copertina di Männerprotokolle leggiamo:

l’attesa

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di Chiara Valerio

L’attesa è quel che le cose non hanno: la facoltà di abbandonarsi. Le cose non si abbandonano. L’attesa non vuole niente, non si rappresenta niente, si riposa. Ci sono prose, in forma narrativa o saggistica, che contengono al loro interno la definizione di ciò che per l’autore esiste, di ciò che per l’autore compone e colora il mondo, dentro e contro le parole. L’attesa (et. al/ edizioni, 2011) di Ginevra Bompiani da questo punto di vista, è esemplare. In quattro sezioni e un’iniziale “nota tardiva” – dove l’autrice specifica che questa è una edizione parzialmente riveduta del testo originale pubblicato per i tipi di Feltrinelli nel 1988 –, Ginevra Bompiani fa la sua dichiarazione di ontologia e di poetica. Esiste solo quello che aspettiamo. L’inatteso, l’ospite, esiste solo in quanto non corrispondente all’atteso. La non corrispondenza di atteso e ospite è il tempo nel quale decidere che accoglienza riservare. Ogni estraneo è un’attesa tradita. Ogni ospite sorprende la nostra impreparazione, e misura la nostra umanità sul tempo che intercorre fra la rinuncia alle rappresentazioni che l’hanno preceduto e il benvenuto sulla porta.

hmmmm

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di Leslie Scalapino

traduzione di Andrea Raos

Considera certe emozioni, come ad esempio addormentarsi,		dissi,

(soprattutto quando uno sta ritto in piedi), come simili
alla paura, alla rabbia, o allo svenire. 	Io lo faccio. 		Sento che il sonno
in me è indotto dal sangue costretto dentro le venule 
del cervello.		Non riesco a concentrarmi.		Ho la lingua ottusa
e larga come quella di un vitello o
di una capra, o di una pecora.		Inoltre, belo.
Sì. Quando sono sola, a letto, di notte, la testa
di sbieco sul cuscino. Non a caso dico che amo dormire. 

…

Come posso trattenermi,		così mi disse una donna a proposito del voler
avere rapporti con sconosciuti,		dal pensare a un uomo
(uno che non conosco) come a una foca. Voglio dire che vedo un uomo
(nella folla, per esempio a teatro) come se avesse il corpo di una foca nel modo in cui
un uomo starebbe, per esempio, a letto con qualcuno, a baciare e latrare,
che è il modo in cui una foca latra e si slancia sugli arti posteriori quasi fusi al corpo.
Sì. Non dovrò dunque io, suppongo (lo dico a me stessa), guardarlo intenerita,
concentrarmi sul torace dell'uomo anziché sul suo volto, che in questo caso
è del tutto impassibile?		Davvero,		mi affascina come si muovono le foche.


Lasciatemi spiegare cosa intendo quando dico che penso a un uomo 
(anche solo ripetendo,		in realtà,		quanto è già stato detto
da un uomo: “Cosa può fare, uno, con la bellezza? Resta lì, fa male”)

Lasciatemi spiegare cosa intendo quando dico che penso a un uomo 
(anche solo ripetendo,		in realtà,		quanto è già stato detto
da un uomo: “Cosa può fare, uno, con la bellezza? Resta lì, fa male”)
come a un babbuino.			Tutto ciò che di solito diciamo
sul modo in cui pensiamo ai babbuini, cioè,		di per sé	;
spogliando un uomo		(così come succede a volte quando lo vedo
per la prima volta,	in pubblico,		per la strada		),
lo spoglio semplicemente pensando alla sua camminata
come alla camminata di un babbuino, lento sulle zampe posteriori
con la coda tenuta eretta dalle natiche		(come quelle
di un uomo) scoperte (un uomo che una si volta a guardare) e pelo
sul resto del corpo,		e con suoni come
i latrati di un cane.			A oggi, l'idea dei latrati di un cane non è al-
tro che il modo che ho trovato per descrivere i rumori di un uomo.

…

	Vedendo il fondale

Soddisfatta stamattina perché mi sono vista
(per la prima volta) allo specchio come se fossi una montagna. Voglio dire con questo
che ho “visto il fondale” in me. Nella misura in cui avevo pori
e vene e  cervello, ero una montagna nello stesso modo in cui 
uno ha rocce o alberi. Questo come può spiegare, mi chiedevo,
le emozioni – affetto, crudeltà, indifferenza – che provo?
E sapevo che per quanto si faccia attenzione,
ciottoli e semi saranno diversi una volta assunta forma umana.

