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jazz

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Musica delle sfere

di Sergio Pasquandrea Monk non è niente male, a ping-pong. È proprio come quando suona il piano: la racchetta arriva quando meno te l’aspetti. Ti prende alla sprovvista. Il suo ritmo ti prende alla sprovvista, perché colpisce la palla all’ultimo momento. Il ping-pong ha un suo ritmo: ping-pong-pada-bong, boom–boom. Ma Monk non fa boom-boom, Monk fa bapp! Ti aspetta al varco. (Charles Mingus) Il gran sacerdote del bebop? Le poche volte che...

Blues di West End

di Filippo Tuena (Pubblichiamo, per gentile concessione dell'autore e dell'editore, un estratto da “Quanto lunghi i tuoi secoli”, Armando Dadò Editore - Pro Grigioni Italiano 2014. Un'*archeologia personale* di Tuena che raccoglie testi inediti e sparsi in prosa e in versi, nonché alcuni esempi di scrittura teatrale e recensioni letterarie che coprono più di un ventennio di attività sempre più indirizzata da un lato verso l'auto-fiction e dall'altro verso la...

Juke Box / Joni Mitchell

Joni, la più brava di tutte. http://www.youtube.com/watch?v=cZeyIbcsuPE God must be a boogie man He is three One's in the middle unmoved Waiting To show what he sees To the other two To the one attacking--so afraid And the one that keeps trying to love and trust And getting himself betrayed In the plan--oh The divine plan God must be a boogie man! One's so sweet So overly loving and gentle He lets people in To his innermost sacred temple Blind faith to care Blind rage to kill Why'd he...

Il senso di Bessie per il blues

di Vincenzo Martorella Gli americani usano una singolare perifrasi per indicare personaggi dalle esistenze leggendarie, che eccedono se stesse: «larger than life», più larghi della stessa vita. E la vita, a Bessie Smith andava davvero strettissima. Se esiste materia per la leggenda del blues, quella è l’esistenza veloce, bruciante, consapevole, determinata e inarrestabile di una delle più eclatanti regine della musica nera. Leggendaria fu anche la sua morte, coperta dal...

Gli ultimi giorni di Lady Day

di Vincenzo Martorella 1. In quello che sarebbe stato il suo ultimo anno di vita, il 1959, Billie Holiday incise poco. Pochissimo. Appena dodici brani, tra il 3 e l’11 marzo. Sebbene altre registrazioni siano emerse dopo la sua morte – come quella del concerto allo Storyville Club di Boston, col suo trio (Mal Waldron, Roy Haynes e Champ Jones), trasmesso dall’emittente radiofonica WMEX – il lascito di Lady Day...

NEW DIRECTIONS – Le stelle del ’79

di Jazz from Italy Illustrazioni di Maurizio Ribichini In effetti non capitava spesso, ma quella volta mia madre si era proprio impuntata. L’ultima volta che avevano litigato per lo stesso motivo, era all’inizio di quell’anno, alla fine di un freddissimo gennaio, quando mio padre volle andare a Genova per partecipare ad un funerale. Lui, alla fine, se ne andò sbattendo la porta, infuriato e praticamente cieco alla ragione, ed io ricordo ancora la...

Da tutte le parti

di Vincenzo Martorella Prendete "Both Sides Now". Direte: quale? Buona domanda, perché la questione è tutta lì. La prima e l’ultima, come un pendolo definitivo. La prima, e la sua ingenuità soltanto apparente; l’ultima, che gronda e trasuda, tracima ed esonda qualcosa, difficile da definire. Dove tutto è sottile, e subdola, innocenza Joni Mitchell sostituisce la vita, la grana delle cose, le rughe della sua voce. Si cresce, già. E...

Enciclopedia tascabile del jazz anni ’70

 di Sergio Pasquandrea Ma chi l'ha detto che il jazz è morto negli anni '60? A parte il fatto che secondo me il jazz è ancora vivo e vegeto (ne ho parlato qui), ci sono anche – ad esempio – gli anni '70. Un decennio di grande creatività, in cui sono stati pubblicati moltissimi capolavori.  Per questo ho sempre trovato strana la carenza di letteratura su questo periodo. Gli anni '70, in...

