The Atomic Cafe (1982) è un film di compilazione costruito su materiali d’archivio americani risalenti agli anni ’40, ’50, ’60 (Newsreels, esperimenti militari sull’atollo di Bikini, programmi televisivi, pubblicità progresso ecc.). Per i registi – Jayne Loader, e i fratelli Kevin e Pierce Rafferty – cinque anni di lavoro duro alla ricerca di materiali dedicati all’atomica e alla causa nucleare (vantaggi e – ebbene sì – qualche leggero effetto collaterale).
Avevo cercato on line Crossroads di Bruce Conner (1976), realizzato con materiali militari, sempre legato agli esperimenti di Bikini, un montaggio strabiliante e “critico” sull’effetto esplosivo e detonante dell’atomica. Senza successo. (Sul sito www.archive.org potete invece trovare vecchi filmati degli anni ’40 / ’50 sugli effetti della bomba.) The Atomic Cafe è forse più vicino a Kubrick e al finale di Doctor Strangelove (1964). Non ricordo se anche qui compaia la canzone We’ll Meet Again. Ma l’uso della colonna sonora (in particolare di You Are My Sunshine) concede l’azzardo di un paragone.
(rinaldo censi)
The Atomic Cafe
APPELLO PER UN NUOVO RISORGIMENTO
di Giacomo Sartori
Lo stato nazionale italiano è il frutto di un vasto (a dispetto di quel che si insinua) movimento di idee e di passioni, il cui minimo comune denominatore, oltre che la liberazione dall’invasione straniera, era l’aspirazione alla libertà individuale e alla dignità della persona: il Risorgimento. La crisi attuale di questa nostra Nazione, della quale festeggiamo ora il 150° compleanno, è sotto gli occhi (e la penna) di tutti. Ed è ormai chiaro che una sua rinascita, in continuità con i valori risorgimentali, gli stessi che hanno ispirato la liberazione dal fascismo, e dalla quale è nata la Costituzione, non potrà realizzarsi nel quadro della politica attuale. Né questa sinistra catalettica né questa destra adulterata (non sto negando le differenze tra destra e sinistra, non mi si fraintenda), sapranno proporre una qualsivoglia soluzione, senza un risveglio e il pungolo di una larga banda di cittadini, senza l’intervento trainante di individui che si battano per quegli stessi ideali dai quali è nato il nostro stato unitario e indipendente. Mi permetto insomma, dall’alto della mia abissale ingenuità di narratore (non ignara tuttavia di quanto è stato scritto nel corso di due secoli sul carattere degli italiani, e quindi scientemente velleitaria, ma alla luce di qualche recente sintomo forse anche realista), di vagheggiare un nuovo Risorgimento.
Gli attori principali di tale nuovo Risorgimento, che per comodità chiamo “noi”, saranno i seguenti:
1) le donne a cui ripugna l’avvilimento mercificato del corpo femminile propugnato dal Presidente del Consiglio e dai suoi seguaci, e che non intendono avallarlo in alcun modo; il loro Risorgimento consisterà nel rifiutarsi di assistere all’offesa quotidiana e rituale della loro dignità più intima, spegnendo la televisione al primo scosciamento o decerebramento vaginale, e impedendo ai loro congiunti e familiari di sesso maschile di fruirla; e naturalmente facendolo sapere, dispiegando per esempio alla finestra un drappo rosa: chi passerà capirà; sappiano far capire che questa loro lotta, beninteso estesa alle strade e ai luoghi di lavoro, è in difesa della loro libertà, anche appunto sessuale, di cittadine e di donne per nulla inibite;
Dal paese guasto. Partitura per un inizio
di Marco Rovelli
[Nel giorno dell’Unità d’Italia, viene presentato a Milano il nuovo numero dell’Ulisse, dedicato al paese guasto. Pubblico il poemetto che ho scritto per l’occasione, contando di pubblicare poi – quando l’avrò – la versione musicata]
SIGISMUNDUS
Anticipiamo un estratto dal romanzo 1977 di Gianni D’Elia, edito con una nota di Roberto Roversi dalla “Sigismundus Editrice” di Ascoli Piceno, che il 19 marzo inaugurerà le proprie attività editoriali. Il catalogo di Sigismundus (www.sigismundus.it) si apre anche con il nuovo libro di Davide Nota, La rimozione. (ndr).
