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Les monstres et les couillons – 2

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[Articolo originariamente apparso sul sito francese www.sitaudis.fr]

di Nathalie Quintane

Le lecteur aura compris que ce qui se joue derrière la parabole des Monstres et des Couillons, c’est une opposition tranchée (et erronée) entre émotion et pensée. Antoine Emaz place, en épigraphe d’un texte éclairant dans lequel il explique, entre autres, que l’émotion est “motrice du poème et enjeu de sa réception”, cette phrase de Reverdy: “Je ne pense pas, je note.” Je ne vais pas ressusciter Reverdy pour l’informer que noter, c’est penser, mais je peux, en revanche, rappeler à Antoine Emaz qu’il n’y a pas si longtemps vivait un écrivain, dont les initiales sont G et P, qui est à présent publié chez Gallimard dans la collection “L’imaginaire” et donc largement disponible, et que cet écrivain, à l’époque, prit la peine d’écrire quelques textes à ce propos, réunis sous l’intitulé “Penser, classer”. Evidemment le livre de Perec (et d’autres) a l’inconvénient de fragiliser cette belle opposition entre émotion et pensée, de même que le travail de Gilles Deleuze, en remodelant de fond en comble la notion philosophique de concept, en inventant par exemple le “personnage conceptuel”, apporte sa contribution à la remise en cause de cette opposition fondatrice de la philosophie classique (Descartes, pour simplifier). Le problème du poète “lyrique”, c’est qu’il travaille ante Deleuze, ante Foucault, ante Derrida, ante Perec – ou avec un Derrida tronqué, un Deleuze tronqué, un Foucault tronqué; mais nous reviendrons sur ce point. Le “Lyrique” travaille avec ce qui précède la période “structuraliste”: il a décidé que cette période n’avait existé que dans l’esprit fumeux de quelques imposteurs, et comme on lui rappelle sans cesse que cette époque a bel et bien existé (la preuve, c’est que Derrida vient de mourir, précédé par Deleuze et par Foucault, sans parler de Perec qui est mort aussi), ça l’énerve. Lui, il est obligé de travailler avec Descartes, puisqu’il veut pouvoir continuer à travailler contre lui (au feu Descartes! Je sens donc je suis!), et quand on lui explique que Descartes, ça y est, c’est intellectuellement mort, ça l’agace – parce que l’intellect, vous comprenez, c’est l’esprit, et que moi je sens.

Siamo sempre stati separati. Sesto quadro: Campo-Formio

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di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

– Ti capita ancora di ripensare al tuo appartamento di rue Campo-Formio?
– Sì.
– Ti manca?
– Sì, beh sì, mi ero appena sposata quando ero a Campo.
– Anche più piccola, non sei arrivata a tredici anni?
– Anche più piccola, eh sì.
– È il tuo primo appartamento a Parigi, hai sempre vissuto lì, tu?
– Sono sempre stata
No, all’inizio eravamo in rue Ernest Rousselle.
– Ah all’inizio, proprio all’inizio?
– Sai proprio all’inizio, ti ho fatto vedere dove avevamo abitato.
E poi, siamo andati a Campo nel 22.
– Nel 22.
– Avevo dodici anni, non ero vecchia, nel 22.
– Ti ricordi quando mi facevi le carte?

Bacheca di marzo 2007

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Aggiornamento 6 marzo 2007: i lavori sono terminati, è stato possibile recuperare anche i commenti inseriti tra lunedì e oggi.

Comunicazione di servizio: da lunedì 5 marzo i commenti di Nazione Indiana saranno congelati per 24-48 almeno 72 ore a causa di lavori di manutenzione. I commenti inseriti in questo periodo non saranno conservati.

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Sanremo fase 1

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di Cristiano de Majo

Stiamo tutti a Sanremo pe’ cantà
(Renzo Arbore)

Benvenuti nella città tautologica dovrebbe dire il cartello all’entrata, perché Sanremo è davvero Sanremo. E non può essere altro che questo, ogni anno, puntuale come il Natale, per cinque giorni da martedì a sabato: lo scenario dell’unica kermesse autenticamente italiana. E anche se dopo, Sanremo non è più Sanremo, e scompare, non importa, perché in questi cinque giorni si fa la storia. Si consumano – o si tentano – suicidi cruenti ed enigmatici. Si assiste a un luminoso repertorio di amore e squallore. Si ammirano smaglianti completi laminati di vecchi cantanti pugliesi. Si costruisce una narrazione seriale intorno all’organo riproduttivo del conduttore. Si lanciano per il pubblico ultra-ottantenne provocazioni come finte gravidanze e scollature osé con spalline che cadono per sbaglio. Si scrive, infine, una mitologia dell’ospite straniero.

