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No!

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di Mario Pavia
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Sono sempre più convinto che la memoria sia, oggi più di ieri , uno degli aspetti fondamentali della conoscenza, senza la quale noi tutti e le nostre società si troverebbero a vivere e rivivere drammi e tragedie che la nostra speranza vorrebbe definitivamente relegate ai ricordi del passato.

Ci si può dire ancora coglioni?

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François Rabelais
GARGANTUA E PANTAGRUELE
traduzione di Gildo Passini – Formiggini editore, Roma 1925
CAPITOLO XXVI.

Come qualmente Panurgo prende consiglio da Fra Gianni degli Squarciatori.

Panurgo, arrabbiato delle filastrocche di Her Trippa, passata la borgata di Huymes, si rivolse a Fra Gianni e gli disse belando e grattandosi l’orecchio sinistro:
– Tienimi un po’ allegro, budellone mio, mi sento tutto squintesconcertato lo spirito dai discorsi di quel pazzo indiavolato. Ascolta,
coglion vezzoso,
coglion monachino,

Paesaggi: Amélie Nothomb

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Amélie Nothomb e Francesco ForlaniAmélie Nothomb portrait Baudelaire
foto di Béatrice Commengé
Incontro intervista a cura di
Francesco Forlani e Béatrice Commengé

La casa editrice di Amélie Nothomb, Albin Michel è a pochi metri dal quartiere diciannovesimo secolo, Montparnasse, ed è in una luce estiva che entriamo cogli apparecchi nei sacchi e un mucchio di libri, tutti tranne l’ultimo, Antecrista, esposto in pile di cento in tutte le librerie che contano.

Parigi è raramente bianca. Forse lo sono i vagoni della metropolitana nelle prime ore del mattino, come stanze accese da un rumore sordo, da una sveglia insolente. Bianca di neve, dura un attimo appena, prima che le scarpe, migliaia di scarpe traccino labirinti e percorsi come trincee, di quotidiano . Siamo ad una manciata di ore dalla fine dell’estate . Amélie Nothomb, è bianca, dalla testa ai piedi, e veste di nero.

Il carro

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il carro snip
di Tiziana Verde


Discariche spuntavano a cielo aperto e da lontano venivano a venderci i loro rifiuti. Qualcuno li versava a concime nei campi, dimenticando che è materna la terra che dà frutto.
Stavamo sopra macerie di alluvioni e terremoti mai del tutto spalate, tra muri sventrati e schianto di bombe, le case spaccate come frutti, per amnesia che è mestiere della terra sostenere.

La settimana del depresso 3

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di Gianni Biondillo

 

Qui tutto il male viene per nuocere.

***

L’unione dei vigliacchi fa l’orrore.

***

I porci ruttando e ringraziando
s’ingollarono le lucide perle.

Il catalogo

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“Non ci si può far guidare solo dalle leggi di mercato e dalla burocrazia dei contabili. Il magazzino è un passivo anche in Germania, ma io non pubblico libri per la stagione in corso, come se fossi un sarto. Se scelgo un testo, sono convinto della sua validità per un lungo tempo. Tutti i libri che ho stampato negli ultimi vent’anni sono sempre in catalogo. Se ci riesco io che sono un piccolo editore, con problemi di bilancio, perchè non dovrebbe anche un grande editore? Si può comprendere un autore solo se si ha a disposizione tutta la sua produzione, e non solo l’ultima opera scritta”.

(Bernhard Albers – direttore Rimbaud Verlag).

Qualche numero sul precariato

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ADN Kronos – Gio 26 Ott

Roma, 26 ott . (Adnkronos) – Un battaglione di lavoratori illusi e
disillusi, scoraggiati dalla precarietà, la maggior parte senza figli, con
un reddito medio inferiore ai 1000 euro al mese ma che lavorano da anni per
uno stesso committente con un orario mediamente lungo. E’ questa la
fotografia scattata dall’Ires per conto del Nidil-Cgil sul lavoro
parasubordinato in Italia.

La settimana del depresso 2

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di Gianni Biondillo

 

La magia delle piccole cose
mi fa schifo: ci sono destinato!

*** 

Non professate il suicidio alla Cioran
ché pure lui è morto di vecchiaia…

Reading di me. Blues e beatitudini

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di Giordano Meacci 

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Da qualche tempo Giordano Meacci porta in giro per l’Italia un anomalo bellissimo reading musicale che si intitola Reading di me. Un anno fa, a Perugia, avevo ascoltato i suoi blues, che l’autore continuamente modifica, e gli avevo chiesto di inviarmeli. Un anno dopo, olimpico e imperturbabile, Giordano me li ha inviati. Di questo, commosso, lo ringrazio.
Da leggere con sottofondo blues.
 

Il Blues dell’amore presente
(Roma, maggio 2006)
 

T’avrei amata
anche se fossi stata sfregiata,
fatta a pezzetti, ingobbita,
squarciata,
colpita dagli anni e dal tempo.
Avrei accarezzato ogni ruga
come una ferita leggera
cucita la sera alle pieghe di notte.

Bacheca di novembre 2006

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La settimana del depresso 1

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di Gianni Biondillo 

[inauguro quest’oggi la mia, appunto, deprimente, settimana del depresso. Qualche aforisma stracco, qualche endecasillabo disciolto. Più per, terapeuticamente, uscirne fuori che per altro. La posterità se ne dimenticherà subito. Anche la contemporaneità, se è per questo.] 

