di Luca Lenzini
Invitato da “Nazione indiana” a intervenire sul tema della critica letteraria, riprendo alcuni spunti dal numero che «L’ospite ingrato» dedicò nel 2004 al tema della Responsabilità della critica[1]. Cercammo allora, con la rivista, di fare il punto su quella che a noi della redazione pareva una situazione di stallo, tanto povera di proposte teoriche quanto appiattita sull’esistente, ad un tempo consapevole e soddisfatta dei propri limiti; naturalmente, non è scontato supporre che poco o niente, da allora, sia mutato nello scenario che, dopo diversi anni, abbiamo dinanzi; tuttavia proverò a portare qualche argomento a favore di questa tesi, ed anzi ne aggiungerò, a mo’ di provocazione, per “rincarare la dose”. Per riassumere, gli spunti si potrebbero rubricare sotto queste tre titolazioni: Sul rimbambimento della critica; Vecchi e giovani; Le polemiche fallaci. Mi rendo conto che un discorso come quello che sto per fare si presta all’accusa di “fare di ogni erba un fascio”; ma spero si guardi ad esso con l’indulgenza che spetta a chi mira al “bersaglio grosso” e dunque non va tanto per il sottile.