Scarpe

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di Alessia Polli

Mi guardo le scarpe. Hanno la punta consumata. Non me ne sono mai accorta ma ora so che è così. Quando le ho comprate, quel pomeriggio insieme a te, avevano la curva perfettamente arrotondata. Adesso, se le inclino un po’, mi rendo conto che non arrivano a toccare il pavimento. E questo perché sono andate, da buttare via. O forse soltanto da riparare.

Ognuno è custode di ciò che lo avvilisce

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di Franco Arminio

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Non si può andare avanti con Casini e Diliberto. Non si può andare avanti con questi politicanti autistici e parassiti. Un uomo come Berlusconi che dovrebbe essere oggetto di accurate perizie medico-legali continua a dominare la nazione. Intorno a lui si muovono le larve dei nuovi governanti, i dannati della chiacchiera lautamente stipendiata.
Pochi giorni fa al mio paese è venuto un assessore diessino del comune di Napoli a parlare contro la prospettiva del partito democratico. Non era solo, aveva la fidanzata e una pletorica scorta. La politica costa più del petrolio. Non c’è nessuna nazione al mondo dove il dieci per cento della popolazione vive fingendosi di occupare della cosa pubblica. Dal Quirinale fino al Comune più sperduto, l’Italia è gremita di luoghi in cui una classe di parlatori in doppiopetto galleggia su un fiume di carte.

Les monstres et les couillons – 1

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[Articolo originariamente apparso sul sito francese www.sitaudis.fr]

di Nathalie Quintane

Une rumeur tenace, puisque rumeur, laisse entendre qu’il n’y aurait plus depuis longtemps en France de tendances poétiques nettement marquées, que toute trace théorique aurait été perdue corps et bien avec la mise en vente de pavés berlinois et non plus germanopratins, que l’idéologie rampante mais toujours renaissante aurait rendu gorge à l’entrée de Philippe Sollers comme pigiste au Monde des Livres, que poètes et lecteurs baigneraient dans une sorte de liquide post-amniotique où ni styles ni formes ne seraient clairement identifiables, où régneraient la diversité, l’inclassabilité, le multiple, le composite et le varié dans leur lutte victorieuse contre l’esprit de chapelle, l’infâme revue doctrinale, la doxa textuelle et le collectif autoritaire. Qu’enfin bref on serait peinards, et que tout le monde trouverait poème à son pied dans la supérette à taille humaine de la poésie contemporaine d’expression française. Qu’argument économique, puisque presque personne ne vend rien dans la dite poésie, ce ne serait ni logique ni gentil de se tirer la bourre pour si peu et qu’on pourrait au contraire tous se retrouver pour un jamboree convivial au sous-sol de Beaubourg ou sur le plateau de Millevaches, selon les parties organisatrices, et qu’on aurait certainement, à défaut de choses à se dire, des verres à boire.

Il DRM in Windows Vista

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di Bruce Schneier, traduzione di Communcation Valley

Windows Vista comprende una serie di “funzionalità” assolutamente indesiderate. Tali funzionalità renderanno i computer meno affidabili e meno sicuri. Li renderanno meno stabili più lenti. Causeranno problemi di supporto tecnico. E in alcuni casi potrà essere necessario aggiornare le periferiche e il software che già possediamo. E queste funzionalità non fanno nulla di utile, anzi lavorano contro di noi. Si tratta di funzioni di gestione dei diritti digitali (DRM) incorporate in Vista per ordine dell’industria dell’intrattenimento.

E non si possono rifiutare.

Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #4

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di Edoardo Novelli 

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Quarta parte dello studio di Edoardo Novelli sulla comunicazione del governo Prodi. Questa volta, intervista a Giovanni Floris, conduttore di Ballarò. Qui la prima e la seconda parte, qui l’intervista a Gianluca Luzi. gv.

