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Microconsiglio sull’insulto

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di Andrea Inglese

Da noi, in Italia, se avete un vicino di casa africano d’origine, che non vi è particolarmente simpatico, potete dirgli o “pirla” o “stronzo” o “sporco negro”, scegliendo in modo casuale fra questi tre insulti “comuni”. Per essere veramente equanimi, poi, potete dare dello “sporco negro” anche al vicino finlandese, dai capelli rossi, se anche lui non vi sta simpatico. Quanto al vicino d’origine ebrea, non vi consiglio però di chiamarlo “sporco ebreo”. Potrebbe infatti darsi, nel frattempo, che la giurisprudenza patria abbia fatto entrare gli ebrei nel novero degli essere umani, uguali a tutti gli altri e con gli stessi diritti degli altri. Quindi, al vicino di origine ebrea che vi sta antipatico, limitatevi all’innocuo “sporco negro”.

Debord 4

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Questa è la quarta – e ultima – razione di Guy Debord, La società dello spettacolo che metto in rete. Con questa si conclude la parte I: La separazione compiuta. La seconda parte è La merce come spettacolo, ma chi è stato invogliato dalle prime razioni può spendere meno di 8 euro per comperare il libretto (Baldini Castoldi Dalai, 2004). Mai come in questi giorni, nei quali si consuma, in una delle nostre valli più belle, uno spettacolo che mai avremmo voluto vedere, m’è sembrato attuale Debord.
Ecco qua:

27. Per la riuscita stessa della produzione separata in quanto produzione del separato, l’esperienza fondamentale, nelle società primitive legate a un lavoro principale, si sposta oggi, al polo di sviluppo del sistema, verso il non-lavoro, l’inattività. Ma questa inattività non è per nulla liberata dall’attività produttiva: al contrario, dipende da essa, è sottomissione inquieta e ammirativa alle necessità e ai risultati della produzione; è essa stessa un prodotto della sua razionalità. Non può esserci libertà al di fuori dell’attività, e nel quadro dello spettacolo ogni attività è negata, esattamente come l’attività reale è stata captata integralmente per l’edificazione globale di questo risultato. Così l’attuale «liberazione dal lavoro», l’aumento .degli svaghi, non è in alcun modo liberazione nel lavoro, né liberazione di un mondo modellato da questo lavoro. Nulla dell’ attività estorta nel lavoro si può ritrovare nella sottomissione al suo risultato.

Cronache pavesiane

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disegno di José Muñoz

Hotel Occidente
di
Francesco Forlani

Quando ci siamo svegliati la città dormiva ancora. La pioggia tirava a lucido le strade e dalle finestre arrivava giusto il riverbero del lampione, dritto davanti al balcone. Non so neppur’io come nel giro di una serie di gesti, falsamente domenicali, macchinetta del caffè, lavarsi, vestirsi, allacciarsi le scarpe con la premura di chi si chiede perché ora, di domenica, mi sia ritrovato in un chiosco piantato come un chiodo ai piedi delle Molinette.

Alexander Hacke – Sanctuary Tour

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Teatro i
presenta
Martedì 6 dicembre 2005 ore 21

ALEXANDER HACKE
Sanctuary Tour

Alexander Hacke (Einstürzende Neubauten) voce, chitarra
SugarPie Ferris (ex-Celebrity Skin, ex-Cramps) basso
Ash Wednesday (attuale membro di Einstürzende Neubauten) tastiere ed electronics – australiano, sofisticato esperto di mutazioni sonore
Gordon W. (Member of Fuzzy Love) percussioni
Danielle de Picciotto – artista di NY residente a Berlino, si occuperà dei live visuals per il tour.

