di Marco Candida I solchi d'erosione nel calcare e nelle marne argillose sembrano delineare labirinti. Nives e Ascanio da un costone vi si perdono a rimirarli. Ricordano a entrambi i percorsi incerti delle loro vite.
di Mauro Baldrati L'inizio dell'ultimo, atteso romanzo di Niccolò Ammaniti, è faticoso. Non per la scrittura, di cui l'autore è un grande professionista e un esperto timoniere, ma per la domanda che sorge già dalle prime pagine: Perché?
di Marino Magliani Era il settembre del 1985, quando Calvino morì, e io mi trovavo in Spagna ormai da
alcuni anni, vivevo rigorosamente di notte e d’estate, spostandomi dal caldo della Costa Brava a quello dell’inverno canario o verso estati australi.
di Arben Dedja L’estate siamo andati in vacanza in Patria. Abbiamo scelto Borsh. Altroché amaro; era così dolce immergersi in quelle acque ioniche.
“Se un giorno il tempo peggiora, visitiamo Argirocastro, così la mostriamo alla figlia?” ha chiesto mia moglie.
di Giuseppe Raudino Lo Ionio, alla loro destra, li aveva accompagnati per quasi tutto il tempo, offrendo il suo azzurro intenso come segno di profondità e potenza.
di Mauro Baldrati Ed è spuntata: una voglia di viaggiare in quel “bel mondo” così affascinante, perduto e spietato. Con un libro, un libro mio, dove c’era lui in persona.
di Massimo Salvatore Fazio Se non ti trasformi, resisti e vivi. E se resisti e vivi non è detto che non anneghi. E se anneghi, di fattori liquidi ne escono pure dall’anticamera del basso bacino, ed è normale come quando passeggi in una qualunque città e sui muri stanno scritte e stanno sempre stampati i soliti simboli.
di Marino Magliani Oltre Sorba, nascosto nella campagna perché raggiungere la città in quel buio era impossibile, Secondo attese l’alba. Giunse a casa verso mezzogiorno, stanco, accaldato, perché più di una volta aveva perso la strada, come all’andata.
di Oreste Verrini La parola, l’immagine, il riferimento casuale in grado di accendere il ricordo di una storia arriva improvviso, come sempre del resto.
di Emanuele Pettener Mi ero iscritto a Lettere Moderne in primo luogo per il numero esaltante di fanciulle e la competizione maschile ridotta all’osso; in secondo luogo perché sembrava relativamente facile;
Quando Dattadeva fece venire gli sbirri nella sede centrale, lì al Mulino, all’inizio credetti che stesse portando all’estremo le logiche da brigatisti del Carme e di Girolamo – scatenare una repressione per attivare una mobilitazione generale
di Giacomo Sartori Nelli riesce a riprodurre la pedissequità grigia, la totale assenza di prospettive e speranze, con minuti scarti però di individualismo e di follia, che è la cifra di fondo del nostro Paese, e che tutti conosciamo.
di Mauro Baldrati “Bah” mi ha interrotto Dennis, calmissimo. “I cosiddetti flussi kerouachiani sono nulla in confronto a Joyce. Dico, l’hai letto il monologo finale dell’Ulisse?”
di Marino Magliani, Laura Guglielmi, Guido Festinese e Emilia Marasco Perché in fondo Genova è un isola, sotto il doppio assedio del sale e della pietra, assedio perso in entrambi casi, e chi scrive da Genova è un isolano.
di Mauro Baldrati Scurati si espone, consapevolmente, al rischio di un terzismo che segna la nascita dell’intera opera. La sua epopea è grande e tragica, ma necessita di un attento lavoro di deterritorializzazione e di filtro da parte del lettore evoluto.
di Antonella Grandicelli Un gelido inverno in viale Bligny (Morellini Editore, 2021), è il convincente debutto nella narrativa gialla della scrittrice genovese Arianna Destito Maffeo,
di Paolo Carfora I conigli divorano spesso i propri cuccioli per potersi accoppiare nuovamente.
Capita a volte che le lontre stuprino a morte le femmine.
I delfini si drogano con il veleno del pesce palla.
di Riccardo Ferrazzi (cappello di Marino Magliani) Per chi non è pratico della zona, sarà meglio chiarirlo subito: Busto Arsizio dista da Milano venti chilometri oppure duemila. Dipende dai punti di vista. In autostrada
di Shi Heng Wu
La città nera, la città spettrale scorreva tra le maglie della rete corazzata che proteggeva i vetri dell’auto n. 31 della Polizia Metropolitana di Roma.
Il sergente Antonio Draghi osservava distrattamente le torri di cristallo annerite da strati di fuliggine solidificata, i profili frastagliati dai viticci dell’edera gigante, la pianta infestante dalle foglie nere, spuntata chissà quando e perché, forse per effetto di una mutazione genetica. Per...
di Paolo Codazzi Caro Presidente,
mi conceda il tono affettuoso e confidenziale apprendendo di recente che pure lei è originario della mia terra nella quale ancora serenamente vivo
di Giacomo Sartori La mia nuova compagna, io dico fidanzata, ha molti meno anni di me, potrebbe essere mia figlia. E davvero ogni tanto qualcuno chiede se è mia figlia ...
di Marino Magliani
Ho scoperto Haroldo Conti grazie a Adrián Bravi. «Racconta l’acqua» mi disse, «le inondazioni, come faccio io, ma lui l’ha fatto tanti anni fa, perché è nato negli anni Venti, e da Chacabuco è andato a vivere il delta, tra i banchi di sabbia e le isole del Paraná, con in lontananza i palazzi di Buenos Aires, e dalla sua barca guardava le rive». E Adrián ha...
di Giuseppe A. Samonà
Divagazioni su: Sergej Roić, Achille nella terra di nessuno, Zandonai 2012 (nuova edizione Besa 2017, 188 p.)
Per chi come me ama la letteratura e il calcio – sì, questo mio testo è insieme una recensione e una confessione... – uno dei sogni più potenti è di riuscire un giorno a raccontare dal di dentro alcuni momenti, il senso di quella travolgente epica che ci parla delle...
di Andrea Cafarella
Questa sofferenza porta il nome di chi ha scagliato queste maledizioni e ha la responsabilità di aver contribuito a distruggere i corpi e le menti di milioni di persone sparse su tutto il pianeta, creando il deserto sul quale oggi imperversa la guerra. L’unica speranza possibile passa dall’avere memoria: quando tutto sarà «finito» bisognerà ricordare che la storia di questi corpi derelitti accusa la storia della politica,...
di Pedro Lemebel
Poi il mare è agitato
e piove sangue.
Pablo Neruda
Mai avrebbe pensato che il calore sarebbe stato così intenso. Cinque minuti prima, l’ombra dei muri massicci e il letto intatto perfettamente vuoto di Francisco le avevano fatto venire freddo: si sentiva congelata dentro, se avesse respirato troppo profondamente il suo cuore si sarebbe frantumato come un pugno di ghiaccio. Ma ora, completamente all’aperto, il sole picchiava forte, bruciava la...
di Amparo Dàvila
Stava comprando il giornale della sera quando si vide passare in compagnia di una bionda. Rimase immobile, perplesso. Era proprio lui, non c’erano dubbi. Non era un gemello o una persona che gli assomigliava; era lui l’uomo che era appena passato. Indossava il completo di cachemire inglese e la cravatta a righe che gli aveva regalato sua moglie a Natale. «Ecco il suo resto» disse l’edicolante. Lui...