Chi sono i vostri interlocutori, quelli con cui trattate per avere i politici in trasmissione?

Noi abbiamo tentato fin da subito di specializzarci, quindi nel nostro gruppo autorale abbiamo due persone incaricate di tenere i rapporti con i portavoce, gli uffici stampa o, quando ci sono, i responsabili delle relazioni istituzionali. Comunque i nostri interfaccia sono quasi tutti istituzionali.

“Il verso necessario” – Leggere e scrivere poesia

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Il centro culturale
LA CAMERA VERDE (Roma)
presenta

IL VERSO NECESSARIO

Leggere e scrivere poesia
Corso trimestrale di introduzione alla lettura, all’ascolto e alla scrittura

a cura di GIULIANO MESA

Michael Kirwan. Quando il fumetto va oltre la decenza e diventa arte

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di Francesca Sassoli

Eccessivo, spudorato, trasgressivo. Il suo tratto ricorda quello di Robert Crumb. E come lui ignora il senso delle parole pudore, politicamente corretto, decente. Preparatevi, i contenuti sono Hard, con la H maiuscola, e possono urtare, o perlomeno mettere a disagio. Anche sull’homepage del suo sito ufficiale – http://www.kirwanarts.com – è scritto a chiare lettere, in otto lingue, anche in un italiano un po’ improbabile: “Questo luogo contiene il materiale descrivendo i temi e le immagini espliciti omosessuali di atti sessuali”.

Il paradiso perduto dei dettagli

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di Massimo Rizzante

Che cos’è un lettore?

Nelle Lezioni di letteratura di Vladimir Nabokov c’è un passo della conferenza intitolata L’arte della letteratura e il senso comune dove si legge:

«Ricordo una vignetta raffigurante uno spazzacamino che cadeva dal tetto di un alto edificio e notava, precipitando, che in un’insegna c’era un errore d’ortografia, e si chiedeva, nel suo volo a capofitto, perché nessuno avesse pensato a correggerlo […] Questa capacità di interrogarsi su inezie – indipendentemente dall’imminenza del pericolo – questi “a parte” dello spirito, queste note a piè di pagina nel volume della vita sono le forme supreme della consapevolezza, ed è in questo stato mentale infantilmente speculativo, tanto diverso dal senso comune e dalla sua logica, che sappiamo che il mondo è buono».

Voice Center, romanzo-manuale per resistere al call-mondo

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Franz Krauspenhaar intervista Zelda Zeta

Io sono un precario. Se Nanni Moretti rinascesse cinematograficamente oggi forse intitolerebbe così il suo esordio di metà anni settanta Io sono un autarchico. Il precario è una figura sfigurata senza che sia passata dalla carezza mortale del vetriolo, è una figura sfuggente come un personaggio di un quadro di Magritte, visto sempre di spalle; da questa non è una pipa, a questo non è un lavoratore. E allora? Questo è un precario, ecco: serbatoio umano troppo umano di angosce, di speranze, di sentimenti che a ruota d’un lavoro a tempo determinatissimo diventano anch’essi precari. Sul precariato dei cosiddetti call center (e tale esperienza l’ho fatta anch’io in due riprese, per il totale di 16 mesi, alla Doxa) é uscito da poco per Cairo Editore il romanzo Voice Center (pagg.219, euro 14,00) di Zelda Zeta, un nome, una sigla, un logo, che racchiude tre scrittori alla prima prova: Pepa Cerutti, Chiara Mazzotta e Antonio Spinaci. Ho rivolto a loro alcune domande sul libro e sulla loro esperienza, e loro mi hanno risposto con la voce telefonata e le parole di Zelda, quest’entità letteraria che li racchiude armoniosamente insieme.

Da “Golden Gate” di Vikram Seth

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traduzione di Luca Dresda, Christian Raimo, Veronica Raimo

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Dato che Liz e John van fuori fuoco,
avvolti da una amorosa foschia,
mio Lettore, verso un altro luogo
volgiamo l’obiettivo, ossia
alla lunga fenditura del suolo:
i rustici indigeni, e lo stuolo
di chi si guadagna da vivere bea-
to, lungo la Faglia di Sant’Andrea.
Gli scambi, il governo, la natura
nel suo splendore, le follie d’amore,
si susseguono senza alcun timore;
sotto di loro giace la frattura,
spaventosa autrice di quelle scosse
che apron le rocce come niente fosse.