di GIANNI D’ELIA
le mani è stato il viaggio delle mani viola piccine della nascita fino allo scheletro la musica distorta mi sono svegliato cominciando a filmare le mani che si aprivano poi il tempo è volato è stata l’alba in cinque minuti sono uscito la campagna intorno era dolcissima la prima luce aranciata mielosa visti di spalle Nanni e Vito abbracciati la maglia a strisce orizzontali bianche e rosse stupenda stagliata e sotto la collina tutta la città stesa e il mare ho baciato le scorze dei piccoli pini davanti alla tettoia della casa ero eccitato la corteccia odorava e sapeva di resina era sensuale polposa l’erba madida di guazza del praticello mi sono accoccolato l’ho carezzata strofinata con la testa con le mani da così vicino le gocce tramavano ostinate in cima ai fili le scrollavo poi a correre come un pazzo cercavo un dono da fare ai due amici le scarpe e i calzoni zuppi tra le erbe alte e i ciliegi la scorza marcia di un albero tagliato il legno rosa marcito di un ceppo tra tante cose belle che potevo donarvi proprio questa ho detto porgendo quel poco di sughero farinoso ai due
DISUMANIZZAZIONE
Quando nei lontani anni sessanta mi laureai in fisica, la famiglia e il parentado e anche alcuni amici erano tutti stupiti e ammirati e chiedevano, sbarrando gli occhioni, fisica nucleare? E io ad affannarmi a rispondere che no, che io mi ero laureato in fisica teorica, e anche specializzato così e che no, fisica nucleare no, e tutti vagamente delusi a dire ah ecco, già, io credevo, ma cos’è, insomma, ecc.
La fisica teorica ha un suono meno importante e meno mediaticamente interessante, mentre la fisica nucleare, quella sì che si sa cosa possa servire. Appunto. Non è mai stata la mia passione, non ho mai neppure dato l’esame di “fisica nucleare” o “istituzioni di fisica nucleare” fondamentali per un altro indirizzo. Ma anche se così fosse, se avessi seguito un indirizzo “più nucleare”, dovrei confessare qui che chi davvero è in grado di mettere le mani nella costruzione di una centrale è un ingegnere nucleare cioè uno di quelli che ha una formazione che gli permette di progettare un complesso di apparecchiature in grado di far funzionare davvero un impianto nucleare.
Perché, sapete, cosa sia una centrale nucleare è facile a dirsi a grandi linee: è un impianto che produce acqua calda,
Classifiche pordenonelegge-Dedalus Opere tradotte 2010
Per la Classifica delle Opere tradotte si vota una sola volta l’anno (tra dicembre e gennaio). È stato possibile votare per opere di narrativa e poesia tradotte per la prima volta in italiano nel 2010 (escluse, quindi, ritraduzioni o nuove edizioni). Le opere tradotte, inoltre, non devono essere apparse in edizione originale prima del 1950.
Seguono le Classifiche tre “dichiarazioni di voto” di altrettanti lettori e lettrici (Azzurra D’Agostino, Riccardo De Gennaro, Roberta Salardi).
Narrativa
1) Roland Barthes, Dove lei non è, Einaudi, p. 48
(trad. Valerio Magrelli)
2) Michel Houellebecq, La carta e il territorio, Bompiani, p. 46
(trad. Fabrizio Ascari)
3) J. M. Coetzee, Tempo d’estate, Einaudi, p. 27
(trad. Maria Baiocchi)
I giornaletti

un vacuo ragionamento attorno alla visione delle fotografie di Benjamin Béchet di Gianni Biondillo
Ognuno ha l’immaginario che si merita. O forse, più semplicemente, quello che si è trovato fra i piedi. Fossi cresciuto in un’altra epoca, chissà, avrei eroi differenti, mitologie più auliche, referenti più alti. Io sotto i banchi di scuola, alle elementari, non nascondevo dallo sguardo accigliato della mia maestra libelli rivoluzionari o romanzi magniloquenti ma i fumetti sgualciti dei supereroi americani. I giornaletti, li chiamava la maestra, spregiativa. Il mio mondo fantastico ha preso il volo lì, di nascosto dalle autorità scolastiche. In casa poi dato che non c’erano libri, figlio del sottoproletariato urbano, già il fatto che leggessi avidamente quei fumetti mi faceva sembrare strano, persino un po’ eccentrico, agli occhi di molti.
