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Bacheca di marzo 2006

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Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

Quattro poesie di Stéphane Bouquet

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tradotte da Andrea Raos

tratte da Dans l’année de cet âge (108 poèmes pour et les proses afférentes), Champ Vallon, 2001

24. Poesia per il bambino

Cédric si agita nell’acqua
scivola sul suo surf di legno
è il più bravo di tutti
Quasi nudo molto magro filo di bambino
Eppure il suo costume custodisce quest’oro
una promessa superiore alla sua età
diciamo di undici anni

Conosco il nome che sono
quando entro così nei dettagli

Il regime della visibilità e la “poesia-problema”

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di Giampiero Marano

[In relazione al più recente intervento su NI di Giacomo Sartori, propongo questo saggio che mi sembra offrire interessanti spunti di riflessione sulla questione della lingua e delle forme. Spero che la sua lettura aiuterà ad affrontare questi argomenti in modo globale, senza imporre un’inutile e fuorviante steccato fra poesia e romanzo se non laddove sia strettamente necessario.
Riprendo questo saggio da Absolute Poetry, in cui è possibile commentarlo. a.r.]

Scura è la terra e scura è la dimora in cui riposa la parola d’origine, quella vera. Per questo i nostri più antichi progenitori avevano la pelle scura. Per questo il colore della notte s’accorda con il volto di chi porta la storia sulle spalle.

Subcomandante Marcos

1. Il «resto» della poesia negli anni Novanta

C’è qualcosa di involontariamente tragico nel “trionfalismo” con il quale, durante gli anni Novanta, è stata accolta la poesia ritornata all’affermazione di una «parola integra, portatrice (…) di una più piena vitalità e visibilità umana» (1). Il decennio, viene detto e ripetuto a più voci, ha assistito a «un illimpidimento nei rapporti con le cose e le parole» (2), al ritrovamento di «visibilità delle immagini e di narratività dei testi, fuori dalle alchimie assolute del verbo» (3): tendenza trascinante, ed effettivamente ravvisabile perfino in autori, come Viviani o De Angelis, con precedenti non certo “leggibili”.

NON CONFORM/ Colette Peignot alias Laure

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souvarine e laure.giffoto di Souvarine e Laure da
http://www.missouri.edu/~engjnc/bataille/images/souvarine.gif

Bataille, l’inappagato
di
Elisabeth Barillè

traduzione di Francesco Forlani

« Bataille, mi annuncia al telefono una voce suadente, abbiamo pensato a Lei». Capita in un momento sbagliato: sto ultimando un romanzo impegnativo in posizione da penitente, in ginocchio e catene alle caviglie . Come mi dice un amico: « Con te sarà sempre o tutto o niente, i tuoi slanci sono radicali esattamente come i tuoi rifiuti». Eppure questa volta, sospendo quanto iniziato, da brava ragazza quale sono, fedele ai ricordi e preda dei miei entusiasmi …Per quattro anni, improvvisandomi biografa ho frequentato « Lord Auch » *. Si trattava di braccare Laure, una meteora nei suoi scritti, d tirare fuori dal mito la donna, dal letterario la carne.

Neuropa a Milano

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Milano, Giovedì 2 Marzo, ore 18.00
Alla LIBRERIA ODRADEK
Via Principe Eugenio 28
(traversa di v. Mac Mahon, vicino a v. Cenisio e al Cimitero Monumentale)
PRESENTAZIONE DEL LIBRO

NEUROPA
[poema epicomico in prosa]
di
Gianluca Gigliozzi

Parleranno del libro, insieme all’autore:

Giovanni Palmieri, critico-creativo
Giorgio Mascitelli, narratore-enologo

L’autore offrirà ai più puntuali svariate libagioni…

Se non siete a Milano, fatelo sapere ai vostri amici milanesi!

