di Francesco Accattoli
Noi passeremo le colline di sale
Noi passeremo le colline di sale
poste a levante,
e a levante andremo,
seguendo il solco cartesiano
del sole,
in una zona che non è più uomo
o femmina o strumento manuale.
Viviamo per punti.
di Francesco Accattoli
Noi passeremo le colline di sale
Noi passeremo le colline di sale
poste a levante,
e a levante andremo,
seguendo il solco cartesiano
del sole,
in una zona che non è più uomo
o femmina o strumento manuale.
Viviamo per punti.
di Chiara Valerio
Affaticato ma soddisfatto, la osservò riversa sul pavimento tra i due piccoli letti sui quali gli venne in mente di adagiarla. Pareva appesa per i piedi, penzoloni. La più bella delle sue figlie era diventata l’impiccato delle carte magiche. Lui stesso provò un brivido di inquietudine a vederla, ma se ebbe quel sentimento fu per aver ottenuto un risultato migliore del previsto. Ebbe la conferma che le motivazioni di tenerla tutta per sé non erano maligne, ma antiche, appartenenti a un mondo che si credeva perduto e suo quale lui invece era riuscito a trovare un portale. Allora forse non avrebbe dovuto condurci Elisabeth, come credeva; forse quel mondo si sarebbe mosso verso loro due: un universo vivo che premeva per ricongiungersi agli umani, ai loro cuori, ai loro desideri, per tornare reale. Elisabeth (Einaudi, 2011) di Paolo Sortino racconta la storia di Elisabeth Fritzl, austriaca, segregata dal padre per ventiquattro anni in un bunker sotto la casa nella quale era vissuta fino ai diciotto anni.
Angelo Maria Ripellino
Tra due-trecento anni la vita sarà migliore.
Ma intanto noi siamo ormai alla frontiera,
senza gli angeli di Elohim precipita la scala del Novecento,
e il Duemila già sventola la sua bandiera
per coloro che sono sicuri di entrarvi.
Io resterò da questa parte, in questo buio,
in questo viluppo di meschinità e bisogno,
senza conoscere il terso luccichìo del futuro.
A me sarà bastato visitarlo nel sogno,
come uno sciamàno che scenda con piatti e sonagli
nel reame dei morti a conversare coi lèmuri.
Resterò sulla porta come un rèprobo, come uno spergiuro.
Perché scusatemi, posteri, che freddo,
che vitreo deserto, che uniformità, che sbaragli
soffiano da quel futuro.
da Notizie dal diluvio, Einaudi 2007, p. 78.
Parigi, sogni e strade di una città, , Historica Edizioni
di
Carmine Vitale
(estratti)
C’è una foto scattata a dei manichini silenziosi che guardano un’apertura al centro di un palazzo. Parigi è questa storia, anche senza le voci, gli sguardi, in un silenzio assordante ha un cuore pulsante. Potrebbe fare a meno delle persone, dei volti: ha un proprio asse, ci gira intorno il sole come una terra a parte, con queste sue strade che non ti lasciano neanche il tempo di dire come un corpo estraneo qui non possa mai entrare, è un lampo che dà stupore, rabbia, o dolore veloce, cose che si fondono insieme agli alberi e alle foglie, nel pieno centro del tuo cuore. È arte allo stato puro, è una montagna incantata, è la stella Assenzio, ars poetica, caffè, spirito delle leggi, è scadenze, ritorni, salvezza. Come a La Ruche dove c’è una scritta sul muro che ti guida: «Tutti coloro che lottano per la libertà combattono in ultima analisi per la bellezza».
di Dario Accolla
Com’era largamente prevedibile, il disegno di legge dell’onorevole Paola Concia è stato respinto alla Commissione Giustizia. Il testo, tuttavia, verrà proposto in parlamento e lunedì comincerà la discussione per arrivare, dopo qualche giorno, al voto finale.
Le associazioni, tra cui Certi Diritti, fanno giustamente notare come la Commissione abbia bellamente ignorato il messaggio del presidente Napolitano – un messaggio di grande equilibrio istituzionale e, al tempo stesso, di elevata perizia politica – e l’avallo diretto del ministro Carfagna e del presidente Fini.