…

Come diceva Rimbaud,		pensavo oggi seduta in biblioteca
la mente assente, sfogliando un libro sul comportamento degli uccelli,

Come diceva Rimbaud,		pensavo oggi seduta in biblioteca
la mente assente, sfogliando un libro sul comportamento degli uccelli,
non è forse proprio perdendo i sensi che troviamo la felicità
(semplificando molto, certo. Stavo		sul leggero). Eppure
posso imitare un richiamo d'uccello come quello dell'anatroccolo
o del cigno (qui mi basavo sul libro) costringendomi
a svenire. E, 		giusto per concludere il pensiero, io,
rispettosa delle apparenze, dato che c'erano persone sedute
intorno a me, mi sporsi in avanti sulla sedia e
soffiai come se stessi dormendo. Ssss, uscì, come un sibilo,
come il verso di un'oca. Così, senza che me ne accorgessi,
a questo feci seguire un colpo di tosse basso e gutturale
e mi chinai in avanti solo per espellere un po' di flegma. Poi rapida
occhieggiai intorno prima di sciacquarmi la bocca. Mi sentivo spossata.

…

(continua qui)

tratto da The Woman Who Could Read the Minds of Dogs, 1976

CHIAMENTI

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di Franco Buffoni

E’ stato trovato morto, nella sua casa di Bologna, Massimiliano Chiamenti. Era nato nel 1967. L’ho incontrato l’ultima volta a Padova il 15 luglio scorso al Gay Village, in occasione della presentazione del mio “Laico Alfabeto”, in una splendida serata ben organizzata dal locale Arcigay. Massimiliano intervenne nel dibattito con acume e ironia e al termine, in birreria, mi disse sua sponte che ci saremmo senz’altro rivisti a Mantova l’8 settembre.
Mi sento tradito. E più solo.
Massimiliano s.t.t.l. Franco

«il manifesto» dell’editoria italiana

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Per una critica dell’industria editoriale

 

di Valerio Cuccaroni

 

La serie di testimonianze di lavoratori e lavoratrici del mondo dell’editoria italiana, pubblicate dal 19 al 30 agosto scorsi da «il manifesto» con il titolo “Protagonisti dell’editoria” e riproposta per gentile concessione del quotidiano su www.generazionetq.org, potrebbe contribuire ad avviare, assieme ad altre analisi e azioni in atto e in programma, una nuova fase della produzione letteraria italiana? In che modo?

 

Propongo, a caldo, alcuni piccoli spunti di riflessione, consapevole che ben altre sono e saranno le menti capaci di sviluppare il dibattito.

 

Qualche passo indietro: la dimensione artigianale del lavoro editoriale

Nel XX secolo l’elaborazione di complesse e articolate poetiche ha aperto la strada all’elaborazione di più complesse e articolate opere, capaci di confrontarsi con un mondo non più chiuso, ma aperto, non più determinato, ma indeterminato, caotico. Eppure le poetiche degli autori e delle autrici del XX secolo si inserivano in una dimensione ancora sostanzialmente artigianale della produzione letteraria.

E X [T] R A T I O N E

1
.
.
a Bologna, lunedì 5 settembre, alle ore 19:00
presso la Libreria Modo Infoshop
(Via Mascarella 24/b)
lettura di autori della collana di materiali verbali
E X [T] R A T I O N E

Alessandra Carnaroli, Alessandra Cava, Florinda Fusco,
Marco Giovenale, Fabio Orecchini, Adriano Padua

[ introduce Ivan Schiavone, direttore della collana ]

La società incivile e il diritto come campo di neutralizzazione

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di Daniele Ventre

Racconta Erodoto (Storie, I, 96-98) che i Medi, da poco liberatisi dagli Assiri, erano devastati dalla più totale anomia. Fra di essi si sarebbe distinto però un certo Deioce (il futuro fondatore mitico di Ecbatana, Hangmatana, il “Punto di incontro”), il quale, a differenza degli altri notabili e capitribù vicini, spiccava per equanimità e giustizia, virtù che indussero i Medi a eleggerlo re, così da non essere più soggetti all’aleatorietà destabilizzante di un mondo senza leggi.

Come tutti i miti, la leggenda di Deioce (nessun dato induce a identificarlo con il Daiukku che certe iscrizioni di VIII sec. a.C. dichiarano essere stato vassallo degli Assiri e amministratore della Media per loro conto) contiene in sé una verità metastorica che trascende l’aspetto evenemenziale del racconto preso di per sé stesso: in una situazione di anomia che mette in pericolo la comunità, l’argine che immediatamente la comunità stessa trova è il riconoscimento di un’autorità giudiziaria.