Da “Del sangue occidentale”

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mic 1.jpgdi Michelangelo Zizzi

La camera ardente

Perché qui è la camera che brucia
i vessilli sono l’olocausto del pianto
ci saranno spettatori credo che vadano oltre
le tombali consegne.
Ascoltate, ascoltate
qui non c’è che una sola deriva
una diramazione fatale
non sono io qui nel detto
o nel già sentito
né oltre la polvere diasporetica
che sulla bara si posa
o nel bar accanto
che ci dice che è tardi
tardi ormai anche per quelle frasi
quel commiato che dà la misura
il respiro nella crasi.

Amore

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di giuliomozzi

Il bambino disse: «Voglio una pistola».

L’uomo disse: «Va bene». Guidava piano, cercando un parcheggio.

All’Upim il bambino guardò tutte le pistole. Ne scelse una a tamburo, di metallo nero e lucido, con l’impugnatura di legno. Prese anche una confezione di cartucce e una cintura da pistolero con la fondina. L’uomo pagò tutto.

A casa, l’uomo portò subito il bambino in bagno. Lo spogliò e lo mise nella vasca da bagno. Lo lavò con cura, con il bagnoschiuma e la spugna. Il bambino stava dritto in piedi dentro la vasca.

Merce Scaduta

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di Gabriella Fuschini

 [questo articolo di Gabriella Fuschini è apparso oggi in Il primo amore. gm]

Mi chiamo Vanessa, ho sedici anni, studio al liceo, faccio sesso col mio ragazzo e sono scaduta. Cioè, il mio corpo è scaduto. Non valgo più niente, perché non sono più vergine. Quindi, se per caso qualcuno mi stupra avrà diritto alla riduzione di pena. In pratica, avrà lo sconto perché l’usato vale meno. Si sa. È una legge di mercato. Chissà, magari, se succedesse a febbraio oppure in luglio, sarei persino in saldo!

Niente, sono stanco

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di Christian Raimo

Quando va in giro per Roma e guarda i grandi cartelloni con le facce in primo piano e una scritta vicino chiede sempre a suo padre, che gli risponde chi è quello e che cosa dice la scritta e che vuol dire responsabilità e perché a uno hanno dipinto i baffetti sotto il naso. Ora sa che ci saranno le elezioni quando sarà finito Carnevale ma prima che arriverà Pasqua e che da allora in poi questi grandi cartelloni con le facce scompariranno e torneranno quelli con le pubblicità dei biscotti e dei condizionatori o quelli con i film che fanno al cinema, che sono i cartelloni che a lui piacciono di più perché alle volte, se va in giro a piedi, si ferma da solo per strada, e legge tutti i nomi degli attori, degli sceneggiatori, e del regista, così quando si parla di un film anche se non l’ha visto può dire chi c’era e chi l’aveva fatto.

La rimozione del problema della lingua: ovvero del conformismo, che qualcuno preferisce chiamare restaurazione

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di Giacomo Sartori


Il doppio fraintendimento – da parte di Massimo Rizzante e di Gianni Biondillo – che due miei interventi precedenti hanno subito mi spinge a provare a chiarire meglio la mia posizione. Lo faccio, più che per volontà di polemizzare con le due persone – che stimo, e nelle quali riconosco la preziosa dote di saper argomentare le proprie idee senza cercare di sminuire le altrui affermazioni, e tirando fuori ottimi spunti – soprattutto perché questi due fraintendimenti sono speculari e, mi sembra, entrambi molto sintomatici.

No Comment

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masked_reporter.jpg

di
Francesco Forlani
Quando mi sono collegato a NI ho scoperto che non c’erano commenti. Esattamente come Carmilla, il Primo Amore, Genna. Che cos’ era successo?

