di Laura Pugno
Il bosco non è fuori ma dentro il corpo: è questa forse la chiave d’accesso per entrare Nel bosco, opera seconda nella collana “bianca” Einaudi ma non seconda nella bibliografia di Elisa Biagini. Opera di consolidamento di quanto poeticamente già stabilito ne L’ospite, di riaffermazione di una voce, vede il corpo-centro qui declinato in un teatro di figure familiari e straniate: figure femminili, infantili, da Cappuccetto rosso nella sezione quasi omonima (“Cappuccio rosso”) a “Gretel o del perdersi”. Bosco-teatro, quindi, dove – in questo che è anche un romanzo, narrativo, non lirico, d’iniziazione – è necessaria la perdita, come conferma Cattafi in calce all’ultima sezione:
La mente non capisce questo amore
per certi posti remoti dell’interno,
insidiosi, inospiti,
di barbara bellezza.
Non capisce
La necessaria perdita nei boschi.



di Marco Missiroli
