S e p a r a z i o n e
In questa terza tranche della Società dello Spettacolo, di Guy Debord, emerge la parola separazione. Passa di qui un filo, o forse una matassa di fili, che avvolge – per come li leggo io – in qualche modo sia Pasolini che Deleuze. E anche quel che sta succedendo a Parigi in queste settimane. Ecco qua:
20. La filosofia, in quanto potere del pensiero separato, e pensiero del potere separato, non ha mai potuto da se stessa superare la teologia. Lo spettacolo è la ricostruzione materiale dell’illusione religiosa. La tecnica spettacolare non ha dissipato le nubi religiose in cui gli uomini avevano deposto i loro poteri staccati da loro stessi: le ha soltanto riallacciate a una base terrena. Così è la vita più terrena che diviene opaca e irrespirabile. Essa non respinge più nel cielo, ma alberga presso di sé il suo ripudio assoluto, il suo ingannevole paradiso. Lo spettacolo è la realizzazione tecnica dell’esilio dei poteri umani in un al di là; la scissione compiuta all’interno dell’uomo.
21. Quanto più la necessità viene a essere socialmente sognata, tanto più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è. il cattivo sogno della società moderna incatenata, che non esprime in definitiva se non il suo desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno.