di Giuseppe Caliceti
Carla Benedetti scrive: “Credere che la letteratura debba stare serenamente nella zona di marginalità che le è concessa dalla stessa macchina di potere che mette al centro le Fallaci, i Dan Brown e i Faletti, vuol dire aver introiettato le forze della restaurazione”. E dice che tutto questo in Italia “è cominciato con la neoavanguardia”.
Vabbè, sulla seconda sua affermazione non sono d’accordo. Si può essere in diasaccordo, no? Sulla seconda, invece: io non ho mai detto che “deve stare” da nessuna parte, ma che, semplicemente, secondo me, la Letteratura, deve fregarsene di più, se riesce, dei libri della Fallaci e di quelli del Papa, di quelli di Dan Brown e di Vespa, di Faletti e di Pinco Pallino. Perchè questo, mi pare, è l’insegnamento che arriva anche da grandi Letterati del passato, che magari avevano anche loro, nella loro epoca, al centro del loro mondo editoriale o sociale, gente che scriveva libri e vendeva più di loro. Insomma, il mio invito era a essere più “sereni” di fronte soprattutto alle classifiche delle vendite dei libri. E denunciavo anche una mia personale stanchezza a parlare quasi sempre, anche se in negativo, di libri che magari non si amano, invece di parlare magari di più di libri che si amano. Ciò non significa che uno scrittore si debba disinteressare del mercato editoriale e dei meccanismi di vendita. Mi pare solo che in questo periodo il rischio sia di concentrare più l’attenzione su questo, piuttosto che sulla Scrittura e sugli Esempi Letterari Forti del passato e, aggiungo, anche di oggi. Esempi forti anche dal punto di vista esistenziale, mi verrebbe da dire.

Cari amici,
di Gianni Biondillo e Loredana Lipperini
Ballads di John Coltrane è un disco “tradizionale”. Uno dei miei dischi di jazz preferiti. Niente a che fare con le straordinarie innovazioni di cui Trane fu portatore, però.
Saverio si allaccia il casco sotto il mento, verifica ancora una volta la solidità dell’imbragatura che lo assicura al deltaplano, poi impugna la barra di controllo. Da dove mi trovo vedo solo la macchia rossa del casco, ma posso indovinare i gesti di mio fratello, immaginare la sua espressione. L’aria è immobile e nella valle c’è un silenzio irreale. Saverio prende la rincorsa sulla piattaforma e dopo pochi metri si lancia nel vuoto.
Caro Antonio,