di Maria Angela Spitella
L’ultima volta che Giovanna è andata a cena fuori, risale a molti anni fa. “Era vivo ancora mio padre, parliamo di più di sei anni fa. Allora era tutto più semplice avevamo un negozio di alimentari a Roma, in periferia, andava bene, ci campava tutta la mia famiglia, mio padre io e mio fratello, ma poi mio padre si è ammalato, le cose sono cominciate ad andare male e così siamo stati costretti a lasciare il negozio”.
E poi è arrivata la crisi, una crisi feroce, che non si è dimenticata di nessuno, una crisi che dicono, sia cominciata con l’attentato alle Torri gemelle di New York, e che si è insinuata nelle vite di persone che prima di allora stavano bene. All’inizio nessuno si è accorto di nulla, ma poi lentamente si è cominciato a dover rinunciare a piccole cose e, senza rendersene conto, si è arrivati a rinunciare alle cose necessarie.
Sembra una contraddizione, ma come si fa a rinunciare alle cose che per noi erano essenziali?
Giovanna lo spiega con serenità, senza clamori e disperazione.