Fanfani nel cosmo

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di Cristiano de Majo

images2.jpg

La prima volta che gli apparve l’Assenza si trovava in una sala lettura della Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio, appollaiato su una lunga panca di legno, davanti a un tavolo occupato da un gruppo di studenti universitari con acconciature punk e bracciali di metallo. L’Assenza si manifestò come un’interferenza. Uno sbandamento del campo visivo che Mario Mari non seppe subito decifrare. All’inizio diede tutta la colpa alla luce fioca che si spandeva nella sala lettura da quei lampadari antidiluviani appesi al soffitto. Poi pensò all’infinita casistica degli errori di stampa, numeri che saltavano e prendevano il posto di altri numeri.

Cronache Pavesiane/ Nessun morda (in tre atti)

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Goya_Vieilles_ou_Temps_195_par_300.jpgImmagine,Goya

di
Francesco Forlani

Ouverture
In Dicembre, sfidando il tempo di una fila pazzesca e le paure delle autorità alle prese con la minaccia di una discesa in centro delle bande incendiarie della periferia Parigina, insieme a un’amica, sono andato a vedermi al Grand Palais la mostra dal suggestivo titolo:
“Mélancolie Génie et folie en Occident”
Di malinconico avevo ancora sul cappotto “Burberrys” , acquistato di seconda mano alla Roquette, solo i postumi del recente incontro col mio responsabile di conto alla BNP, Guillaume Lambert, che qui saluto. Eppure l’attesa fisica valeva quella psicologica, percorsa non solo da immagini di nuche davanti a me, ma anche dalla certezza che in quella stessa fila ci fossero più psicanalisti che a un convegno su Lacan.

Una lingua che “dice”

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di Gianni Biondillo

Omero.jpg

È da sempre una (doverosa) ossessione filosofica dover cercare l’essenza di ogni cosa del creato. Ma è innegabile che l’ontologia sia una disciplina che molto ha caratterizzato il Novecento. Roman Ingarden, ad esempio, ne L’opera musicale e il problema della sua identità si chiedeva: dove sta l’opera musicale? L’esecuzione influisce sull’autonomia dell’opera? La musica, asseriva il fenomenologo polacco, ammette l’unicità dell’opera anche nella molteplicità delle esecuzioni perché la sua essenza stava, in soldoni, nello spartito musicale. Cosa dire allora di tutta la musica improvvisata (jazz, rock, ma anche classica), mai scritta su carta, e, per definizione, irripetibile, o sulla musica concreta impossibile da annotare sul pentagramma?

Che tutto torni

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di Stefano Zangrando

H. S.
in memoriam

Entrambi, all’improvviso, avevamo decisamente voglia di rivederci

All’inizio della scorsa primavera rividi finalmente Rachel, il più importante personaggio femminile dell’avventura metropolitana con la quale, quattro anni prima, avevo congedato la mia giovinezza. Fu un caso fortunato: l’avevo chiamata il sabato sera e mi aveva risposto da Lisbona, dov’era in vacanza con due amiche, dicendomi che il giorno dopo sarebbe arrivata in Italia, da sola, per lavorare una settimana sulle piste da sci. Non sentivo la sua voce da quasi due anni e mezzo.

Uno scrittore non è giovane, è uno scrittore

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di Luca Mastrantonio

Dal fantastico mondo dei blog letterari una modesta proposta nichilista. Su www.ilprimoamore.com, Tiziano Scarpa propone di abolire l’etichetta – di cui pure ha goduto quando era in un altro scaffale – di «giovane scrittore», un «espediente escogitato per indebolire la forza della scrittura ficcandola a forza dentro categorie generazionali, completamente astratte, senza nessun rapporto con la realtà. “Giovane scrittore”, “giovane scrittrice” sono marchi paternalistici che svolgono una doppia funzione» di «appetitosità commerciale» e «relegano le parole dei cosiddetti “giovani” in una specie di sacca secondaria, una serie B della letteratura e della società». Ha ragione da vendere, la giovinezza giovinezza primavera di belleeezza non può e non deve essere un valore in sé.