Note per un diario parigino

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da Chiunque cerca chiunque
di
Francesco Forlani

Dodicesimo capitolo
Atmosphère, atmosphère

Succede ogni volta che salgo le scalette del Ponte che si apre un varco fra una sponda e l’altra del canale, e mica un ponte qualsiasi, ennò, proprio quello da cui si vede in controluce l’insegna dell’Hôtel du Nord, e tra il fogliame degli alberi che ne oscurano la vista, senti la voce, o così ti pare, dell’attrice francese per eccellenza, così potente, la voce, di lei che è minuta nel corpo com’è tradizione delle donne che alla vita hanno strappato a morsi pochi attimi di felicità, affamate di consapevolezza del modo di fare poesia che ha la vita, con il tempo che passa, che scorre, scorre, perfino quando l’acqua ti sembra ferma, immobile come quella del canale in cui ti specchi salendo le scale della passerella. Edith Piaf, penserete voi – je ne pense jamais, ripeteva Maigret- ma in realtà è Arletty la voce che vedi tra quelle stesse ringhiere di ferro battuto. Sì, è lei che urla al mondo intero, all’homme che gli sta di fronte: –Atmosphère, atmosphère ! Est-ce que j’ai une gueule d’atmosphère ?

RECIDIVI

3

di Franco Buffoni

“Uno dei più grossi errori che si possono fare per risolvere i problemi, è continuare a comportarsi nello stesso modo, aspettandosi risultati diversi”. Queste parole sono state pronunciate da Yvonne Murphy, il giudice irlandese che ha redatto il “Cloyne Report”, un’inchiesta commissionata dal governo irlandese nel 2009 per accertare lo svolgimento dei fatti in numerosi casi di pedofilia avvenuti nella diocesi di Cloyne.
Specificamente dall’inchiesta si evince che, tra il 1996 e il 2005, almeno cinque sacerdoti della Diocesi e lo stesso Arcivescovo John Magee omisero di denunciare all’autorità giudiziaria ben 17 casi di abusi su minori a loro segnalati – vincendo più che comprensibili ritrosie – dalle giovani vittime. “Abbiamo tristemente appurato – ha detto Murphy presentando il rapporto – che i membri della Chiesa hanno sistematicamente mancato al dovere di denucia in merito ai casi di pedofilia”.
Presentando il rapporto al parlamento – 421 pagine che ricostruiscono l’atteggiamento dei membri della Chiesa in merito ai casi di abuso sessuale avvenuti dal 1996 al 2009 – il primo ministro irlandese Enda Kenny ha accusato la Santa Sede di “disfunzione, disconnessione e elitarismo” per avere “incoraggiato i vescovi a non denunciare gli abusi alle autorità ufficiali”. Kenny ha inoltre esplicitamente denunciato “il tentativo della Santa Sede di bloccare un’inchiesta in uno Stato sovrano e democratico non più di tre anni fa, non trent’anni fa”.

Etiopi in transumanza

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foto e testo di Danilo De Marco

Gibuti: quanti sanno dov’è? Talmente piccola che spunta a malapena dalla carta, nascosta dal nome. Un «confettino», dicono… di una manciata di chilometri quadrati di pace, circondato da giganti fratricidi: Etiopia, Eritrea, Somalia. Storie di guerre lunghe e sanguinose, mai risolte. Nate domabili…, diventate un groviglio di interessi internazionali e presenze militari. E tanta fame.

Gibuti si toglie parzialmente dalla mischia, non per particolare merito ma per una situazione politico-economica tenuta in piedi dalla presenza straniera e dalle alleanze negoziate. Punta estrema del

MATRIMONIO

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di Alessandro Martorana

Sono dovuti arrivare sino ad Oslo per potersi unire in matrimonio: Sergio Lo Giudice, capogruppo del PD al Comune di Bologna e presidente onorario di Arcigay ed il suo compagno Michele Giarratano, avvocato originario di Caltanissetta, si sono infatti sposati domenica 27 agosto nella capitale norvegese. La scelta della città scandinava è stata quasi obbligata: le nazioni europee che permettono l’unione tra persone dello stesso sesso (tra le altre: Spagna, Islanda, Svezia, Portogallo) richiedono comunque che almeno uno dei futuri sposi sia residente nel paese, mentre la Norvegia non pone questa limitazione. La cerimonia è stata celebrata nella Oslo Tinghus (Palazzo di Giustizia), a pochi metri dal luogo dell’attentato del 22 luglio: in memoria delle vittime Lo Giudice e Giarratano hanno indossato due rose bianche. Il canonico bacio e l’applauso di parenti e amici hanno sancito l’unione tra i due uomini, che all’uscita dalla sala della cerimonia hanno mostrato con emozione ed orgoglio il proprio certificato di matrimonio. Abbiamo raccolto alcune dichiarazioni di Lo Giudice subito dopo la conclusione della cerimonia.

