di Yoel Hoffmann
a cura di Davide Mano

Il gatto e la farfalla è l’ennesimo splendido memoir dello scrittore israeliano Yoel Hoffmann. Il libro è suddiviso in trentotto capitoli stampati in solo recto, dove “le pagine lasciate volutamente bianche vanno intese proprio come margine grafico a disposizione delle parole, in modo che possano dilatarsi, impossessarsi di tutto lo spazio reso necessario dall’interpretazione che il lettore ne vuole dare” (Alessandro Guetta).
Yoel Hoffmann, studioso di poesia haiku, ha scritto sette romanzi e due raccolte di racconti. Rappresenta un unicum in tutta la letteratura israeliana: la sua opera viene definita “prosa per gli amanti della poesia, poesia per gli amanti della prosa”.

Come un milione di bombe atomiche. Il polo nord ha subito un’oscillazione di cinque, sei centimetri. L’asse della Terra spostato. Giornate più corte di tre microsecondi. L’isola di Sumatra spostata di trenta metri. Centocinquantamila solo i morti umani, ma la cifra è in crescita di ora in ora. Foto di corpi nudi gonfiati, sulle spiagge, di donne sferiche a gambe aperte, col taglio della vagina in evidenza come nelle bambole gonfiabili. Montagne di cadaveri umani e animali bruciati e gettati nelle fosse comuni. Eserciti di microrganismi epidemici in attesa di avventarsi sui corpi dei superstiti.
Era l’inizio di Dicembre, sabato pomeriggio, a Milano cominciava la corsa agli acquisti di Natale. Bisognava trovarsi al cinema circa mezz’ora prima, ma il treno arrivava in Centrale con i soliti dieci minuti di ritardo. Corro al metrò, scendo alla fermata “Montenapoleone”, faccio via Montenapoleone su e giù dal marciapiede, percorso ad ostacoli che coincide con le vetrine di Versace, Gucci, Cartier, abiti da sera, sandali farciti di Swarovski, triplo-cashemere, solitari enormi, quelli che guardano coi nasi vicino al vetro e quelli che come me scendono anche sulla carreggiata, ma con calma, facce non più giovani mummificate dal benessere e dal botulino (chiamiamoli così), visto che è proprio impossibile camminare sul marciapiede se si è pieni di borse.
Diamo, per cominciare, la parola a lui, al maestro di cerimonia, l’uomo malinconicamente pingue e in bretelle di certe fotografie, l’ometto quasi chapliniano con i baffetti e lo sguardo appuntito dietro le lenti rotonde, l’autore di 
Dietro la nomina di Condoleezza Rice a Segretario di Stato negli Usa, si è tentati di vedere il riscatto da una duplice o triplice emarginazione: Condoleezza è donna, è nera, e viene da una modesta classe sociale. Inoltre, è nata e cresciuta in quel “profondo Sud” dell’America, l’Alabama, che gli intellettuali, i liberal, hanno sempre snobbato e guardato con diffidenza. Nella sua parabola di “ragazza prodigio”, che passa dall’esperienza della segregazione razziale a una delle cariche di maggiore potere nel mondo, saranno in molti a trovare la conferma del sogno americano, l’opportunità concessa a tutti di arrivare con le proprie forze ai gradini più alti della scala sociale. Ma è proprio questo alone di favola, potenziato, dopo la rielezione di Bush, dal fanatismo messianico dei suoi sostenitori, che rischia di far passare in secondo piano, o di oscurare del tutto, gli aspetti più inquietanti di questa ascesa “eccezionale”.
Le merci imposte ai commercianti, con le minacce ma anche con gli sconti. Le fabbriche nascoste in periferia per produrre gli abiti delle grandi marche. Che poi vanno a finire nel mercato nero. Il sistema funziona, senza bisogno di pistolettate. E si espande anche in Cina.
Non avevo mai riflettuto sul fatto che l’opposto di “consumatore” è “conservatore”, in uno psichedelico cozzo di campi semantici con conseguenti, oscene effrazioni ideologiche. Del resto, è anche un fatto d’identità: “La Coop sei tu: Chi può darti di più?”. Ma parlando di presepi, all’identità tutto sommato massificante delle statutette della Coop il mondo della Rete sa dispiegare tutto lo spettro che l’attuale ontologia dei consumi ci permette di godere e finalmente di essere.


Noi parliamo una lingua sessuata. In italiano, anche gli oggetti inanimati hanno un’appendice genitale: il transatlantico è maschio, la ciminiera è femmina; il cielo è uomo, la nuvola è donna.
Pubblico a seguire la trascrizione di una lettera di implorazione di una donna sordomuta, tre volte recidiva per furto, vissuta presumibilmente nella Torino del secondo Ottocento. Questa lettera, insieme ad altri materiali analoghi, è contenuta nel volume