Catalogo degli affetti

di Massimo Raffaeli Il poeta del livore e del risentimento, uno scrittore che ho letto molto tardi e ho imparato ad apprezzare ancora più tardi, Thomas Bernhard, dice da qualche parte che solo chi è davvero indipendente può scrivere veramente bene. Penso che per gli editori, come per i lettori, valga la stessa regola e da lettore di lungo periodo posso dire di averne la certezza, oramai. Se penso al...

Non ho molti dischi di Bill Frisell

di Andrea Cirolla Non ho molti dischi di Bill Frisell, giusto una manciata. Il primo me lo regalarono a Natale, quando avevo poco meno di diciott'anni. Stavo alla Virgin di via XX Settembre, in centro, fuori mia sorella e mia madre ad aspettarmi. Alla Virgin di via XX Settembre si potevano ascoltare i dischi prima di comprarli, la fila di cuffie fuori da ogni reparto - allora era una novità per...

Jazz e xenoglossia

di Sergio Pasquandrea  Jazz is not dead, it just smells funny. (Frank Zappa)     Strano come a volte le cose si catalizzino tutte d’un colpo. Erano mesi che avevo in mente di scrivere qualcosa sul jazz. Le idee, tante, mi giravano in testa senza trovare un punto di sedimentazione. Poi, qualche giorno fa, in un programma di file-sharing ho visto un messaggio che diceva “Esbjörn Svensson RIP”. Così ho scoperto che Esbjörn Svensson era morto...

Come fu che alla fine ho ascoltato (e amato) i Radiohead

di Gianni Biondillo 1. L'assioma Inutile far finta di non saperlo, la musica che ascolti a vent'anni è quella che ti porti dietro per tutta la vita. Assioma un po' assolutistico, me ne rendo conto, ma, gratta gratta, vero. Vent'anni, per capirci, vogliono anche dire diciassette o ventidue, la cosa non cambia. La musica che ascolti a quell'età sarà la tua colonna sonora naturale. Ciò che c'è stato prima,...

La solitudine del recensore

di Sergio Pasquandrea Ogni due mesi trovo nella casella postale un pacchetto, la classica busta gialla imbottita di cellophane. È pieno di cd, in genere almeno una dozzina, a volte anche più: la rivista per cui scrivo me li manda, perché io li recensisca. A casa apro il pacco, do un rapido sguardo ai cd, poi sbrigo subito il lavoro più noioso (“quello che non vuoi fare, fallo subito”, diceva mia...

Considerazioni a margine di Umbria Jazz – 2

di Sergio Pasquandrea E infine arrivò il bebop. Anche qui luoghi comuni: Bird e Dizzy e compagni si ribellavano allo swing commerciale e facevano questa musica nera, orgogliosamente nera, piena di ritmi bizzarri, e soprattutto non-ballabile, piena di frasi arzigogolate e guizzanti. Lo capiamo solo noi, bianco, questa è la nostra musica, lo swing è musica vecchia, noi siamo il futuro. Tutte cose vere solo per metà. Ma una cosa è...

Considerazioni a margine di Umbria Jazz – 1

di Sergio Pasquandrea Non so quanti di voi sono mai stati a Umbria Jazz. Comunque, ne avrete sentito parlare, dato che è una delle poche occasioni, per non dire l’unica, in cui si parla di jazz sui canali tv nazionali e al di fuori della stampa specializzata. Perché ormai Umbria Jazz è un enorme carrozzone mediatico, oltre che un colossale giro d’affari, che per dieci giorni riversa nel sonnolento capoluogo...

Apprendo da un commento

lasciato su Lipperatura da Girolamo (De Michele?) che ieri è scomparso Joe (Josef) Zawinul. Invito ad ascoltare o riascoltare questo grandissimo musicista. https://youtube.com/results?search_query=joe+zawinul&search=Search

Carlo Boccadoro e i Sentieri Selvaggi

di Gianni Biondillo Continua la pubblicazione delle segnalazioni che ho ricevuto per la lista della spesa (vedi qui). In alcuni casi le schede erano seguite da domande da rivolgere all’autore o all'autrice; non tutti gli autori contattati hanno risposto. (T.S.) Carlo Boccadoro e i Sentieri Selvaggi dal 1997 portano la musica contemporanea europea e mondiale a casa nostra (con convegni, esecuzioni, festival musicali, etc.) e, ancor più importante, compongono ed eseguono...
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