Seak sick sic
Sono un poeta e uno scrittore collettivo. Per due anni ho lavorato a un romanzo storico insieme ad altri 99 scrittori. Sappia il lettore che nel 2007 Gregorio Magini e Vanni Santoni hanno inventato un metodo di scrittura collettiva, detto “metodo SIC”: il sito dedicato a questo lavoro plurale ha prodotto sinora una manciata di racconti a dieci/dodici mani, tutti scaricabili con licenza copyleft, ma il vero, decisivo stacco è avvenuto nel febbraio del 2009, quando il gruppo di scrittori coagulatosi attorno al progetto SIC ha lanciato in rete l’idea di un romanzo che abbracciasse un numero più ampio di partecipanti―ci si augurava almeno cinquanta. Contro ogni aspettativa, la proposta ha ricevuto un numero di adesioni esorbitante, arrivando a oltre duecento iscritti, tra cui io stesso. Duecento iscritti che si sono subito dimezzati quando è stato chiaro che non si trattava di un giochino, di uno di quei divertissement letterari che fioccano in rete, ma che ci sarebbe stato da scrivere davvero, intensamente, molte pagine, per molti mesi.
150 anni di memorie divise – Dialogo del Centro TraMe con John Foot
a cura del Centro TraMe
John Foot ha dedicato e dedica tuttora le sue ricerche al nostro paese e alla sua storia recente nei suoi vari aspetti: dallo sport (Calcio 1898-2007. Storia dello sport che ha fatto l’Italia) alla storia delle città italiane (Milano dopo il miracolo. Biografia di una città) fino all’analisi delle vicende politiche. Nel 2009 ha pubblicato il libro Fratture d’Italia, in cui racconta le “memorie divise” sviluppatesi attorno agli eventi più importanti della storia del paese – dalla Prima Guerra mondiale fino agli anni di piombo – a partire dall’analisi di varie pratiche di memoria (targhe, monumenti, anniversari e commemorazioni).
[Nei mesi scorsi su AlfaBeta2 Slavoj Zizek e Alexander Stille hanno parlato dell’“anomalia Italia”. E su questa espressione è ritornato qualche settimana dopo Donald Sassoon sul Sole24Ore. Lei stesso apre il suo Modern Italy (2003) citando Peter Lange: “Che cosa rende l’Italia un caso di difficile classificazione?”. Tutto sommato gli inglesi a volte discutono ancora su quale nome usare per designare la loro nazione e per decenni hanno fatto i conti con l’IRA; gli spagnoli elaborano ancora il doloroso passato franchista, cercano di gestire forti spinte secessionistiche interne e qualche settimana fa hanno ricordato i trent’anni dall’ultimo tentato golpe militare; il Belgio sta attraversando una profondissima crisi politica che ne minaccia la stessa esistenza. E infine la riunificazione della Germania non sembra essere andata di pari passo con quella dei tedeschi.]
Allora, a 150 anni dall’unità, in che senso l’Italia rimane tra le nazioni europee l’anomalia di “difficile classificazione”?
L’intervista continua qui.
Attraverso una terra di chi
di Azzurra D’Agostino
Attraverso una terra di chi
attraverso una terra di chi
passiamo noi, noi la schiera
del coro scrostato del dipinto,
i musi ottusi degli armenti
ammassati tra i marmi,
una trafittura nella scorza
della pietra – un graffio.
Recensione a un libro non letto
Sono, ero, un appassionato di calcio. Sono, ero, un grande appassionato di calcio, ma strano, uno di quelli che non andavano allo stadio. Ci sono entrato poche volte nella vita. Una per tutte: mi trovavo in Spagna, un amico argentino mi convinse a investire in una partita, comprammo una decina di biglietti per rivenderli il giorno della partita (giocava il Barcelona contro El Real) sarebbe stato un gioco. Una cosa facile, il mio amico ne era sicuro. Era l’autunno, avremmo saldato un debituccio che avevamo entrambi col padrone della pensione. Ci andò male, il giorno in cui giocarono pioveva e Maradona rimase in tribuna per infortunio. Col mio amico andammo allo stadio e ci sedemmo, distanti, le braccia larghe a occupare i posti che ci erano rimasti. Partite non ne vedevo, alla tele sì, o a parlarne, che è un po’ come vederle, forse, rigiocarle. Ore e ore a parlare di calcio. Se sapessi parlare di letteratura come lo so, lo sapevo, fare di calcio, sarei direttore di ttl.
