di Giorgio Ruffolo, da Repubblica, 6 luglio 2011
[Faccio precedere all’articolo di Ruffolo apparso ieri su “la Repubblica”, un brano di Emmanuel Todd tratto da L’illusione economica pubblicato in Francia nel 1999. Nessuno di questi autori predica un anticapitalismo rivoluzionario. Dopo più di un decennio, si ripropone a noi, cittadini comuni, il medesimo quesito: com’è possibile che la classe politica europea, senza grandi divergenze al suo interno, e con il consenso dei media generalisti, perpetri diabolicamente i suoi errori di politica economica? La stessa “Repubblica”, che pubblicava ieri l’intervento di Ruffolo, lo dimenticherà domani nella pagina economica, dove si discuterà con la massima serietà delle valutazioni di Standard & Poor’s sul destino del debito greco. La falsa coscienza può molto, ma qui assistiamo a un’oscillazione schizoide che l’ideologia dominante dovrebbe, per sua vocazione, neutralizzare. A I]
“Il ritorno progressivo all’accecamento degli anni 30, con questa riemergenza delle politiche di diminuzione della spesa pubblica che aggravano il ritardo strutturale del consumo, è un fenomeno stupefacente per chi si interessa alla storia delle idee. Non siamo qui confrontati a uno di quei fenomeni di conservatorismo intellettuale così frequenti nelle università dal Medio Evo in poi. Il pensiero dominante non sta respingendo un’innovazione incerta, ma un sistema esplicativo che era stato accettato e applicato con successo, anche se ovviamente non forniva tutte le risposte a tutte le domande. Con un pensiero economico che regredisce da Keynes verso Say, abbiamo l’equivalente di una scienza fisica che ritorna all’età precopernicana di un Sole che gira intorno alla Terra.” Emmanuel Todd