Estraneità

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di Antonio Sparzani

Non leggo i giornali sistematicamente, li guardo spesso on-line e ascolto vari telegiornali, locali e nazionali. Mi prende sempre più un senso di estraneità. Quale contatto esiste tra me e la vita pubblica del paese cui per nascita appartengo? E non solo per nascita, per vita vissuta, adolescenza, vita da adulto, da insegnante, da persona che si relaziona con i propri simili. Le notizie di questo periodo, mi sembra più ancora che in altri momenti della storia che ricordo, fanno sempre più emergere l’esistenza di un sistema: parola magica di questi tempi, la mafia, la camorra, ecc. si chiamano, ce l’ha insegnato Gomorra, sistema, forse perché più si apprezzi la loro struttura forte e articolata. E poi qualche volta si parla di “sistema paese” per indicare, a quanto capisco, l’insieme delle forze produttive nostre, quelle che tutte insieme fanno il sacro pil, che sono come l’ossatura, s’intende in una società schiettamente capitalista come la nostra, di tutto quanto il nostro stare assieme.

Ma il sistema che invece sta emergendo

Note per un diario parigino

15

da Chiunque cerca chiunque
di
Francesco Forlani

Undicesimo capitolo
De Particulier à Particulier

Paris 11e.Métro Oberkampf.Sur boulevard Voltaire.Immeuble pierre de taille.Au 6e, ascenseur.Chambre meublée, pour 1 personne, 9 m² environ : douche/toilettes, coin-cuisine (plaque électrique, petit réfrigérateur, micro-ondes), chauffage électrique. Libre. 2000 FF/mois charges comprises.
Leggo l’annuncio che sono seduto al café de la Mairie, di fronte a St.Sulpice ed è uno spettacolo in questa giornata di sole. La copia aperta di Particulier  occupa per intero il tavolino rotondo su cui resta appena lo spazio per la tazzina del caffè. Che non c’è un cazzo da fare non riusciranno mai a fare come si deve.
 Ah café café ca me fai fumar pure l’urtema cigarette, et si adduvini ‘obbar, co l’aqua de fonte de Napule, napulità, se sent à difference cull’ate, daa meza taza franzos o ‘mmericane, que nu palazio intero se pode abbeverarse ca sbobbe,  artro que! sta pisciazza maròn, ohi marò marò, que to bbivi calann la capa all’andrè, que te pare que dice no, non, à la matinè! et oui, st’aria d’humiditate te sciala er grano granello et te fa ascì n’aqua scura scura que nun sape d’artro que d’aqua. Que poi tante, que poi assaje, e tante ma io tante c’aggia girà, tante c’aggio vutà, che ‘o ddoce dint’a tazza fino ‘n mocca ma ha da arrivà.  Quello poi lo zucchero deve rimanere a galla per qualche secondo prima di inabissarsi sul fondo e invece no.

Note per un diario parigino

2

da Chiunque cerca chiunque

Le 14 Juillet
Decimo capitolo 
di
Francesco Forlani

Quando il mio amico Andrea, originario di Berlino Est, si ubriaca, la prima cosa che ti dice è che i tedeschi sapranno pure creare opere monumentali, comporre musiche capolavoro, perfino giocare un calcio tale da vincere i mondiali e nondimeno commettere le peggio mostruosità della storia, tutto ciò con estrema naturalezza, però quando si tratta di festeggiare ne sono assolutamente incapaci. La goffaggine e la colpevolezza Luterana – ben altro dall’uterino cattolico senso di colpa- ostacoleranno ogni dimensione collettiva ma soprattutto individuale, tutte le possibilità di condivisione dell’allegria così messa a dura prova da una pesantezza tanto più atavica quanto necessaria. Ecco perché per Andrea i tedeschi avevano mancato la caduta del muro, di cui non rimaneva in mente nulla nell’immaginario collettivo che non facesse pensare a cape bionde, i famosi picchi del muro, intente a distruggere a colpi di martello la pazziella, il giocattolo che la Storia aveva piazzato nel mezzo della stanza sospesa tra oriente e occidente. E nella capa della gente rimanevano le parate militari naziste nelle città occupate, la marcitudine di una volontà di potenza che scaricava i suoi liquidi puteolenti tra le folle inebetite degli invasi. Di quella gloriosa fine del comunismo, del commiato dagli anni ottanta memorabile restava soltanto la suonata al violoncello di Rostropovič che con le sue note cavalcò i 155 km di muro riuscendone a domare la benché minima scheggia. Solo che il musicista era russo.