Diverse le dichiarazioni dei politici. Dallo sgomento della relatrice, e giustamente, alle critiche degli esponenti del partito democratico. Dall’esultanza di Giovanardi ai rilievi, del tutto imbecilli, dell’onorevole Lussana.
Vorrei che si ponesse l’accento su due questioni fondamentali.
In primis: l’ira della Carfagna. Che il ministro, dopo le sue frasi omofobe, sia passato al sostegno della legge è certamente buon segno. Eppure anche le nuove dichiarazioni favorevoli devono far riflettere.
di Andrea Inglese
Fate attenzione alle reazioni delle persone di fronte alla vicenda del socialista francese Strauss-Kahn, uomo ricco e potente, direttore fino al giorno del suo arresto di una delle più prestigiose (e temibili) istituzioni mondiali, il Fondo Monetario Internazionale. Fate bene attenzione a come chi vi sta attorno, uomini e donne, reagisce alla notizia. Questo non vi farà scoprire anzitempo se Strauss-Kahn è realmente colpevole di violenza carnale e sequestro di persona, reato per il quale è sotto inchiesta negli Stati Uniti. Ma potrà illuminare in parte il nostro rapporto con le vittime di certe violenze. Molti e molte, ho scoperto, sono portati subito a formulare delle ipotesi difensive: complotto, partner in realtà consenziente, o consenziente quasi fino alla fine. Queste persone non ne sanno in genere molto più di me e di voi su quanto è successo nell’hotel Sofitel di New York tra la cameriera e Strauss-Kahn, ma mostrano di considerare, di primo acchito, inverosimile l’ipotesi di uno stupro che un grande personaggio dell’alta borghesia internazionale farebbe subire a una donna del popolo.
ALLA QUINTA EDIZIONE DEL FESTIVAL “TEATRI DI VETRO” OLTRE 50 POETI PER UNA MARATONA DI 10 GIORNI DI LETTURE DI “SUPPLICHE D’AMORE”
Teatri di vetro 5 – Roma 19/28 maggio 2011 – Teatro Palladium e spazi urbani della Garbatella
Stasera 19 maggio, dalle 20.00 alle 23.30, nella Villetta alla Garbatella, via Passino 3 Roma (a due passsi dal Palladium) primo appuntamento con la maratona “Amaro fu l’amore, radiosa la sua idea” con: Vittorio Formisano, Sonia Gentili, Jonida Prifti, Francesco Forlani, Bianca Madeccia.
AMARO AMMORE a cura di Canio Loguercio è il primo raduno poetico itinerante in Italia per la condivisione di “suppliche d’amore”. Un network, una performance, un happening, un concerto, un reading-live, un festival, un rito collettivo che coinvolge poeti, musicisti, artisti, associazioni di quartiere, ecc..
Saggezza è la prima parola che viene alla mente leggendo il nuovo bel libro della poetessa Azzurra D’Agostino, D’aria sottile, pubblicato nella collana Inaudita dell’editore Transeuropa. La saggezza di chi accetta le cose che trascorrono, stanno rivelate proprio nel passare, come l’aria che si respira e non la si vede, fine e antica dentro il corpo e così nuova per il giorno che deve venire. Come se /poco più di un niente/ ci separasse dal nulla, dalla sua corrente, scrive Azzurra, e questo nulla che avanza non è un dolore, come non lo è il tempo, affatto regolare o regolabile, ma sghembo sulla sua ossatura di silenzi.
X FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA
a cura di Alessandro Seri e Licenze Poetiche
MACERATA
19>22MAGGIO 2011
conversazioni coi poeti, presentazioni di libri, letture
di Avaaz
Lontano dai riflettori, domani il Parlamento potrebbe definitivamente votare la legge bavaglio alla tv, che metterebbe in grave pericolo la libertà d’informazione nel nostro paese.
Con ben 70.000 firme, una consegna d’impatto e migliaia di telefonate, qualche mese fa siamo riusciti ad affossare la legge bavaglio alla tv, che avrebbe messo in seria difficoltà indagini giornalistiche contro la corruzione e il malgoverno e avrebbe trasformato l’informazione tv in un presidio governato dai partiti. Ma con un blitz pochi giorni fa i parlamentari berlusconiani sono riusciti a imporre la votazione di questa legge. Se passerà, la nostra democrazia ne uscirà seriamente indebolita.
