di Sergio Garufi
Giuseppe Pontiggia era solito ironizzare sul fatto che “lo scrittore postumo pubblica molto di più di quando era in vita”, perché non tocca più a lui scegliere i propri scritti, e chi lo fa in sua vece spesso non va troppo per il sottile. Nel caso di Emil Cioran, come dimostrano i meravigliosi e densissimi Cahiers (Adelphi), dati alle stampe postumi dalla compagna Simone Boué contravvenendo alle sue precise disposizioni testamentarie, il meglio della sua produzione si nascondeva proprio fra gli scarti.