Lavorare un libro

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di Giovanni Carletti

[E’ terminata oggi sul manifesto la pubblicazione del reportage “protagonisti dell’editoria”, con le testimonianze dirette di chi “sta dietro” ai libri. Pubblico quella di Giovanni Carletti, editor di Laterza. Il resto del reportage lo si può trovare sul sito di TQ, qui.]

È un giovedì di fine marzo. Il libro è in programma per luglio, ancora non esiste una versione definitiva in mano alla redazione ma l’autore ha ormai completato 7 capitoli su 10. Una gran parte di questi li abbiamo rivisti assieme, eliminando interi periodi, spostando paragrafi, cancellando e aggiungendo. Oggi, però, ci sarà la riunione redazionale per decidere il titolo definitivo e la copertina. All’incontro, che riguarda tutti i libri in uscita a giugno e luglio, sono presenti l’editore, il direttore commerciale, la direttrice della comunicazione, la responsabile del programma, tutti gli editor, la capo-redattrice, il capo ufficio stampa e la responsabile dei diritti esteri.
Su una mensola vengono sistemate 5 o 6 prove di copertina. Tutti abbiamo in mano la scheda che riguarda il libro e che sarà poi utilizzata nella brochure che i promotori porteranno ai librai per raccogliere le prenotazioni. Gli editor prendono la parola a turno per raccontare e spiegare le caratteristiche del libro che hanno seguito, i punti di forza e quelli di debolezza, le qualità dell’autore e la sua capacità in radio, in tv o sui giornali. L’attenzione si sposta sulle copertine, alcune vengono scartate immediatamente e finiamo per concentrarci sempre su due alternative su cui i pareri divergono in modo piuttosto radicale. La discussione rischia di farsi infinita. Votiamo.

Lavori in corso 31 agosto

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Comunicazione di servizio

Oggi verranno fatti dei lavori di manutenzione sul nostro sito. Tutti i nuovi commenti scritti durante i lavori potrebbero venir persi. In questo articolo verranno pubblicati tutti gli aggiornamenti sulla situazione.

Aggiornamento 11:49 – lavori in corso…

Aggiornamento 13:54 – i lavori proseguono…

Aggiornamento 14:55 – i lavoro sono terminati, se riesci a leggere questa riga puoi riprendere a usare il sito normalmente.

La lunga estate dell’indignazione – Pierre Menard a Madrid

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di Bachisio Bachis

Era di maggio, a Madrid, tre mesi fa. L’origine è nota. Lo scenario principale anche: la Puerta del Sol, il km 0 del movimento 15M. L’accampamento improvvisato quella notte, che doveva mantenersi fino alle elezioni di una settimana dopo, ha messo in moto un rivolta gentile che né l’estate torrida e bianca, né le periodiche ondate repressive sono riuscite ad arrestare.

La manifestazione da cui è partito il movimento, convocata il 15 maggio in 50 città spagnole dalla piattaforma Democracia Real Ya e strutturatasi intorno alle reti sociali, aveva avuto una inaspettata partecipazione. Il corteo della capitale si apriva con uno striscione che chiariva le cause della protesta: “Non siamo merci nelle mani di politici e banchieri”. “Non votarli”, uno degli slogan più diffusi, riassumeva la forte critica alla legge elettorale vigente, che condanna il paese al bipartitismo, e gran parte della popolazione a non sentirsi rappresentata dagli “eletti”.

AFFERMAZIONE CIVILE

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di Certi Diritti

Il 29 agosto h 11 la coppia composta da Ottavio Marzocchi, bolognese, funzionario a Bruxelles del Parlamento Europeo, e Joaquin Nogueroles Garcia, funzionario della Commissione Europea, che si è sposata lo scorso 20 agosto in Spagna, accompagnata da amici, parenti e personalità politiche si è recata al Comune di Bologna per chiedere la trascrizione del matrimonio nei registri del Comune, così come previsto quando si contrae matrimonio all’estero.
Nessun rappresentante politico della Giunta comunale ha ricevuto i coniugi che hanno quindi ‘occupato’ simbolicamente la Sala Rossa dove si svolgono i matrimoni con rito civile. In seguito i coniugi si sono recati presso gli uffici anagrafici del Comune di Bologna dove alcuni funzionari hanno spiegato quali documenti occorre presentare per la richiesta di trascrizione del matrimonio celebrato in Spagna. I funzionari hanno altresì spiegato che in base ad una Circolare Amato del Ministero degli Interni non sarà possibile comunque procedere alla trascrizione e che di ciò verrà data comunicazione scritta.