Sulla spiaggia di Ez Zauia
“Il paese di Dio” di Percival Everett
[Esce oggi in libreria il nuovo romanzo di Percival Everett, Il paese di Dio (Nutrimenti, 16 euro), di cui pubblico un estratto dal primo capitolo. Come nel precedente Ferito, Everett lavora sul rovesciamento dei cliché del western, stavolta con il suo feroce umorismo, concentrato sul peccato originale americano: l’identità dei neri e degli indiani d’America prevaricati dai coloni, la radice dell’odio e dell’intolleranza. m.r.]natural born gay
Io non ho niente contro i gay: ho persino un amico che lo è. Persino. Certo che potrebbe manifestarlo un po’ meno, eh. Perché un gay lo riconosci a occhio: come nei cinepanettoni, sculetta, si agita e lancia gridolini entusiasti. Se è femmina probabilmente ha la moto, ascolta Gianna Nannini e gioca a calcetto il sabato pomeriggio. Sempre che esista davvero, la lesbica, e non sia solo un’invenzione da palcoscenico dell’Ariston.
Onda su onda
Note sugli strumenti di (mancata) tutela legale da un nemico dell’ambiente e della salute pubblica sempre meno invisibile
di Stefano Palmisano
“Un ruolo quindi, almeno concausale, delle radiofrequenze nella genesi della neoplasia che ha patito il sig. Marcolin è ‘probabile’ (probabilità qualificata).”
Così la Corte d’appello di Brescia – Sezione lavoro nella sentenza (pag. 11) n. 614 del 10 dicembre 2009 che chiude un giudizio relativo ad una richiesta di indennità per malattia professionale formulata vanamente all’Inail da un dirigente d’azienda ammalatosi di neurinoma del ganglio di Gasser, un tumore benigno che colpisce i nervi cranici, in particolare il nervo acustico, anche a causa di una lunga esposizione alle onde elettromagnetiche di un telefono cordless e di un telefono cellulare che usava sul posto di lavoro per varie ore al giorno.
“Lo studio MARCONI suggerisce che vi sia stata una associazione importante, coerente e significativa, tra esposizione residenziale alle strutture di Radio Vaticana ed eccesso di rischio di malattia per leucemia e linfomi nei bambini, e che le strutture di MariTele, in modo limitato e additivo, abbiano plausibilmente contribuito all’incremento di quel rischio. [….] Lo studio MARCONI suggerisce che l’esposizione di lungo periodo (oltre 10 anni) alle antenne di Radio Vaticana sia stata associata ad un eccesso di mortalità per leucemia…”
Queste le conclusioni della perizia del dott. Andrea Micheli, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, depositata nel novembre 2010 alla fine di un lunghissimo incidente probatorio effettuato nel procedimento penale ancora pendente innanzi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per le presunte morti e malattie causate dalle onde elettromagnetiche emesse da Radio Vaticana.
Appena qualche giorno fa, infine, l’International EMF Alliance (IEMFA) ovvero l’Alleanza Internazionale sui Campi Elettromagnetici (CEM) ha annunciato la pubblicazione di un consenso scientifico sui pericoli derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici.
LETTERA A LEOPARDI
di FRANCO BUFFONI
Il suddito pontificio Giacomo Leopardi – che per terrore del freddo rinunciò alla cattedra universitaria in Germania (filologia classica e studi danteschi) – a Roma non potè lavorare nemmeno come bibliotecario per il rifiuto a indossare l’abito talare. Lo stato in cui era nato, di cui aveva il passaporto – uno stato che aveva sudditi da Pesaro al Garigliano – gli chiedeva solo di essere ipocrita. Come ogni stato etico.
A Leopardi – suddito pontificio dissidente – mi accade di pensare quando certi eventi pubblici e parlamentari contemporanei paiono costituire delle vere e proprie rese “ai preti”, che “possono ancora e potranno eternamente tutto”. (Dalla Lettera a Luigi De Sinner del 22 dicembre 1836: “La mia filosofia è dispiaciuta ai preti, i quali e qui e in tutto il mondo, sotto un nome o sotto un altro, possono ancora e potranno eternamente tutto”).
Caro Conte Giacomo,
con riferimento al Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, è stato da molti osservato che, facendo risalire all’ignoranza e alla credulità acritica l’origine delle credenze magico-oracolari pagane, tu in realtà abbia liberato te stesso da tutte le nozioni che non reggevano alla luce della ragione.