Ci rimangono solo 24 ore – vinciamo anche questa volta! I parlamentari si riuniranno da oggi alle 14 e potrebbero votare già domani: inondiamoli di messaggi per chiedere loro di votare contro la legge bavaglio! Clicca sotto e inoltra l’appello a tutti:
http://www.avaaz.org/it/no_bavaglio_tv/?vl
In seguito alla recente scomparsa dello scrittore argentino Ernesto Sabato – lo scrivo senza accento sulla prima “a”, come d’uso in Argentina – molti blog letterari italiani, a cominciare da Nazione Indiana, hanno pubblicato articoli che commentano la vita e l’opera di questo scrittore. Sul valore dell’opera di Sabato non ho niente di aggiungere a quanto ho letto, perché sono consapevole della qualità della sua narrativa. Ho trovato invece gli articoli italiani lacunosi nella descrizione del profilo politico-biografico di Sabato. Mentre in Argentina alcune scelte di Sabato durante la dittatura di Videla sono state estremamente criticate, in Italia l’autore de Il Tunnel viene ricordato solo per i suoi meriti letterari o per la sua introduzione al rapporto Nunca más, che ne farebbe ipso facto un campione dei diritti umani.
[Matteo Di Gesù risponde alle Cinque domande su critica e militanza letteraria in Internet a proposito di Verifica dei poteri 2.0; qui le risposte precedenti.]
1. Le linee fondamentali di questa ricostruzione ti sembrano plausibili?
Sì: il saggio offre una ricostruzione esauriente, si fonda su presupposti adeguati e condivisibili ed è criticamente incisivo.
2. Quando e perché hai pensato che Internet potesse essere un luogo adeguato per “prendere la parola” o pubblicare le tue cose? E poi: è un “luogo come un altro” (ad esempio giornali, riviste, presentazioni o conferenze…) in cui far circolare le tue parole o ha delle caratteristiche tali da spingerti ad adottare delle diverse strategie retoriche, linguistiche, stilistiche?
Non sono stato né un pioniere né un apocalittico: ho cominciato a pubblicare su internet quando se ne è presentata l’occasione, all’inizio anche con una dose di curiosità per il nuovo “luogo” di pubblicazione e soprattutto per il tipo di ricezione che poteva determinare (e parlo di tipologie di testi piuttosto diversi: saggi accademici, recensioni, articoli).
di Luca Galassi
[ apologia dell’immaginazione visionaria e dell’ironia&elogio dell’inattuale in tempo di croniche ]
JULES VERNE
Dalla Terra alla Luna, tragitto in 97 ore e 20 minuti
[traduzione di C. o forse G. Pizzigoni – Edizioni Paolo Carrara, Milano, 1872]
⇦ Capitolo IV Capitolo VI ⇨
Capitolo V. IL ROMANZO DELLA LUNA
[…] L’astro delle notti, per la sua vicinanza relativa e lo spettacolo rapidamente rinnovato delle sue fasi diverse, a bella prima ha diviso col Sole l’attenzione degli abitanti della Terra; ma il Sole stanca lo sguardo e gli splendori della sua luce obbligano i contemplatori a chinare gli occhi.
di Giacomo Sartori
Nella mia città abbiamo tutti il cancro. È per via degli ormoni nell’acqua del rubinetto. Le donne prendono la pillola per non avere troppi bambini, e poi corrono al gabinetto a fare pipì, e la pipì finisce nel fiume. Fin lì non ci sarebbero grossi inconvenienti, perché la femminizzazione dei pesci maschi e i cancri dei pesci ambosessi costernano ormai solo qualche occhialuto ittiologo. Poi però l’acqua del fiume rifinisce nel rubinetto: tu la bevi e ti viene il cancro. Naturalmente ci sono gli impianti di depurazione, ma molte porcherie restano pur sempre nel rubinetto, checché ne dicano i pieghevoli entusiastici dell’agenzia per l’ambiente. La prima è stata Isa. Insomma, la prima del nostro giro, perché come è ovvio prima di lei ce ne sono stati infiniti altri. Cancro al seno. Lei se lo aspettava, perché anche sua madre aveva avuto un cancro al seno. Se lo aspettava fin da piccola, quando appunto sua mamma l’ha lasciato sola con il padre che era depresso cronico. Era convinta che il tumore al seno le sarebbe venuto alla stessa età della madre, e invece si è manifestato solo due anni dopo, perché la natura
“Un’Altra Galassia – Napoli Sotterranea” nasce dalla volontà di un collettivo di scrittori e giornalisti, supportati da un imprenditore locale, per ridare alla città di Napoli una festa del libro.