Juke Box/Ophelia

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di Peter Hammill

That token drag on your cigarette,
that well-known face in the fire…
it could be someone you can’t forget,
someone you’ve learnt to admire.
And it’s strange how the feeling goes.
All change –
down the river Ophelia goes.

Guerra, mercato, donne e guerrieri (1)

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salo08.jpg A sostegno della manifestazione tenutasi a Vicenza lo scorso febbraio contro la nuova base USA, ho proposto una riflessione sulla “guerra globale” (1, 2 e 3). Voglio ora riprendere la questione, ma da un altro punto di vista: quello delle vittime e della loro diretta testimonianza. Emilio Quadrelli ha raccolto l’agghiacciante storia di una giovane albanese e l’ha pubblicata su “Alias” il 3 febbraio 2007 con il titolo “Anna e le altre. Carne da macello”. Essa merita la più ampia diffusione. A. I.

di Emilio Quadrelli

Il dibattito intorno alle guerre contemporanee, per lo più, è affrontato unicamente all’interno di retoriche geopolitiche. In tale contesto ciò che accade concretamente alle donne e agli uomini che di quelle guerre sono, volenti o meno, gli attori principali è posto velocemente tra parentesi.

Siamo sempre stati separati. Quinto quadro: La fatica

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di Sarah Kéryna

traduzione di Andrea Raos

– La mattina, quando ti svegli ti senti in forma e tutto?

– Oh no, no.
Non sono mai stata in forma al mattino, allora adesso figurati.

Insomma, mi alzo, bene o male.
Poi mi lavo.
Mi lavo ancora da sola.
Sì. Finché posso.

Poi, a volte, sono nuda di fronte al lavandino.

Piva, Apocalisse da Camera

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di Nicola Lagioia

Apocalisse da camera, romanzo d’esordio di Andrea Piva uscito qualche tempo fa per Stile Libero Einaudi, è la storia di Ugo Cenci, assistente di filosofia del diritto all’università di Bari, un giovane campione di analfabetismo etico i cui principali interessi non sono né Beethoven né lo stupro né l’ultraviolenza bensì un uso moderato ma costante di cocaina, la coltivazione di un rapporto nevrotico con la famiglia e, soprattutto, lo scambio di voti con i favori sessuali delle sue studentesse.

La bbase

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No, no, io non ce la faccio più a essere buona. Se passa la linea dell’ultrasoggettivismo il partito implode. E’ stato pesante aprire tutte le mail e leggere cose tipo: “Che vi venga un tumore a tutti”. E così ci troviamo con gli spazi superristretti, ecco cosa ha prodotto questa crisi. E’ un coglione, è semplicemente un coglione. Ma a quelli che ti insultano je devi dì semplicemente: “A tu madre e tu sorella”. Se è una strategia, è una strategia suicida. Il discorso di D’Alema era accettabile, mo’ non era accettabile?.

Statistiche di gennaio 2007

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Il mese prossimo prevedo di avere poco tempo per aggiornare i dati sul traffico di Nazione Indiana, ecco quindi almeno i numeri di gennaio 2007:

Visite complessive: 54.688
Pagine viste: 159.180
Visitatori unici nel mese: 26.759
Media visitatori giornalieri: 1.222

Il fattore C. La comunicazione del governo alla prova dei sei mesi #3

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di Edoardo Novelli 

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Terza parte dello studio di Edoardo Novelli (qui la prima e qui la seconda). Questa volta, intervista a Gianluca Luzi, inviato di Repubblica. gv.

In che consiste il suo lavoro? 

Nel seguire l’attività del Presidente del Consiglio in Italia e all’estero. Ho cominciato dieci anni fa, proprio con il primo governo Prodi, poi ho continuato con D’Alema, Amato e poi Berlusconi, che ho seguito più degli altri nel corso dei cinque anni del suo esecutivo. Con Prodi adesso è un po’ diverso perché siamo più giornalisti a seguirlo tra Roma e Bologna.