pubblico una fedele, ancorché non elegante, traduzione italiana del pezzo di Steiner pubblicato due giorni fa in originale francese, visto che alcuni commenti sembrano richiederlo. Mi scuso per non averlo fatto subito. Ringrazio anche Emma per i commenti e le integrazioni. Valgono ovviamente le righe introduttive che avevo scritto la prima volta. Condivido sempre meno questo atteggiamento reverenziale verso la scienza.
La cultura non rende più umani, intervista a George Steiner, a cura di Dominique Simonnet
Una nuova morale atea che sarebbe illuminata dalle infamie del XX secolo?
Malraux aveva detto: “il XXI secolo sarà religioso o semplicemente non sarà” oserò contraddirlo: temo che se questo secolo sarà religioso, allora semplicemente non sarà. Ho la speranza che vi siano degli uomini per concepire la nostra condizione umana, e non più trascendente. Che il fanatismo ideologico divenga il peccato originale! Siamo ancora prima del linguaggio, sostiene Heidegger, non abbiamo ancora cominciato a imparare a pensare e a parlare.
Dove attingere questa nuova morale?


Lo scrittore Edward Lewis Wallant (1926-1962) prometteva benissimo, nel mondo letterario americano degli anni 50: ma a 36 anni morì improvvisamente, lasciando un paio di romanzi pubblicati (cito L’uomo del banco dei pegni, ridotto per il cinema da Sidney Lumet con uno straordinario Rod Steiger ) e un altro paio usciti postumi, tra i quali si annovera questo Gli inquilini di Moonbloom, appena pubblicato in Italia da Baldini Castoldi Dalai. Si tratta, nel caso di Wallant, di una importantissima riscoperta, salutata con grande favore dal pubblico e dalla critica statunitense.
Eccomi. Finalmente ero arrivata. Per trovare la palazzina al civico 170 in via Ponte di Formicola, e relativo citofono al portone marchiato scala E, mi ero fermata almeno dieci volte con stradario alla mano. Quando non bastava, abbassavo il finestrino accostandomi a qualche passante. Poi, dopo, ero costretta a spingere il riscaldamento al massimo. Era un freddo inverno, trovavo soltanto consolazione nella voce della radio. Mi pensavo in una nuova comunità, tra quelli che in macchina vi abitano, che strutturano l’abitacolo con tutti i comfort: acqua, snack, vivavoce al cellulare, radio di sottofondo. 
E’ stato da poco pubblicato in Italia, per i tipi di Guanda,
Nell’anno in cui uscì il mio primo e ultimo libro di poesie, uscì anche il suo. Altri tempi: l’ancora per tutti venerabilissima Suhrkamp di Francoforte presentava nello stesso programma quattro poeti esordienti o quasi, più non so quante raccolte di autori già affermati. La cosa buffa è che sia la sottoscritta che un altro poeta mai arrivato a pubblicare la seconda volta con lo stesso editore furono presentati in vesti patinate e costose, mentre finivano nella collana tascabile “edition Suhrkamp” sia 

Quando hai vinto il Dottorato di Ricerca in Storia economica hai fatto festa con i tuoi amici per tutta la notte. Hai bevuto, cantato, ballato e quando alle otto del mattino sei rientrato in casa non ti sei nemmeno sdraiato sul letto. Hai alzato il telefono, hai chiamato tuo padre e gli hai detto Dovresti essere fiero di me. Quando hai vinto il Dottorato di ricerca in Storia economica erano tre anni che provavi a vincerlo. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Bari, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Firenze, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi l’aereo, andavi a Palermo, provavi il concorso e non lo passavi. 