Una festa della città per restituire la letteratura alla città. Assolutamente indipendente: organizzata senza alcun tipo di patrocinio e finanziamento pubblico.
Quattro scrittori (Rossella Milone, Valeria Parrella, Piero Sorrentino e Massimiliano Virgilio), due giornalisti (Pier Luigi Razzano e Francesco Raiola) e il presidente di Napoli Sotterranea (lo speleologo Enzo Albertini) hanno pensato a una festa di tre giorni che si svilupperà nel centro di Napoli, lungo il Decumano superiore: da Port’Alba a Piazza San Gaetano, con la collaborazione delle librerie napoletane.
Pubblicata sul nuovo numero di Fresco di Stampa.
di Marco Rovelli
(il manifesto, 15/5/2011)
E saniamole queste case abusive, dice il Caro Leader. L’abuso eretto a norma, morale prima che giuridica, pare ormai uno dei segni più marcati di questa età di Fine Impero. L’abuso è generalizzato, ci dice il Caro Leader strizzandoci l’occhiolino, siamo tutti complici di un’illegalità diffusa: ovviamente non quell’illegalità diffusa invocata anni fa in nome di una trasformazione rivoluzionaria collettiva, ma un’illegalità individualistica finalizzata al “si salvi chi può” – dove poi, a salvarsi e prosperare sulle spalle di un massacro sociale generalizzato, sono sempre quelli che partono da posizioni di vantaggi acquisiti. Che in questo paese, dove la forbice tra i più ricchi e i più poveri è larghissima, assume contorni devastanti.Tutto questo appare in una luce particolare, dalla prospettiva del Duomo di Massa, dove da due settimane stiamo conducendo una lotta a sostegno degli immigrati in presidio permanente che chiedono di essere regolarizzati avendo subito truffe in occasione del decreto flussi colf-badanti del 2009.
di Ivan Scalfarotto
Dire a qualcuno che è razzista non è intolleranza: l’intolleranza sta nel razzismo, non in chi lo fa rilevare. Questo vale anche per l’omofobia, che – attenzione! – è cosa diversa e che non va confusa con la violenza omofobica. L’omofobia non è picchiare o accoltellare un gay: quella è violenza causata dall’omofobia. L’omofobia sta anche soltanto in un’opinione, così come il razzismo è tale (ed è punito dalla legge come tale: è la cosiddetta “Legge Mancino” del 25 giugno 1993, n. 205) anche se si basa su una mera opinione. Se qualcuno affermasse che un uomo di colore non può sposare una donna bianca perché storicamente è sempre stato così e perché poi fanno figli di strani colori, questo sarebbe di per sé razzista. Bene, dire che un uomo non può sposare un altro uomo, o una donna un’altra donna è dunque di per sé omofobico.
A proposito di due mostre
Pensare l’estetica sovietica, ovvero la facciata celebrativa del regime, come semplice frutto di una decisione presa dai vertici del PCUS o da Stalin in persona rappresenta una semplificazione che nasconde un errore di valutazione. Più correttamente andrebbe considerato un concorso di circostanze e di persone che la edificarono in modo non sempre premeditato. L’opera della scultrice Vera Muchina realizzata per l’Esposizione Internazionale «Arts et Techniques dans la Vie moderne» (1937) di Parigi, L’operaio e la Kolchoziana, divenne una vera e propria icona dell’epoca sovietica (fu scelta anche come simbolo della Mosfilm, la più importante casa di produzione cinematografica della Russia sovietica) e del realismo socialista.