[molto volentieri pubblico la traduzione, l’originale è in figura, di una poesia cinese classica particolarmente bella, gentilmente affidatami da una cara amica che molto ne sa. Sua è anche, naturalmente, l’introduzione al testo. a.s.]

“Lo Spirito del Monte” (Shan gui) fa parte dei “Nove Canti” (Jiu ge), una raccolta di poesie cerimoniali sciamaniche cinesi, che secondo la tradizione furono raccolte e rielaborate dal poeta Qu Yuan.
Le poesie sono databili al IV secolo a.C. e appartengono a luoghi e civiltà precedenti all’avvento degli Han, che segnò l’inizio della cultura cinese nei suoi aspetti a noi più familiari (unico potere centrale, confucianesimo, sofisticata struttura burocratica…).
Sembra ci sia qualcuno – hsi…nella piega del monte,
tralci d’edera l’avvolgono – hsi…il convolvolo gli cinge i fianchi.
Ecco, egli mi contempla – hsi…e sorride con approvazione.
“Signore, tu mi osservi con desiderio – hsi…la mia grazia ti ha ammaliato”.
Alla guida di rossi leopardi – hsi…linci screziate al mio seguito,
monto un carro di magnolia – hsi…e di cassia ho intrecciato una bandiera.
Orchidee mi rivestono – hsi…la mia cintura è di zenzero in fiore.
Colgo fiori soavi – hsi… per donarli a colui che domina i miei pensieri.