L’Italia (unita?) vista dai blogger
L’Italia (unita?) vista dai blogger: è il tema dell’incontro organizzato dall’Unità per domattina dalle 11 alle 13. Per verificare quale sia dalla rete la visuale dell’Italia contemporanea. Si può seguire la diretta streaming sul sito unita.it, e dialogare sia via mail (unisciti@unita.it) sia via Facebook e Twitter. Scrive l’Unità: “Guarderemo il nostro Paese attraverso i loro occhi politicamente scorretti: quelli di Metilparaben, brillante blogger premiato come “Blog Rivelazione 2010”, o quelli di Alessandro Gilioli (Piovono Rane, blogger dell’anno). E con loro Vittorio Zambardino (Scene Digitali, lo storico blog de “La Repubblica”), Spinoza (miglior blog 2010), Uomomordecane (il «cattivo più temibile della blogosfera 2010»), Leonardo Tondelli (Leonardo, miglior blog d’opinione), Malafemmena (miglior blog erotico 2010), Luca Sofri e Francesco Costa del Post (miglior blog giornalistico dell’anno), due tra i principali blog letterari italiani: Nazione Indiana con Marco Rovelli e Loredana Lipperini (Lipperatura), Giuseppe Civati (Ciwati, tra i migliori blog politici italiani) e tanti altri. L’incontro sarà moderato da Concita De Gregorio (Invece) e da Giovanni Maria Bellu (Nemici).”
INSEGNARE CON LA LETTERATURA
E’ in uscita da Zanichelli un libro didattico, inventivo e sagace, “Insegnare con la letteratura” di Simone Giusti. Ne proponiamo qui l’introduzione e il sommario. (ndr)
di SIMONE GIUSTI
“Io sento una grande responsabilità verso le storie che scrivo. Perché qualcuno andrà a abitarle.”
Michela Murgia
Mi capita, da laureato in lettere e dottore di ricerca in italianistica, ex insegnante di italiano, storia e geografia, di guardare con invidia gli insegnanti della scuola primaria, maestri e maestre, laureati in pedagogia, mentre insegnano ai loro alunni a scrivere poesie, a leggerle, recitarle, impararle a memoria; e insegnano canzoni, cantano anche, e scrivono racconti, leggono fiabe, miti, pagine di diario. Addirittura, in alcune scuole gli alunni e le alunne frequentano assiduamente delle biblioteche colorate in cui è possibile prendersi il tempo di scegliere un libro, di saggiarne le qualità, di godersene gli effetti. E poi ci sono gli altri, gli insegnanti delle superiori – la scuola secondaria di secondo grado – dove finalmente, anche se con fatica e frustrazione, si può praticare un insegnamento meno eclettico, che può permettersi la serietà dei classici e può dare per scontata la frequentazione dei grandi autori della letteratura italiana, prima in ordine sparso, attraverso un approccio basato sui generi letterari, e poi, finalmente, in ordine serrato, grazie al percorso di storia della letteratura.
ALLA COSTITUZIONE ITALIANA
di FRANCO BUFFONI
Le costituzioni, recita il mio vecchio
Dictionary of Phrase and Fable,
Possono essere aristocratiche o dispotiche
Democratiche o miste.
Ecco, per te che non prometti
Di perseguire l’imperseguibile
– La felicità degli uomini –
Vorrei non pensare davvero a quel “mixed”
Che ricade sugli effetti salvando i presupposti:
Di te che prometti il perseguibile
Vorrei restasse il lampo negli occhi di Gobetti,
Già finito per altro in poesia.
Per Luigi Di Ruscio

di Adelelmo Ruggieri
tutto questo fuori è anche dentro
Cristi polverizzati pag 68;
Le Lettere, Firenze, 2009
Venne stampata nel mese di giugno 1953 dalla Maestri Arti Grafiche per conto di Schwarz Editore, Via San Martino 9, Milano. L’edizione originale era composta di cinquecento esemplari numerati da uno a cinquecento su carta uso mano; quello da cui ho appena trascritto queste parole appena sopra è l’Esemplare Numero 64. Apparteneva “All’amico Alvaro Valentini/ alla nostra amicizia/ alla sua poesia”. Ora è custodito presso la Biblioteca Civica Romolo Spezioli, Piazza del Popolo n. 63, Fermo, Fondo Valentini, INV 4297.