1° non singolo (sette poeti italiani)

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lavagna.gif

di Alfonso Amendola e Mariano Bàino

Esce in primavera il sesto volume dei Megamicri, la collana di poesia contemporanea pubblicata da Oèdipus Edizioni: “1° non singolo (sette poeti italiani)”. Una “non-antologia”, “un’antologia di meno” che presenta lavori di Alessandra Carnaroli, Giovanna Marmo, Giorgio Mobili, Angelo Petrella, Laura Pugno, Angelo Rossi e Antonello Tolve (introdotti da Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Clelia Martignoni, Mariano Bàino, Cecilia Bello Minciacchi, Giancarlo Alfano e Massimiliano Manganelli). Ringrazio i due curatori, autori della prefazione pubblicata di seguito, per il permesso di riproduzione.
P.S.

Dentro la gabbia d’uno zoo

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di Luciana Sica 

 zoo isabella santacroce.jpg(Ricevo da Massimiliano Governi e pubblico questa recensione uscita oggi su “Repubblica”. F.K.)

Isabella Santacroce è una che sa scrivere, anche se i suoi lettori e una buona fetta della critica ne riconoscono il talento mentre per altri – che la detestano, un po´ a prescindere – continuerà in eterno ad essere una mezza calzetta. E invece, la cifra linguistica spiccatamente personale ne fa un´autrice, la sua è una scrittura densa che altalena tra lirismo poetico e violenza espressiva, sempre in bilico tra una dolcezza estenuante e una crudezza che a tratti sconcerta. «Ipnotica, incantatoria, stupefacente», erano non a caso gli aggettivi usati da Cesare Garboli, che non esitava a definirla «una prosatrice di altissima qualità».

Cronache Pavesiane / Che tempo fa?

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di
Francesco Forlani

Io sono il numero sei, in famiglia. Se mi dicono “Sei” penso subito a Giacinto Facchetti. Ho sempre trovato l’eleganza di questo giocatore leggendaria insieme a quella del barone, Causio. Insomma il sesto figlio di una famiglia in cui padre e madre erano poco meno che ventenni durante la guerra. Anni settanta. Lavoravano entrambi e allora per tenerci a bada, sin dagli anni cinquanta, ha integrato la famiglia Assunta, detta Susunta, e per noi bambini Susù, come Pelè, Canè, Vavà.

La solitudine di Travis Bickle

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di Franz Krauspenhaar 

 855_taxi.jpgSono passati trent’anni da quell’unica volta che mi capitò di andare al cinema con i miei genitori, che erano ancora giovani: mio padre aveva ancora tutti i capelli neri e mia madre era bionda ed era ancora una bella donna; andammo a vedere Taxi Driver; l’altra notte non riuscendo a dormire e facendo zapping forsennatamente ho trovato, per un miracolo palinsestico, uno spazio d’interesse vero in quel turbinare in senso spesso contrario di canali inutili, e ho rivisto il film su Retequattro, rimanendo sveglio e fisso davanti al piccolo schermo come l’Alex di Arancia Meccanica, con gli occhi sbarrati, stanchi, brucianti, fino alle due e mezza del mattino; e dopo ho fatto fatica ad addormentarmi; e nel dormiveglia i temi dell’acqua, del sangue, delle luci artificiali, i colori accesi del fotografo Michael Chapman ricorrevano pulsanti nel sottosuolo della mia testa; ed è stato bello ma ancora una volta doloroso rivedere Taxi Driver, per l’ennesima volta; perché ogni volta che lo rivedo scopro qualcosa di tremendo che non ho ancora visto prima; è un pugno da K.O. ogni volta, che si rivela più duro per l’appunto ogni nuova volta.

Le macchine liriche: sei poeti francesi della contemporaneità (3)

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Unpoetefrancais.jpg

Terza e ultima parte (Dubois, Suchère) del dossier sulla poesia francese contemporanea apparso su “Nuovi argomenti”, cominciato qui e proseguito qui.