Libri che viaggiano in seconda

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di Marco Candida

Il terzo intervento che risponde all’iniziativa di Davide Bregola Il Romanzo del XXI° Secolo, è firmato da Giuseppe Caliceti e comincia così:

Il romanzo è una macchina. Dentro al romanzo c’è un motore narrativo. Se non ci fosse questo motore non sarebbe una macchina, un romanzo. […] Le ruote, il volante, i sedili anteriori e posteriori. […]

Catena di Sanlibero 312

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riccardo orioles
La Catena di San Libero
5 dicembre 2005 n. 312

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Cari amici,
la settimana scorsa la Catena (per la prima volta in sei anni) non
e’ uscita. Mah: un giornale piccolo e presuntuoso come questo
avrebbe almeno il dovere di essere sempre professionale – e certo
una mancanza del genere professionale non e’ stata. Altre volte il
giornale era uscito regolarmente anche in situazioni peggiori.
Stavolta no e non resta che segnare questo episodio fra i tanti
memento dei limiti individuali.

Vito Carta Neo-Visionary Tarot

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Un approccio assolutamente nuovo e potente nella millenaria storia dei Tarocchi.

Presso Yaonde Spazio d’Arte – 20123 Milano via Gaudenzio Ferrari,12. MM2 P.ta Genova tram 2,3,14. Tel.02 36555639 email yaonde@gmail.com

Inaugurazione martedì 6 Dicembre 2005 h 19.00 – mostra aperta fino a mercoledì 21 Dicembre h 18.00 – 21.00 o su appuntamento. Ingresso libero. Chiuso il lunedì. Nei giorni 7/8/9 Dicembre 2005 la mostra resterà aperta dalle h 11.00 alle 21.00.

www.vitocarta.it

Elogio di Sancio Panza

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Di Gianni Biondillo

Picasso

Tanto per dirla tutta: a me Don Chisciotte è sempre stato antipatico. Questa cosa del nobile intellettuale affascinato dall’azione, preso dalle sue manie d’avventura, dalla sua demenza idealistica…. io stavo con Sancio, il popolano, attento, dopo ogni follia del padrone, a dare la biada all’asina, intento ogni sera a trovare un riparo e qualcosa da mettere sotto i denti.

Il Babbo Mœbius

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di Andrea Inglese

Sorprendo Babbo Natale che sta infilandosi in una buca. Molto goffamente stende le braccia nel foro nero, piega il capo verso il basso, fa leva con i piedi per terra, le gambe ben allargate. Come faccio ad essere sicuro che sia Babbo Natale? Probabilmente da un dettaglio dell’abbigliamento: la forma dell’asola o la laccatura del bottone.
“Babbo vuole una mano?” gli dico caloroso.
“Ti ho chiesto pane?” risponde cattivo.
“Non è un camino quello. È una buca per terra. Ed emana cattivo odore”. Tutto quello che dico è vero.
“Credi che sia rimbambito? Lo vedo bene che non è un camino. Mi voglio nascondere.”
“Babbo Natale aspetta, forse posso aiutarti.” Mi avvicino a lui, con un largo sorriso.
“E come di grazia? Anche tu mi sembri male in arnese.”
“Se passasse qualcuno da queste parti, avrebbe l’impressione che tu stia vomitando. Tira almeno su la testa…”. Mi fermo a pochi metri da lui.

IN – SEGNARE 1

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Pubblico un dialogo tra Tina Nastasi e me sul tema dell’insegnamento. Tina insegna italiano e storia in una scuola media di Roma, con fatica e passione. Ha anche notevoli competenze di filosofia delle scienze. Il dialogo comincia idealmente da una risposta di Tina ai miei interventi di qualche settimana fa sulla scienza e i suoi limiti.

Ti
Sono d’accordo con te quando prendi le distanze da chi sopravvaluta (via maestra verso il fanatismo) la scienza, come tutto il resto aggiungerei. Il punto è come conoscerla tutti e bene e come imparare a collocarla nella varietà dei saperi. E questo mi sembra il bello da discutere.

