Ad inizio estate (maggio-giugno) leggo sul settimanale “D” di Repubblica un articolo a proposito di una proposta di legge che vuole far scrivere, all’inizio di ogni oroscopo, che ciò che si sta per leggere “non è scientificamente provato, non bisogna crederci” o qualcosa del genere. Negli articoli che ne parlavano si diceva che allora un simile avvertimento sarebbe da mettere anche all’inizio di molti altri contributi “presunti scientifici”, come ad esempio quelli relativi al cibo ed alle diete, al benessere in generale, alle leggi di mercato ed a molte altre tematiche. Veniva detto anche che sono ben pochi quelli che “credono ciecamente all’oroscopo”. Moltissimi, a quanto pare, lo leggono, dato che quasi tutte le riviste, più o meno serie, si preoccupano di tenerne un’apposita rubrica.
da “Guerra”
di Franco Buffoni
13. Per il potere di sciogliere e legare
Fu impiccato a Ponte Sant’Angelo
Il compilatore di avvisi Annibale Cappello
Ma il boia prima gli mozzò una mano
E strappò all’uso vaticano
La lingua al gazzettiere.
IL PROBLEMA DELLA SETE
di Giorgio Mascitelli
( racconto istantaneo in onore dell’iniziativa storica del concerto di live 8)
Le donne che camminano coi capelli colorati di giallo ho scoperto che molti sono falsi. Quando Orsini sente questa mia osservazione, che di solito non le esprimo ad alta voce mantenendole nel riserbo della mia coscienza, mi guarda con occhi strabuzzati e sbotta:”Quanto sei scemo”. Ora io ammetto di avere certi problemi assai per i quali che la carenza di iodio mi ha causato e non alludo solo al gozzo, ma venire a Roma a luglio al Circo Massimo per un concerto che dura tutto il giorno senz’acqua come ha fatto Orsini che è intelligente, voglio vedere se stasera starà meglio l’intelligente assetato o il cretinogozzuto dissetato.
Il futuro di un paese
di Francesco Pacifico
L’internetcafè sotto casa mia è pieno giorno e notte di ragazzi bianchi tra i dieci e i trent’anni che combattono in rete in giochi multiplayer di guerra, si sparano e ammazzano, vivono meravigliose avventure medievali o postatomiche, lanciano acido come in Irak: acido finto, digitale, numerique. Oggi pomeriggio sono già una trentina, ogni notte le stesse facce: quando entro c’è sempre qualcuno che dorme sulla poltrona. Uno ha appena urlato “ti ammazzo, putain”.
La sinistra e le città
di Marino Magliani

“Partecipazione nei governi locali dell’America Latina” è il sottotitolo del libro La sinistra e le città, pubblicato recentemente dalla Caminito, giovane casa editrice di Firenze che si occupa di letteratura e cultura latinoamericana, proponendo traduzioni di autori dalla voce nuova, che sappiano raccontare l’America Latina, ma liberi dalle briglie del realismo magico.
La traduzione é di Marita Nadalutti.
Appunti su roghi e coprifuochi
di Andrea Inglese
1. Il diniego
Il Primo ministro francese, signor Villepin, bell’uomo incravattato, con un’aria calma e concentrata, ha comunicato il 7 novembre, sul primo canale della televisione nazionale, che da ieri notte, in Francia, sarebbe stato reintrodotto il coprifuoco. La sua postura composta, la sua voce senza tremiti e sbalzi, la sua capigliatura argentata, di uomo intraprendente, tutto in lui, immortalato nell’inquadratura televisiva fissa, quasi frontale, rimandava al Daniel Auteuil di Haneke: tutto nel Primo ministro ripeteva quel diniego radicato profondamente, ignaro di sé, e devastante che il francese-francese manifesta di fronte al francese-africano, all’immigrato, al figlio d’immigrati, al figlio del figlio d’immigrati, per una sotterranea fede nel proprio sentimento di superiorità o nella propria missione di civilizzatore.
6 Poesie di Günter Kunert
tradotte e introdotte da Vincenzo Gallico

