ho voluto il caldo. evitando
il rincasare alla luce gialla
gocciolante dai lampioni. evitando
sin dall’inizio
la casa vuota la maglia
lasciata e ritrovata col pericolo
costante del conato, del troppo
da tollerare, della goccia in più
proprio sul bordo del vaso.
ho voluto muovermi dentro una luce
calda che sorga da dietro
dai fianchi che accarezzi radente
la testa fino a non sentire più
di avere braccia e testa ma di stare
nelle volute della casa come un anello
nel fumo che si espanda senza sparire.