Ant
Cara Tina, tu che hai costruito le tue conoscenze attraverso saperi intermedi (tra discipline) ad un buon livello, che adesso insegni in una scuola media di una città come Roma e che condividi una presa di distanze dalla scienza, come risolvi il problema di insegnare cose sensate senza indebite e sbagliate semplificazioni e a collocare tutto quanto suona scientifico nella varietà dei saperi. Anche da quel che sentono dire a questa età i ragazzetti imposteranno la vita.

Scrivere è un martirio

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di Franco Arminio

Ho due problemi: il primo è che potrei morire da un momento all’altro. Il secondo è che prima o poi morirò. Voi non li tenete questi problemi? Oppure li tenete ma non pensate sia il caso di parlarne? La mia impressione è che voi teniate questi problemi, ma siete incapsulati in un’idea colta di voi stessi che vi impedisce di sbriciolarvi davanti agli altri. Male, molto male.

FICTIONSCAPE. Splendori e miserie della fiction televisiva italiana #3

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di Giorgio Vasta

Riprendo dopo oltre un mese la pubblicazione delle interviste di Fictionscape. Nel frattempo il mio nuovo operatore telefonico, che non nomino, ha deciso la sorte della mia connessione.

A seguire la terza e ultima parte della conversazione con Giovanna Koch, che ringrazio ancora, sullo stato della fiction italiana contemporanea.

LA SCHIENA DEL PUBBLICO

GIORGIO. Vorrei sollecitarti su un ultimo punto.
Hai fatto riferimento alle produzioni sperimentali, e a come queste siano state nel corso del tempo un luogo di verifica dei “presentimenti” narrativi degli autori, nonché una sorta di punto di osservazione sulla specifica sensibilità del pubblico in un determinato momento.

Sulla guerra civile ebraica e il nuovo profetico (2)

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di Marc Ellis*

L’attuale dissenso ebraico
Di fronte al bando del profetico da parte dell’ebraismo costantiniano, gli ebrei che dissentono dalle attuali politiche di Israele sono in una posizione difficile, forse impossibile. Come i teologi dell’Olocausto, anch’essi proclamano la fine dell’era rabbinica, o almeno dell’ebraismo rabbinico quale è stato praticato nella storia ebraica. Inoltre, come i teologi dell’Olocausto e la teologia costantiniana cui questi diedero origine, gli ebrei del dissenso affermano la centralità dell’Olocausto per l’esperienza ebraica contemporanea. È vero che, affermando che se la sofferenza dell’Olocausto giustifica Israele come stato-nazione per i sopravvissuti essa impone anche il rifiuto di causare sofferenza ad altri, gli ebrei del dissenso usano l’Olocausto per chiedere la fine delle sofferenze dei palestinesi. Ma questa posizione li chiude in una trappola, obbligandoli anche ad avallare la necessità di uno Stato di Israele fondato proprio sull’etica di sofferenza e potere che essi non possono non condannare.

Sulla guerra civile ebraica e il nuovo profetico (1)

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(È uscito il numero 12 della rivista Qui. Appunti dal presente. “Pause di riflessione” è il titolo di questo numero. Perché, alla maniera di pause nel ritmo delle pagine di diario che presenta (scritte, questa volta, in Italia, Croazia, Palestina, India, Thailandia, Laos, Vietnam), propone, appunto, riflessioni. Tre, diversissimi, i temi. Uno è “poesia e presente”. Un altro si potrebbe chiamare (…) “sulla guerra civile ebraica” (…). Il terzo tema è una domanda che abbiamo posto nel numero scorso della rivista: “la sinistra sa già tutto?”)

di Marc Ellis*

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo il sionismo era un movimento nettamente minoritario fra gli ebrei, avversato dalla maggior parte delle organizzazioni ebraiche religiose e laiche in Europa come in America. Anche durante e dopo il periodo nazista settori significativi dell’ebraismo rimasero indifferenti alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina o la contrastarono attivamente. A uno Stato ebraico si opponevano persino sionisti che optavano per una concezione culturale o spirituale della patria ebraica.

