Alla Librairie Voyelles, a Torino, puoi incontrare, tra gli altri, Guy Debord, Marguerite Duras, Jean Giono. A volte si parla, Gabriella offre il caffè agli uni, un alcolico forte a qualcun altro, oppure si ascolta. Si legge e si ascolta. Così quando è entrato Boris Vian, senza preamboli ha voluto dire la sua. E Michele Vietri gli ha fatto da interprete.effeffe
Istruzioni per fabbricare canzoni
di
Boris Vian
Tempo d’artigianello
Abbandoniamo dunque la storia antica; la canzone moderna costituisce un campo vasto abbastanza per i nostri sollazzi.
Nella sola Francia vengono depositate quotidianamente alla S.A.C.E.M. parecchie decine di nuove canzoni, ed è per centinaia di milioni che la S.A.C.E.M ripartisce annualmente i diritti che percepisce. Sotto un certo aspetto, la canzone è un prodotto che si mette sul mercato, che si vende e che si compra, e per cui è comprensibile che ci si possa porre la questione: come si fabbrica?
Che questa parola “fabbricazione” non disgusti il lettore; ci sono canzoni “fabbricate”, è giusto. Ma ciò non toglie che per una certa quantità di esse l’ispirazione gioca il suo ruolo come in ogni creazione. (Non si rischia niente finché non si precisa l’ispirazione, e i barbuti si calmino)
È disinteressata un’ispirazione?









Provai altre volte durante quel mese di agosto a incontrare l’uomo veloce, altri sabati mattina, altre domeniche, mi piazzavo all’ingresso del paese, dove soleva passar lui, salutavo le macchine, e speravo: ora spunta, ora arriva. Cosa ci fai che ora passa?