Günter Kunert ha un sostrato di esperienze private che s’intreccia in modo particolare alle congiunture storiche del ventesimo secolo. Nato nel 1929 a Berlino, è il figlio di una donna ebrea sposata ad un ariano poco interessato alle diatribe politiche, ma molto innamorato di sua moglie. Per tale motivo la famiglia Kunert incappa nelle leggi razziali di Hitler e si trova a fare i conti con le confische, la fuga, la latitanza. Günter cresce dunque in un’atmosfera di persecuzione, escluso dalla scuola, Fremder in eigener Heimat, straniero in patria.
Evento: Il Sillabario di Deleuze
Nazioneindiana, Teatro I, Derive/Approdi presentano:
Il Sillabario di Deleuze
Proiezione in anteprima italiana di brani de L’Abécédaire di Gilles
Interventi teorici:
- Pino Tripodi per la rivista Derive/Approdi e Tiziana Villani per la rivista Millepiani
Interventi performativi (poesie & suoni)
- i poeti Biagio Cepollaro, Francesco Forlani, Andrea Inglese, Massimo Rizzante, Andrea Raos
- con Beppe Cepollaro – sassofono, Giovanni Cospito e Stefano Delle Monache – elettronica
Quando:
Sabato 26 novembre 2005 alle ore 19.oo
Dove:
al Teatro I
via Gaudenzio Ferrari 11 – Milano
tel. 028323156 – info@teatroi.org
Ingresso 5 €
Come arrivare: Tuttocittà, ATM, Viamichelin,
Concatenazioni spaziali, la seduzione del mercato (2)
di Elicio Pantaleo
4° – Dal marketing di massa al marketing diretto: la prima crisi della merce-spettacolo. L’avvento della merce personalizzata.
Durante gli anni ’80 si è sviluppato nel mondo della produzione della merce-spettacolo un nuovo problema: il consumatore americano, per esempio, ha ricevuto più di tre milioni di messaggi pubblicitari al giorno, ma nel 1990 solamente il 48% dei telespettatori erano capaci di ricordarsi del contenuto di uno spot pubblicitario. Nel 1992, quasi il 70% dei telespettatori negli Stati-Uniti non guardava più gli spot 15 .
Concatenazioni spaziali, la seduzione del mercato (1)
di Elicio Pantaleo
(Ci sono persone che da anni lavorano producendo analisi delle nuove modalità produttive, cercando di svelare i misteri della merce, della vita divenuta merce, della vita divenuta spettacolo. Tra questi Pantaleo, che usa, tra gli altri, Debord e Deleuze. A.I.)
1° – Le nuove configurazioni produttive
Robert Reich inizia la sua analisi con una constatazione: la grande impresa ha modificato la propria organizzazione del lavoro e trae il proprio valore aggiunto attraverso una rete complessa di interazioni economiche interne ed esterne, locali e mondiali. La grande firma non è più una
“La segreteria telefonica è spenta”
di Franco Fortini
[…] Solo in questo sono d’accordo con Paris: la mitificazione di Pasolini – che di anno in anno cresce per bancari volumi patinati, convegni, esegesi di collitorti internazionali quali egli avrebbe (spero) vomitati – segue una via obbligata.
Catena di Sanlibero 309
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riccardo orioles
La Catena di San Libero
7 novembre 2005 n. 309
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L’ultimo numero della catena non e’ arrivato, per problemi tecnici,
a gran parte degli abbonati. Saremo percio’ piu’ brevi questa
settimana, per poter rispedire anche lo scorso numero a tutti
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Rinaldo in campo. Anche questa settimana, la capitale d’Italia e’
Locri. E’ gia’ uscita, com’era prevedibile, dai media padronali: ma
e’ ancora li’, che’ ormai e’ una generazione. Le mancano tantissime
cose: memoria, collegamenti, organizzazione. Ma neanche i ragazzi di
Palermo e Catania sapevano piu’ molto di Licausi o dell’occupazione
delle terre; ne’ avevano tv o giornali, ne’ una rete. Eppure, a poco
a poco, hanno costruito. E cosi’ faranno questi di ora. Noi, poiche’
oggi lo spazio e’ poco, ci limitiamo a ripetere che siamo a
disposizione. Questa e’ l’ultima voce autonoma, o una delle ultime,
dell’antimafia di dieci e di vent’anni fa: siamo sopravvissuti fin
qui esattamente per questo, per essere memoria e agenda per le nuove
antimafie che – ne eravamo certissimi – sarebbero arrivate. Il filo,
invisibile e lieve, non s’e’ spezzato mai. Per Aldo, Alessandro,
Barbara e per tutti gli altri e’ pronto da raccogliere, ed essi lo
faranno.
Se Cristo si è fermato a Eboli
di Giancarlo Tramutoli
Se Cristo si è fermato a Eboli
dove si fermeranno i più deboli?
Sdraiati nel giardino di Boboli?
Travolti da mandrie di bufali?
Abbracciati a bambole gonfiabili
o attaccati alla bombola del gas?
Guy Debord 2
Questa è la seconda rata di Guy Debord, La società dello spettacolo. Come ho già detto la presento come commento a Pasolini e non per forzare una stretta analogia che non esiste, ma perché si intraveda un filo che comunque li connette. Tutti i corsivi sono rigorosamente nell’originale.
10. Il concetto di spettacolo unifica e spiega una grande diversità di fenomeni apparenti. Le loro diversità e i loro contrasti sono le apparenze di questa apparenza organizzata socialmente, che deve essere essa stessa riconosciuta nella sua verità generale. Considerato secondo i suoi propri termini, lo spettacolo è l’affermazione dell’apparenza e l’affermazione di ogni vita umana, cioè sociale, come mera apparenza. Ma la critica che raggiunge la verità dello spettacolo lo scopre come la negazione visibile della vita; come una negazione della vita che è divenuta visibile.
11. Per descrivere lo spettacolo, la sua formazione, le sue funzioni, e le forze che tendono alla sua dissoluzione, bisogna distinguere artificialmente degli dementi inseparabili. Analizzando lo spettacolo, si parla in una certa misura il linguaggio stesso dello spettacolare, in quanto si passa sul terreno metodologico di questa società che si esprime nello spettacolo. Ma lo spettacolo non è nient’altro che il senso della pratica totale di una formazione economico-sociale, il suo impiego del tempo. È il momento storico che ci contiene.
Niente da nascondere
di Marco Rovelli