La mia ricerca

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di Franco Arminio

Io parlo di me. Sono egocentrico e vanitoso. Scrivo per diventare famoso, per ricevere lettere e telefonate, per essere ammirato dalle donne.
Non mi importa molto di quel che fanno gli altri scrittori, in genere gli altri mi interessano solo quando si interessano di me.

Download-now / Roma

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un progetto di Marzia Migliora e Margherita Morgantin

__a cura di Francesca Comisso__

Fondazione Adriano Olivetti
Roma, Via Giuseppe Zanardelli 34

>>>Opening/Performance< << Martedì 6 dicembre 2005 alle ore 19.00

Lessico: Martirio

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di Raul Montanari

Tecnicamente, quello che sta soffrendo in questi giorni Adriano Sofri si chiama martirio.
Non conosco personalmente Sofri, non faccio parte della cricca abbastanza tediosa di quelli che possono permettersi di parlarne chiamandolo per nome. Suo figlio Luca è il marito della mia migliore amica e questo è l’unico legame indirettissimo fra noi. Mi piace molto di quello che scrive. Anche se forse, in tutti questi anni, l’osservazione più divertente e in fondo più rispettosa che ho mai letto a riguardo suo e della sua vicenda è stata che bisognava farlo uscire dal carcere, una buona volta, in modo da poter cominciare a dissentire senza riserve da quello che diceva nei suoi articoli.

Racconto Camorra, impreciso ma apologetico

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di Sergio Nazzaro

Le mani del killer: l’omicidio Fortugno, ha fatto riscoprire all’Italia l’esistenza della ‘ndrangheta. Come sempre ci vuole il morto ammazzato, ed anche eccellente. Durante le primarie del centro sinistra, davanti ad un seggio, le mani di un killer pongono fine alla vita del vice presidente di un consiglio regionale. Eppure la sera non è la prima notizia del telegiornale. Non si sa ancora se è possibile piangersi questo morto o meno. Forse è colluso o forse no. Per piangere e indignarsi serve ancora qualche ora. Eppure in un paese democratico, davanti ad un seggio che cerca di esprimere l’essenza della democrazia, un uomo ammazzato malavitoso o no, dovrebbe essere la prima notizia. Si fa difficoltà nelle redazioni a reperire qualche foto di Fortugno, per commentarla questa benedetta notizia, qualche ora dopo.

Ad Reinhardt, L’art-en-tant-qu’art

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La seule chose à dire sur l’art est que c’est une chose. L’art est l’art-en-tant-qu’art et tout autre chose est tout autre chose. L’art-en-tant-qu’art n’est rien d’autre que de l’art. L’art n’est pas ce qui n’est pas l’art.
Le seul objet de cinquante années d’art abstrait est de présenter l’art-en-tant-qu’art et, comme nulle autre chose, de le faire dans la seule chose qu’elle est seulement, la séparant et la définissant de plus en plus, la rendant plus pure et plus vide, plus absolue et plus exclusive – non objective, non représentationnelle, non figurative, non imagiste, non expressionniste, non subjective. La seule et unique manière de dire ce que l’art abstrait ou l’art-en-tant-qu’art est, est de dire ce qu’il n’est pas.

Sui roghi

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di Andrea Raos

A qualche giorno dalla fine dei disordini (ora, cioè, che si è tornati alla piatta normalità delle circa cento macchine bruciate ogni mese nelle periferie parigine), è ormai chiaro che la trappola orchestrata da Nicolas Sarkozy e dai suoi ha funzionato in pieno. Ci sono cascati tutti: per primi i giovani devastatori, la carne da cannone; ma anche, più di loro, i cosiddetti partiti di opposizione, i movimenti antagonisti, gli scrittori, gli intellettuali; e soprattutto gli obiettivi primi della manovra, ossia i concorrenti interni (nei partiti di destra) di Sarkozy, ed il loro elettorato.

Trittico

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di Giancarlo Tramutoli

*
Ho sempre paura
a usare rime baciate:
un’improvvisa alitosi
potrebbe farle morire ammazzate.
15.11.02