”Permettetemi di essere il teppista che sono, signori vivi a sbafo, vivi inutilmente… e tu che ti permetti?… Vieni fuori dallo studio, vieni a dirmelo in faccia cosa hai detto”. ”Vieni fuori che facciamo un po’ di letteratura con le mani…”. ”La mia è un’invettiva, ossia l’unica letteratura che in questo momento io sento di fare”. ”Parlo al plurale a un singolare stronzo
perche’ se ne risentano in parecchi”. ”Con te ci vediamo fuori perche’ io sono un teppista e vado fiero della tua imbecillita”’.
Lettera di Pasquale Panella indirizzata a Gianni Boncompagni e pubblicata su Repubblica (11 Settembre 1998)
Replica di Boncompagni: ”Che antipatico!”.
Bueno Noy Bueno, ovvero per una teoria del double bind applicata al pop
Diciamo subito che la forza del Pop si esprime attraverso l’identificazione a un gruppo rispetto all’altro, con l’esplicitarsi di un’appartenenza a una visione del mondo, a un orizzonte che immediatamente si contrappone a un altro, suo alter Nos, in una dialettica che potremmo definire neo bizantina. Il riferimento storico va ovviamente al celebre Ippodromo di Costantinopoli in cui, per il prestigio che aveva- poteva ospitare dai 30.000 ai 50.000 spettatori- si acclamava l’Imperatore ma soprattutto dove il pubblico si divideva in demi (fazioni), inizialmente quattro poi diventate due, gli Azzurri (conservatori) e i Verdi (progressisti). Qualcosa di simile a quanto accaduto alle nostre città più importanti in cui si dividono stadio e pubblico due squadre, con un’attribuzione non sempre chiara seppure accertata da fatti storici incontrovertibili al punto che se la cosa appare semplice in alcuni casi (vd tifosi della Lazio di destra, quella della Roma di sinistra) in altri sembra più difficile l’attribuzione come nel caso della Juve e del Toro o delle stesse Milan e Inter i cui presidenti sembrano esprimere idee differenti dalle proprie tifoserie.













