da Microfictions
di
Régis Jauffret
Un volgare cancro da operaio
(traduzione di Francesco Forlani)
Sono arrivato a Roisssy con un quarto d’ora di ritardo. L’aereo era già decollato.
– Per fortuna, visto che si è schiantato al di sopra dell’Atlantico.
Preferivo mancare al mio appuntamento a New York piuttosto che perdere la vita. Mélanie, un’amante di vecchia data, congedata, non aveva perso tempo, quando sono rincasato aveva già svuotato casa con un semi rimorchio noleggiato da Kiloutou. Su questa cosa, crisi cardiaca. Un ospedale in sciopero, un dottore reclutato sul campo che detestava la cardiologia. Rene artificiale, preferiva di gran lunga la nefrologia. Morto, sepoltura ad opera di due imbranati che si sbagliano di tomba. Eternità in compagnia di bare nere, che non fanno altro che affossarmi il morale già basso.







di 

di Sergio Pasquandrea