 

 

La tigre sotto il burrone, la tigre
sopra: appeso al mio ramo cedevole
assaggio la fragola: com’è amara! 

 

Da “L’impossibile vuoto di potere”

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di Gabriele Ricino

Questo è l’infinito abbandono,
io sono l’uomo che aderiva alla pelle,
e ora (ti prego) non mettermi in fuga.

Allons Enfants!

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http://www.manuscrit.com/msites/morphoses/manifeste.htm

Articolo 12 del manifesto del Comunismo Dandy:
Il comunista dandy accorda un’importanza fondamentale all’infanzia per una serie di ragioni che elencheremo ed anche perché se è vero che esiste il sole dell’avvenire come sarà possibile se si comincia ad ottant’anni?

Informazione in Sicilia: un convegno per la libertà

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Quando: sabato 4 (ore 16.30, aula A1) e domenica 5 novembre (ore 16.30, Aula A1).
Dove: Catania, Facoltà di Lingue, piazza Dante, ai Benedettini.

Perché ci odiano

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odiano1.jpg se lo chiede Paolo Barnard in un libro edito da BUR e Marco Albanesi ne ha fatto una lettura per noi

Paolo Barnard, giornalista di Report, ha scritto un saggio che si legge come un romanzo. Manca però il lieto fine. Perché ci odiano non è la domanda di un occidente che non comprende la ragione di tanto disprezzo verso il “nostro mondo”. Al contrario, il libro espone in maniera documentatissima le cause probabili e innegabili di questo odio.

Metabolismi e sostenibilità – 1

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di Maria Luisa Venuta

Oggi, 30 Ottobre 2006, si conclude a Torino l’incontro mondiale delle comunità del cibo Terra madre, la manifestazione biennale collaterale  a Slow Food. E’ la seconda edizione che porta in Italia la discussione in corso da anni sui temi della sostenibilità, della biodiversità e della capacità del sistema Terra a sostenere i consumi e gli utilizzi delle risorse naturali da parte della popolazione umana.
In questi giorni, inoltre, a fronte dell’avvicinarsi dell’inverno si ripresentano all’opinione pubblica i temi dell’emergenza degli inquinamenti atmosferici nelle città, dati da sovrapposizione delle emissioni da traffico veicolare, da combustione degli impianti di riscaldamento privati e dai processi di produzione dei sistemi industriali.
Polveri fini, riscaldamento globale, scarsità delle risorse a disposizione e perdita progressiva delle capacità di assorbimento delle emissioni e dei rifiuti stanno diventando ormai argomenti “notiziabili”, con il rischio di appiattire notizie e percezioni su un livello di allarmismo senza possibilità di innescare meccanismi di riflessione e di azione positiva.

Il colosso

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goya_colosso.jpgrisposta a Stefano Zangrando

di Antonio Moresco

   Caro Stefano, 

    ho letto la lettera aperta che mi hai indirizzato e – scusa la franchezza – mi sono cadute le braccia. Se voleva essere una confutazione di ciò che ho cercato di evidenziare nel mio scritto intitolato “La sproporzione”, si è rivelata invece la dimostrazione più eloquente di quanto sia grande questa sproporzione.

Un anno fa (circa)…

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…il Furlen ovvero effeffe entrava in Nazione Indiana. Per me si tratta della più bella avventura letteraria che mi sia capitata. Grazie, allora, ai suoi fondatori, e più particolarmente agli attuali componenti, Andrea B, Gianni , Sergio , Andrea I, Helena , Franz , Giulio, Ozzy Osbourne, Mattia , Christian, Andrea R, Jan R, Massimo , Roberto, Piero, Antonio , Eric , Giorgio, Maria Luisa e a tutti i commentatori (quasi tutti)
effeffe
ps
Ne approfitto per segnalarvi che anche il titubante Sergio Garufi si è ufficialmente iscritto al Partito Comunista Dandy

Bordello blog

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di Franco Arminio

Qualche tempo fa mi era venuta l’immagine di un blog letterario come di una strada a luci rosse. Ognuno sta in vetrina a esporre la sua merce. Chi mostra i glutei, chi spalanca le cosce. Tutto un susseguirsi di merci che cercano acquirenti nella scabrosa condizione in cui i produttori di merce sono assai di più rispetto ai possibili compratori.

Attori

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di Franz Krauspenhaar
 

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La  mascella inutilmente volitiva si profila contro lo spessore del  buio, vede nella notte con i suoi occhi piccoli di faina  stupida  la figura netta e decisa del suo migliore amico. Era fin da ragazzi che si spintonavano lungo le scale della scuola, lungo quelle scale, quelle scale, quel marmo color gorgonzola lavato tutti i giorni dai due bidelli, due pseudonani senza dignità di uomini, lui credeva.
 

Sonntäglich (Domenicale)

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di Stefanie Golisch 

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Im andren Zimmer
kaut sich der Tod
Bissen um Bissen
altes Fleisch zurecht.

 

Hier kochen Würste und Polenta,
ein Kind macht Schularbeiten;
für einen Kuß noch 
wäre Platz hinter der Tür.