Lo sguardo e la distanza. E’ nella distanza che non si ha più niente di nascondere. In prospettiva. Quando uno sguardo si fissa immobile su di te, e ti rimanda il tuo sguardo, ed è come se il tuo sguardo entrasse in corto circuito – allora si è in piena trasparenza, e la casa è come di vetro.
Guy Debord 1
Sono sempre convinto che “il miglior commento ad un classico sia un altro classico” (G. Steiner). Non è facile naturalmente decidere quale classico estrarre dal cappello. Azzardo la scelta di commentare Pasolini con un altro, meno noto ma non meno dirompente, classico del nostro tempo,
Pubblico qui le prime nove tesi del suo testo fondamentale, La società dello spettacolo.
Il libro è pubblicato in italiano ora dalla Baldini-Castoldi-Dalai, in una buona traduzione, quella di cui mi servo qui. Il libro ha subìto in passato storie di traduzioni orripilanti, anche in altre lingue. I film di Debord invece non credo siano mai circolati in Italia, ma stanno ora per uscire su DVD in Francia.
Incipit:
1. Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione.
2. Le immagini che si sono staccate da ciascun aspetto della vita si fondono in un corso comune, in cui l’unità di questa vita non può più essere ristabilita. La realtà considerata parzialmente si afferma nella sua propria unità generale in quanto pseudo-mondo a parte, oggetto della sola contemplazione. La specializzazione delle immagini del mondo si ritrova, compiuta, nel mondo autonomizzato dell’immagine, in cui il menzognero ha mentito a se stesso. Lo spettacolo in generale, come inversione concreta della vita, è il movimento autonomo del non-vivente.
Il porcile sovrano
Catena di Sanlibero 308
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riccardo orioles
La Catena di San Libero
31 ottobre 2005 n. 308
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Due lettere. La prima e’ di un militante antimafioso calabrese piu’
o meno della mia eta’. La seconda di un ragazzo che dieci anni fa
era nella baracca SicilianiGiovani-L’Alba-ecc., di cui vi ho parlato
altre volte. Si chiamano uno Giovanni e l’altro Carlo.
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A Casarsa il 25 aprile
di Gianni Biondillo

Oggi moriva, assassinato, un uomo. Lo voglio ricordare con alcune parole che ho scritto davanti la sua tomba oltre un decennio fa.
Qui sull’arida sponda delle tue ceneri
sto, Pier Paolo, dismesso
Dal mondo che mi ufa.
Per la Chrysler
Cosa succede a un ragazzino di quattordici anni che vive nelle isole Trobriand, nella Melanesia occidentale, quando i suoi genitori decidono di non partire più per ricongiungersi a loro parenti emigrati in Europa, ma attraverso un finanziamento di una ong, di dedicarsi a gestire una piccola village guest house per turisti?
da “Prossimamente”
di Giancarlo Majorino
è bello avere parecchio da fare pitturate bene le labbra
è bello non dover resistere fuori al gelo senza poter prendere un taxi
è bello tirarsi su la mattina per un soave appuntamento
fantasie favorevoli in testa e far vacanza come gira

di